Discussione:Poesia sonora

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Cari amici, la curiosità mi ha spinto a lanciare una voce nella rete della vostra libera enciclopedia. Ho tentato, forse non avendo ben acquisito il bagaglio tecnico per l'invio "insospettabile" del mio contributo. Si dà il caso che io sia un esperto nel settore della "poesia sonora" ed avendo constatato l'assenza di informazioni a riguardo ho mandato immediatamente un testo. Si tratta di materiale assolutamente originale ed inedito scritto di mio pugno. Se questa collaborazione verrà accettata potrei continuare a collaborare trattando argomenti ed autori connessi a questo ambito espressivo (per esempio: onomalingua, mimodeclamazione, verbofonia, simultaneismo, poesia fonetica, poesia elementare, poesia gestuale, poema-partitura, optofonìa, tavola parolibera, ecc.; oppure: Henri Chopin, Pierre Garnier, Bernard Heidsieck, Arthur Pétronio, Arrigo Lora Totino, Adriano Spatola, Patrizia Vicinelli, Franz Mon, Julien Blaine, ecc.). In ogni modo, complimenti per questa eccezionale iniziativa, di cui avevo sempre sentito parlare, ma che mai avevo sperimentato direttamente. In attesa di un segnale, vi auguro buon lavoro. Cordialità, --Jo Lowell 01:48, 17 feb 2007 (CET)[rispondi]


Cari amici, spero di aver imbroccato lo spazio giusto per riprendere la discussione sulla voce "poesia sonora", da me compilata qualche giorno fa. Ripeto che ho constatato l'assenza di tale argomento nella libera enciclopedia e, essendo un appassionato (direi anche piuttosto esperto nel settore), ho pensato di introdurre, sia pure per sommi capi, la trattazione della materia. Mi rendo conto che, per chi è a digiuno, non è molto semplice capire immediatamente di che si tratta. Bisognerebbe, infatti, avere a fronte della voce enciclopedica qualche esempio "sonoro" (mp3). Soltanto così le cose potrebbere apparire lampanti. In ogni modo, posso assicurare che il fenomeno è piuttosto seguito, sia in Italia che all'estero. Si tratta ormai di un settore espressivo che caratterizza la creatività poetica fuori dalle pagine dei libri, attraverso l'uso del magnetofono (anni '50-60), delle nuove tecnologie elettroniche (oggi) e tramite l'azione diretta degli artisti-poeti (performance, "poesia d'azione", "poesia diretta", ecc.). Il pubblico interessato è in crescita. Oltretutto anche nelle università si sta ponendo molta attenzione all'intero settore, anche attraverso lo studio di quella che è stata definita "nuova oralità". Ovviamente ho dovuto introdurre termini poco noti (che potranno essere trattati a parte) e i nomi dei più importanti autori, attraversando tutto il Novecento per sommi capi e indicando le correnti più importanti. Ribadisco l'originalità del contributo e l'intenzione di riprendere, poco alla volta, i termini salienti di questo ampio e intrigante territorio artistico, che, negli anni a venire, grazie all'interazione con l'informatica, ci riserverà di certo grosse sorprese. In attesa di segnali, auguro a tutti un ottimo lavoro. --Jo Lowell 15:20, 20 feb 2007 (CET)[rispondi]

  • Gentile Jo Lowell, non siamo assolutamente chiusi nei confronti di concetti che magari ci possano risultare sconosciuti, ma dobbiamo assicurarci, al fine di rispettare le politiche decise dai fondatori di Wikipedia, che questo materiale da te gentilmente scritto e qui memorizzato tratti di un argomento con un minimo di "storia" in termini di studi e trattazione. Se puoi provvedere del materiale che ne comprovi la non ricaduta nella categoria precedentemente citata da Bramfab, la voce potrebbe rimanere su Wikipedia e venire approfondita, altrimenti temo che l'argomento rischi la cancellazione...non scoraggiarti, cerca quanto prima di procurarci della documentazione, se esiste! --Smark 02:15, 21 feb 2007 (CET)[rispondi]

Carissimi,[modifica wikitesto]

purtroppo non riesco ancora a districarmi correttamente nel labirinto informatico. Ho già perduto, per esempio, un testo di discussione analogo a questo. Con santa pazienza ho ricominciato nella speranza di non sbagliare nuovamente. Come già detto, sono stato piacevolmente attratto da questa libera enciclopedia. Per dare prova della mia disponibilità ad impegnarmi nell'impresa, il mio primo gesto è stato quello di proporre una voce nella quale sono particolarmente competente. La "poesia sonora", appunto. Ovviamente, come dimostrano i nomi citati, la "storia" c'è e c'è anche una bibliografia di centinaia e centinaia di opere; così come c'è una audiografia (in vinile, cassette, cd, dvd, ecc.). Mi sembra giusto che si chiedano informazioni bibliografiche. Ciò garantisce il taglio scientifico delle voci; ma devo confessare di essere rimasto sorpreso dalla lettura della voce modificata. Le modifiche, infatti, dovrebbero essere proposte da persone competenti nel settore. Noto invece l'introduzione di una serie di grossolani errori e di ambiguità. Mi limito ad elencarne qualcuna. 1) Si parla di "multimedialità", quando io ho specificamente indicato il termine "intermedialità". Il motivo è legato al fatto che la "poesia sonora" fa riferimento specifico a questo concetto, introdotto nel 1961 da Dick Higgins. 2) Si parla di "vocalità musicale". Niente di più sbagliato. Le qualità vocali degli artisti sono impegnate in maniera assolutamente "sui generis". 3) Si parla di performance tipiche del teatro. Altro errore grossolano. 4) Si dice che le opere di poesia sonora sono realizzate tramite tecnologie elettroacustiche ed elettroniche. Altro errore. Tali tecnologie costituiscono un mero supporto. Gli elementi che intervengono nell'opera sono numerosi e di vario genere. 5) Si dice che Villeglé avrebbe definito "sonore" le avanguardie. Ma quando mai! Io ho scritto che egli definiva "sonore" la poesia del poeta francese Dufrêne. 6) Si dice che "una seconda fonte di ispirazione" è stato il futurismo. Altro errore. Il futurismo è stato uno dei territori privilegiati in cui si sono avviate pratiche sonore in ambito poetico, ma non si può asserire che sia stato in generale una fonte di ispirazione. E poi, se il futurismo costituisce "una seconda fonte di ispirazione", qual è la prima? 7) Si cancella il nome di Antonin Artaud, artista che costituisce un pilastro fondamentale. Nella più ampia raccolta di poesia sonora in dischi finora pubblicata (7 LP, poi cd), ad Artaud è stata dedicata un'intera facciata.

Dichiarandomi disponibile al dibattito, serio e circostanziato, ripropongo la mia "voce", questa volta corredata da riferimenti bibliografici.

  • Non intendo sembrare scortese, tuttavia ho alcuni commenti:
  1. La voce la devi inserire nella sua pagina principale.
  2. Chi in buona fede ha editato il tuo testo introducendovi delle inesattezze lo ha fatto in quanto il testo evidentemente non era chiaro. Siamo nell' epoca della comunicazione il cui principale assioma e' che chi comunica deve preoccuparsi di diffondere un messaggio comprensibile; se il ricevente erra, il difetto e' nel trasmettitore. Questa e' la differenza fra lo scrivere in e per un ambito ristretto di persone, gia' ampiamente edotte sul soggetto del discorso, e lo scrivere per una enciclopedia aperta (in lettura e scrittura) a tutti. Chi ha cercato di corregere quanto hai scritto lo ha fatto non per reinterpretarlo, ma per renderlo stilisticamente coerente con l' enciclopedia.
  3. Ho un suggerimento: Prova a rileggere la tua voce mettendoti nei panni di chi e' fermo alle poesie di Pascoli e Montale e quindi cerca di vedere quali modifche linguistiche e stilistiche adottare per far sì che i concetti, l' evoluzione e lo stato attuale della poesia sonora risultino comprensibili a colui di cui virtualmente stai indossando i panni. Ciao --Bramfab Parlami 17:34, 21 feb 2007 (CET)[rispondi]

POESIA SONORA[modifica wikitesto]

La poesia sonora si colloca in un ampio e significativo settore della ricerca artistica orientata verso la complessità della [scrittura intermediale], dove i tradizionali confini della pagina vengono violati per affermare con decisione i valori della vocalità.

Il poeta sonoro, per il quale le tecnologie elettroacustiche ed elettroniche costituiscono un essenziale supporto strumentale, agisce nello spazio acustico e figurale (ora anche in quello virtuale) per far fronte alle esigenze di un progetto poetico "plurale", aperto alle intersezioni linguistiche, alle contaminazioni, alla percezione multisensoriale, alla dimensione articolata della [performance].

Le sperimentazioni fonetiche e l’inventiva declamatoria coltivate in seno alle avanguardie del primo [Novecento] costituiscono le fondamentali premesse di questa poesia della voce, che [Jacques de la Villeglé] definirà “sonore” nel 1958, sulle pagine della rivista Grâmmes, a proposito dei “[crirythmes]” del francese [François Dufrêne].

In realtà la qualità sonora del testo viene alla ribalta con i [futuristi] e si scarica con prepotenza sulle platee attraverso la “[declamazione dinamica]”, alimentata dall'[onomatopea] che pervade le “[parole in libertà]” di [Filippo Tommaso Marinetti], la “[rumoristica plastica]” di [Giacomo Balla], la “[poesia pentagrammata]” di [Francesco Cangiullo], la “[verbalizzazione astratta]” e l’ “[onomalingua]” di [Fortunato Depero].

In [Russia] [Velemir Chlebnikov] e [Aleksej Kručenych] includono nei loro testi successioni sonore inusitate attraverso sovvertimenti sintattici, rivoluzione del lessico, articolazioni fonematiche astratte, armonie sghembe e vibrazioni “[transmentali]” secondo la sintassi della [zaum’]: una nuova lingua specificamente poetica in cui il suono svolge un ruolo di primo piano. [Vladimir Majakovskij] contribuisce al clima di quelle ricerche con una sorta di scomposizione cubista della parola che tende ad un’acustica dissonante.

Nel campo della creazione fonetica sono fondamentali i contributi dei [dadaisti] [Hugo Ball], [Raoul Hausmann] e [Kurt Schwitters], autore del manifesto della "[Poesia coerente]", nel quale dichiara che il materiale della poesia è la lettera e non la parola. Schwitters anticipa, così, per certi aspetti la poesia “[lettrista]”, teorizzata nel 1942 da [Isidore Isou], il quale, proclamata la sua sfiducia verso una parola consumata e inadeguata ai tempi, ne propone il superamento, ponendo la lettera alla base della nuova poesia e individuando in essa un valore oggettuale da considerare come unità grafico-fonetica. François Dufrêne è tra i primi ad aderire al movimento; successivamente si uniranno al gruppo [Gil Wolman], [Jean-Louis Brau], [Maurice Lemaître].

Un ruolo significativo per lo sviluppo della tecnica del contrappunto verbo-fonico assumono le esperienze “simultaneiste” di [Pierre Albert-Birot] e, in particolare, di [Henri-Martin Barzun], fondatore della [scuola “orfica”] (1912), di cui fanno parte, tra gli altri, [Fernand Divoire], [Sébastien Voirol] e [Guillaume Apollinaire]. Il [simultaneismo] è ripreso anche dallo svizzero [Arthur Pétronio], figura composita di poeta e musicista, che introduce nel 1953 la "[verbophonie]", forma compositiva dove l'elemento polifonico si arricchisce di suoni e di rumori.

Vengono spesso ricondotte alla sperimentazione fonetico-sonora anche opere che nella tessitura testuale privilegiano il “[nonsense]”, la “[glossolalia]” e le tecniche collagistiche di tipo ritmico, così come i cosiddetti “[poemi fatici]”, dove il testo è subordinato al senso dell'intonazione e allo spessore della qualità vocale, in modo da assoggettare i valori semantici ad una comunicazione sul piano emozionale, come in Pour en finir avec le jugement de Dieu di [Antonin Artaud].

Ma la poesia sonora, propriamente detta, nasce alla fine degli anni Cinquanta dall'incontro delle sperimentazioni fonetiche con le tecnologie magnetofoniche. Si aprono, così, nuovi universi sonori, sostituendo alla scrittura (salvo che per la “notazione”) la registrazione su nastro, impegnando tecniche compositive mai prima utilizzate in ambito poetico. Il poeta sonoro può finalmente individuare nuovi spazi acustici utilizzando il montaggio (tecnica che, nell’immediato dopoguerra, [Pierre Schaeffer] non aveva potuto mettere in pratica con il magnetofono a filo), può applicare le tecniche del [collage] e del [décollage] in analogia con quanto avveniva nelle arti visive. Da qui scaturiscono il [cut-up] di [Brion Gysin] nel 1959 (idea ripresa poi da [William Burroughs]) e la vasta gamma delle prove tecniche di tutta una schiera di nuovi poeti, artisti della voce e della parola, del suono e del gesto, primi fra tutti [Henri Chopin], che dal 1957 utilizza echi, riverberi e variatori di velocità per il trattamento della materia sonora, e [Bernard Heidsieck], che, dal 1959, canalizza i suoi [poèmes-partitions] nel multipista. "Con le ricerche elettroniche - scrive Henri Chopin - la voce è diventata finalmente concreta". L’aggettivazione appare particolarmente calzante per le opere dei tedeschi [Franz Mon] e [Carlfriedrich Claus], dell’austriaco [Gerhard Rühm], dell’inglese [Bob Cobbing], del fiammingo [Paul De Vree] e del boemo [Ladislav Novak]. Un particolare trattamento iterativo del testo produce stratificazioni sonore poliritmiche nelle opere degli svedesi [Sten Hanson], [Bengt Emil Johnson], dei poeti del centro [Fylkingen] di Stoccolma e dell’americano [Charles Amirkhanian].

Sono ancora da ricordare per la qualità del loro lavoro i francesi Ilse e Pierre [Garnier], autori del “[souffle manifeste]”, [Julien Blaine], gli americani [John Giorno], [Richard Kostelanetz] e [Larry Wendt], il gruppo canadese dei [Four Horsemen] con [Steve Mc Caffery], [Paul Dutton], [Raphael Barreto-Rivera] e [bp Nichol], lo spagnolo [Bartolomé Ferrando], il russo [Valeri Scherstjanoi], l’ungherese [Endre Szkárosi], lo svizzero [Vincent Barras]. In Italia sono da citare almeno [Adriano Spatola], al quale si deve “[Baobab]” (1979), prima audiorivista di poesia sonora italiana, [Arrigo Lora Totino], inventore della “[poesia liquida]” e “ginnica”, [Mimmo Rotella], autore del “[manifesto dell’epistaltismo]”, [Giovanni Fontana], teorico della “[poesia pre-testuale]”, e ancora [Patrizia Vicinelli], [Luigi Pasotelli], [Tomaso Binga], [Giuliano Zosi], [Massimo Mori], [Gian Paolo Roffi].

BIBLIOGRAFIA (si tratta di un blocco di testi essenziali da selezionare)

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Cordialmente,--Jo Lowell 16:52, 21 feb 2007 (CET)[rispondi]