Il valzer

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Il valzer
La versione del museo Rodin
AutoreCamille Claudel
Data1889-1905
Materialebronzo
Altezza46,7 cm
UbicazioneUbicazioni varie

Il valzer (La valse o Les valseurs) è una scultura dell'artista francese Camille Claudel, realizzata tra il 1883 e il 1901 e riprodotta in quattro esemplari, alcuni in bronzo, che sono esposti al museo Rodin, al museo La Piscine di Roubaix, alla Neue Pinakothek di Monaco e al museo Camille Claudel.[1] L'opera raffigura due figure, un uomo e una donna, congelati in un abbraccio amoroso mentre danzano un valzer. L'opera si ispirava probabilmente alla relazione di Claudel con il suo mentore e datore di lavoro, Auguste Rodin.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Claudel studiava con Alfred Boucher a Parigi quando conobbe per la prima volta Rodin nel 1883, all'età di diciannove anni. Si unì ai suoi allievi, dove lo aiutò con le opere in corso, come La porta dell'inferno e I borghesi di Calais. Lavorava anche alle proprie sculture sotto la guida di Rodin. I due ebbero una relazione appassionata, ma presto Claudel divenne sempre più frustrata dalla riluttanza di Rodin di separarsi con la sua amante di lunga data, Rose Beuret, e la loro relazione finì nel 1892.[2]

Claudel e Rodin continuarono a lavorare insieme fino al 1898, ma i loro rapporto si deteriorò in modo irreparabile dopo che lui vide la sua opera L'età matura, velatamente autobiografica, che raffigura una giovane che supplica il suo amante più anziano di lasciare la sua compagna. Claudel iniziò a lavorare al Valzer nel 1889, quando la sua relazione con Rodin era ancora viva, e realizzò questa scultura in più versioni nello studio La folie Payen, una villa parigina fatiscente, situata nel boulevard Auguste-Blanqui.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Vista posteriore della versione in gesso del 1893 (patinata nel 1896).

L'opera, come concepita originariamente, raffigura due figure nude, un uomo e una donna, che ballano, congelati nel tempo in un abbraccio amoroso.[4] La testa della donna poggia teneramente sulla spalla destra dell'uomo, con i loro corpi che si uniscono fluidamente in una forma unica mentre l'uomo gira la testa verso il volto della donna come per baciarla.

Claudel continuò a lavorare a questo soggetto per molti anni, cercando infine una commissione pubblica per creare una versione marmorea. Il suo modello in gesso venne visto dal Armand Dayot nel 1892, che ne ammirò la sensualità e la modellazione delle figure ma lo definì inaccettabile per una mostra a causa dell'indecenza dei due danzatori nudi.[2] Allora Claudel rilavorò la scultura, coprendo la parte inferiore della figura femminile con una gonna che ricade morbidamente e che si gonfia grazie al movimento girevole dei danzatori di valzer, e aggiunse un velo che si arriccia attorno alle teste dei due.[1] Dayot adesso si impressionò dal senso di movimento aggiunto dal drappeggio e sostenne la nuova opera, nota come Il valzer con i veli (La valse avec voiles), e descrisse l'opera come:

(FR)

«un gracieux enlacement de formes superbes balancées dans un rythme harmonieux au milieu de l'enveloppement tournoyant des draperies.»

(IT)

«un intreccio grazioso di forme superbe bilanciate in un ritmo armonioso in mezzo all'involucro vorticoso dei drappeggi.»

Claudel espose quindi questo nuovo modello in gesso al Salone della Società Nazionale di Belle Arti di Parigi, ma il ministro Henry Roujon ritenne inaccettabile per venisse data a una donna una commissione pubblica per un'opera che ritraeva un uomo nudo.[5] Nonostante il sostegno di Rodin, il ministero rifiutò la commissione di una versione in marmo.[1] Imitando il riuso di figure da sculture precedenti nelle opere tardive di Rodin, Claudel adattò la figura femminile dal Valzer nella figura della Fortuna di una sua fusione in bronzo del 1904.

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

Una fusione della prima versione (con il velo che copre i volti dei due), al museo La Piscine di Roubaix.

Il gesso originale venne acquistato dal fonditore Siot-Decauville, che nel 1893 produsse una fusione in bronzo del Valzer, nota talvolta come Il valzer con i veli.[6] Claudel realizzò varie versioni della sua scultura, con delle pose leggermente diverse e togliendo il velo che copriva i volti dei personaggi, e le presentò a vari suoi amici e acquirenti, come Claude Debussy, Robert Godet e Frits Thaulow.[7]

Nel 1905, una versione modificata nel 1901 venne realizzata in numerosi esemplari bronzei dal fonditore e mercante d'arte Eugène Blot: egli aveva acquistato i diritti per riprodurre la scultura da Siot-Decauville intorno al 1902.

Reine-Marie Paris, la nipotina del fratello dell'artista Paul, che collezionava le opere di Camille, fece fare delle riproduzioni del Valzer dopo aver acquistato una versione originale. Partendo da una versione in bronzo e onice, fece rifare in bronzo una statua più grande (alta 124 centimetri).[7][8]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1892 il critico d'arte Armand Dayot condannò l'opera in un rapporto alla direzione delle belle arti:[5]

(FR)

«cette œuvre ne peut être acceptée (…). Le violent accent de réalité qui s'en dégage lui interdit, malgré son incontestable valeur, une place dans une galerie ouverte au public. Le rapprochement des sexes est rendu avec une surprenante sensualité d'expression qui exagère considérablement la nudité absolue de tous les détails humains.»

(IT)

«quest'opera non può essere accettata (...) L'accento violento della realtà che ne emerge le nega, malgrado il suo valore incontestabile, un posto in una galleria aperta al pubblico. L'accostamento dei sessi è reso con una sensualità espressiva sorprendente che esagera notevolmente la nudità assoluta di tutti i dettagli umani.»

Lo scrittore Jules Renard citò l'opera con queste parole: "(...) e di questo gruppo del Valzer dove la coppia sembra volersi sdraiare e finire la danza con amore".[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (FR) La Valse | Musée Camille Claudel, su www.museecamilleclaudel.fr. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  2. ^ a b (EN) Laura Gascoigne, A woman of genius | The Spectator, su www.spectator.co.uk. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  3. ^ (FR) Le Magasin pittoresque / publié... sous la direction de M. Édouard Charton, su Gallica, 1908. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  4. ^ Giuseppe Nifosì, Le artiste 6. Camille Claudel, su Arte Svelata, 2 dicembre 2019. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  5. ^ a b Odile Ayral-Clause, Camille Claudel, LIT EDIZIONI, 30 novembre 2013, ISBN 978-88-6826-685-1. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  6. ^ (EN) LA VALSE, PREMIÈRE VERSION, su sothebys.com. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  7. ^ a b (FR) Valse éternelle | Gazette Drouot, su gazette-drouot.com, 22 novembre 2018. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  8. ^ (FR) « La Valse », un bronze de Camille Claudel adjugé aux enchères 1,18 million d’euros, in Le Monde.fr, 11 giugno 2017. URL consultato il 25 ottobre 2022.
  9. ^ (FR) Mémoires de l'Académie des sciences, belles-lettres et arts de Lyon, su Gallica, 2000. URL consultato il 25 ottobre 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Scultura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di scultura