Gentucca

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Divina commedia, corredata dell' Ottimo commento, 1400-1425 ca. (Biblioteca Medicea Laurenziana)

Gentucca è un nome di donna, che nell'uso lucchese sta per "Gentile", noto per essere stato pronunciato dal poeta Bonagiunta Orbicciani nel canto ventiquattresimo del Purgatorio (v. 37).

Gentucca nella Divina Commedia[modifica | modifica wikitesto]

Dante sta salendo, insieme a Forese Donati, il monte del Purgatorio ed è giunto nella sesta cornice, quella dei golosi, quando sente il lucchese Bonagiunta Orbicciani mormorare il nome "Gentucca", che attira la sua attenzione. Bonagiunta continua, profetizzando al poeta il suo esilio e aggiungendo che una "femmina che non porta ancor benda", una donna nel 1300 non ancora maritata, gli renderà il soggiorno a Lucca piacevole[1], città dove Dante probabilmente soggiornerà tra il 1307 e il 1308.

L'Ottimo commento, uno dei più importanti commenti del Trecento alla Divina Commedia[2], interpretò il nome come "gente bassa"[3], cioè gli oppositori politici del poeta che lo costrinsero all'esilio e sostenne che la "femmina" fosse Alagia Fieschi, moglie di Moroello Malaspina[4], marchese di Lunigiana, che guidò i lucchesi contro Pistoia, già incontrata nel canto diciannovesimo del Purgatorio.

In realtà molti documenti dimostrano che "Gentucca" fosse un nome di donna molto diffuso a Lucca ai tempi di Dante.

Gentucca e Dante[modifica | modifica wikitesto]

Molti studiosi, considerando Gentucca un nome di donna, hanno cercato di scoprirne l'identità: forse fu la moglie di Bernardo Morla, oppure la moglie di Buonaccorso di Lazzaro di Fondora, entrambi appartenenti a famiglie lucchesi.

Il commentatore Francesco da Buti, che scrive che a Lucca Dante "si dovea innamorare d’una gentil donna che sarebbe nominata Gentucca"[5], probabilmente non aveva prove di tale relazione, ma considerava possibile l'esistenza di una donna con questo nome.

Si può ipotizzare un rapporto di amicizia tra la donna e il poeta, concretizzatosi in protezione in una città, come la Lucca di quegli anni, fedele alleata dei Neri di Firenze e quindi non ben disposta verso un fiorentino di parte bianca.

La figura di questa donna, che Dante ricorda quindi o per ringraziare una famiglia lucchese che l'ha protetto o per un fatto riguardante la sfera personale, rimane alla fine avvolta nel mistero.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Varanini, Gentucca, in Umberto Bosco (a cura di), Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970. URL consultato il 20 aprile 2021.
  • Marco Santagata, Tra i feudatari dell'Appennino, in Le donne di Dante, Bologna, il Mulino, 2021, pp. 200-203, ISBN 978-88-15-29110-3.
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