Incorporazione (antropologia)

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Il termine incorporazione (in inglese embodiment), si riferisce in ambito etno-antropologico, a quel processo continuo che porta a somatizzare la cultura e ad agire su di essa attraverso il proprio corpo.

L'antropologia ha evidenziato[1] come il corpo umano non sia solo un'entità biologica ma il risultato di una negoziazione con le forze sociali, politiche, economiche, storiche, che lo plasmano, lo influenzano e a sua volta ne sono influenzate. Queste forze condizionano il corpo: come si muove, le sue posture, la forma e le tecniche di trasformazione che l'individuo mette in atto su di esso (abbigliamento, tatuaggi, piercing, scarificazioni, pettinature, monili che lo addobbano, allenamenti sportivi, chirurgia estetica, etc). A sua volta il corpo diviene anche strumento che plasma la dimensione culturale e sociale, assecondandola o contrastandola, diventando così strumento di resistenza (basti pensare all'uso della minigonna nella lotta per l'emancipazione femminile o alle tecniche di trasformazione del corpo messe in atto da alcune sottoculture urbane come i punkabbestia). In questa prospettiva, il corpo diviene anche costruzione sociale/culturale e la società/cultura diviene anche l'insieme dei corpi che la compongono e la influenzano (e quindi non solo l'insieme delle loro idee).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Pizza, Antropologia medica. Saperi, pratiche e politiche del corpo, Carocci, 2005.