Mastrodattia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il mastrodatti (dal latino Magister actorum) originariamente era, nella burocrazia del Regno di Napoli, un funzionario addetto alla redazione ed alla custodia degli atti pubblici e privati[1].

Presente in ogni Corte locale ed in ogni Università, in seguito assunse anche funzioni giudiziarie[2], provvedendo alla istruttoria delle cause e raccogliendo le informazioni necessarie per il pronunciamento del giudice o del balivo.

L'ufficio della mastrodattia era ricoperta generalmente da un notaio, ma, specie nelle comunità più piccole, anche da "barbieri, sarti, calzolai"[3]. L'ufficio veniva affittato ai privati tramite asta pubblica, i quali rimanevano in carica per un massimo di quattro anni ma dovevano essere non residenti nell'Università[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Raffaele Macina, Viaggio nel Settecento, Modugno, EDIZIONI NUOVI ORIENTAMENTI, Arti grafiche Ariete, 1998, p. 52.
  2. ^ L'amministrazione della giustizia in Morra tra XVII e XVIII secolo, pag. 7
  3. ^ Della descrizione geografica e politica delle Sicilie di G. M. Galanti, pag. 177
  4. ^ Codice delle leggi del Regno di Napoli di A. De Sariis, pag. 370

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raffaele Macina, Viaggio nel Settecento, Modugno, EDIZIONI NUOVI ORIENTAMENTI, Arti grafiche Ariete, 1998, p. 52.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]