Istituto di ricerche chimiche e biochimiche Giuliana Ronzoni

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Istituto di Ricerche Chimiche e Biochimiche “Giuliana Ronzoni”
La sede di via G.Colombo
TipoFondazione no profit
Fondazione1927
Scoporicerca scientifica, pura ed applicata, nel campo della chimica e della biochimica
Sede centraleBandiera dell'Italia Milano
Area di azioneItalia

L’Istituto di Ricerche Chimiche e Biochimiche “Giuliana Ronzoni” è una fondazione privata senza scopo di lucro. Il suo fine è la ricerca scientifica, pura ed applicata, nel campo della chimica e della biochimica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L’Istituto è sito a Milano in via Giuseppe Colombo 81. Esso fu fatto costruire tra il 1924 e il 1927[1] da Luigi Ronzoni (1881-1945), industriale tessile di Cesano Maderno e sensibile mecenate, che lo dedicò al nome di sua madre. La struttura fu ideata dal professore Ettore Molinari e progettata, in stile liberty e decò, dall’ingegnere Vittorio Molinari (figlio di Ettore), dall’architetto Giacomo Carlo Nicoli e dall’ingegnere Arturo Danusso, specialista del cemento armato.

Nato come istituto di perfezionamento post-universitario in chimica industriale, dal 1941 assunse l’attuale struttura di istituto di ricerche chimiche e biochimiche. Con Decreto del Presidente della Repubblica del 16 ottobre 1952, l’Istituto fu eretto in Ente Morale Privato, collegato con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Le attività di ricerca dell’Istituto sono finanziate dalla dotazione della Fondazione Ronzoni, da fondi pubblici e privati e da donazioni.

Dotazioni[modifica | modifica wikitesto]

L’Istituto si sviluppa su circa 1.500 m² e dispone di laboratori per ricerche sperimentali in campo chimico e biochimico. Al suo interno operano gruppi di ricerca nel campo dei carboidrati e dei peptidi oltre a strutture analitiche specialistiche (es. NMR).

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi cinquanta anni, l’Istituto ha pubblicato centinaia di lavori su riviste scientifiche internazionali[1] e ha depositato numerosi brevetti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Qui si formano e crescono i nemici dei tumori (PDF), in Il Sole 24 ore, 22 dicembre 2014. URL consultato il 19 febbraio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ornella Selvafolta - A «casa del diavolo!». Gadda, Città Studi e il Kremlino – in I quaderni dell'ingegnere - Testi e studi gaddiani - Nuova serie, anno XII volume 4 (n. 9) novembre 2013 – Fondazione Pietro Bembo, ed. Guanda (ISBN 978-88-235-0481-3)