Discussione:Pietra di Bologna

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Domine o Deo?[modifica wikitesto]

Qui si sostiene che la D sta per Deo, mentre pvillani opta per Domine. Questo ovviamente se si ritiene D.M. e D.O.M. come equivalenti. Chiedo conferma anche del caso (vocativo, dativo o ablativo?). Non conosco il campo per cui chiedo a chi esperto. --Amon(☎ telefono-casa...) 11:04, 20 ago 2007 (CEST)[rispondi]

La motivazione espressa nella voce, secondo la quale D. in latino sarebbe una abbreviazione per Cerere/Demetra mi pare a lume di naso piuttosto fantasiosa: dove sarebbe attestata? chi ne parla? per quale motivo poi la presunta commistione con Demetra non va bene per Deo e invece andrebbe bene per Domino? E poi perché al vocativo Domine (ci si è fatti influenzare dal Domine, quo vadis?). Il caso dovrebbe essere al dativo, come nel caso delle dediche pagane: DM > Diis Manibus > "(Dedicato) agli dei Mani" di tante iscrizioni funerarie, o IOM> Iovi Optimo Maximo > "(Dedicato) a Giove Ottimo Massimo". Per il resto io sapevo che in DOM (al posto di IOM) D era appunto Deo, ma un'altra interpretazione di D come Domino non mi sembra totalmente inverosimile: bisognerebbe però appurare chi ne parla e dove sia attestata (i.e. citazione fonti). MM (msg) 20:35, 20 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Perché nel testo in latino "Agatho Priscius" è scritto con iniziali minuscole? A parte che è un nome proprio, nell'epigrafe è ben messo in evidenza.

Inoltre, nel paragrafo "Interpretazioni" viene detto: "Lo storiografo Calindri nel XIX secolo ha affermato che "celebre ed insigne sarebbe stata Bologna, se altro ancora non avesse avuto e contenuto in sé stessa, che questa enigmatica lapide". L'affermazione fu ripresa nel XVII secolo dal letterato Emanuele Tesauro, che ha sostenuto che la lapide "sarebbe bastata da sola alla fama di Bologna".

Ma il XVII secolo precede il XIX (ed è certo che il Tesauro visse nei secoli XVI-XVII). Qual è il nome (di battesimo) del qui nominato storiografo Calindri? --Comenius 19:28, 15 lug 2008 (CEST)

"Il prefisso D.M. significa "Deo Optimo Maximo", altrove indicata come "D.O.M." (...) da cui l'espressione milanese "Andemm al dom" (andiamo al duomo)"...ma stiamo scherzando? Chi suffraga una interpretazione filologica così fantasiosa? Duomo deriva da "domus", e le cattedrali erano indicate come "Domus Dei". Che l'acronimo D.O.M. sia assonante a domus è un caso, e se non lo è va suffragato da fonti. Comunque la citazione del milanese è assolutamente fuori luogo. La frase va totalmente riformulata!--Chatcaresse (maramao!) 14:34, 10 feb 2012 (CET)[rispondi]

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