Papule perlacee peniene

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Papule perlacee peniene
Papule perlacee peniene
Specialitàurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-10D29.0
eMedicine1058826
Ingrandimento

Le papule perlacee peniene (PPP), in latino hirsuties papillaris genitalis, sono piccole protuberanze benigne che si possono manifestare a livello della corona del glande[1] e che possono essere di dimensioni tra circa 1 - 3 mm.

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

La prevalenza è stimata tra il 14% e il 48% degli individui di sesso maschile, tuttavia è generalmente maggiore nei soggetti non circoncisi e di popolazione africana.[1]

Eziopatogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di piccole protuberanze che compaiono come una o tante file di piccoli puntini color carne situati circonferenzialmente intorno alla corona del glande. Molto raramente, possono estendersi anche sul glande. Le papule perlacee sono innocue, non contagiose e non causano nella quasi totalità dei casi alcun dolore, bruciore o prurito.

Esse sono una pura caratteristica costituzionale e fisiologica di taluni uomini e in nessun modo costituiscono effetti di una malattia sessualmente trasmessa. Non hanno nessuna dipendenza dall'igiene personale e neppure dall'attività sessuale.

Clinica[modifica | modifica wikitesto]

Queste minuscole protuberanze sono tipicamente asintomatiche[1] e persistono durante tutta la vita; tuttavia, possono diventare gradualmente meno evidenti con l'avanzare dell'età.

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una condizione che non necessita di alcuna terapia, tuttavia può essere effettuato un trattamento nei rari casi sintomatici o al fine di alleviare l'ansia del paziente, soprattutto per quelle più scomode o sporgenti. L'intervento può essere effettuato con l'uso di laser ad anidride carbonica, crioterapia, curettage, elettrodissecazione intorno alla base del glande oppure con l'uso topico di podofillina.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d A. Körber, J. Dissemond, Pearly penile papules., in CMAJ, vol. 181, n. 6-7, settembre 2009, p. 397, DOI:10.1503/cmaj.081861, PMID 19654193.

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