Discussione:Minies

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--Carlog3 (msg) 00:24, 28 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Tradurre in italiano "Minyans"[modifica wikitesto]

La traduzione che ho fatto è aderente al nome greco Μινύες e, quindi, in italiano, l'ho reso con minies; oppure, si potrebbe renderlo con minyes, aderendo strettamente all'origine greca. In francese è Minyens, in spagnolo Minias... Perciò italianizzato il nome del popolo in questione dovrebbe essere miniesi (al sing. miniese); meno bene miniani. Ho cercato sul internet ma... nisba. --Carlog3 (msg) 00:38, 28 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Μινύες, in italiano "mini"[modifica wikitesto]

Mi ricordavo dei mini, come un popolo... ho controllato sulle Storie di Erodoto, (trad. italiana); si parla dei mini di Orcomeno "scacciati dai pelasgi". All'indice dei nomi il nome plurale mini appare come minie (ma soltanto all'indice) - Devo ancora controllare.

INDICE - minie: I 146; IV 145, 148, 150. - Storie, Erodoto. --Carlog3 (msg) 17:03, 28 lug 2009 (CEST)[rispondi]

P.S. - Il problema ora riguarda semmai l'aggettivo. Per es. come dire...

"ceramica mina" o "ceramica minia"?
"ceramiche mine" o "ceramiche minie"?

Penso sia indubbio la seconda soluzione: minia, minie, con la i dopo la n che, richiama così la y della parola originaria greca. --Carlog3 (msg) 17:17, 28 lug 2009 (CEST)[rispondi]

I mini nelle Storie di Erodoto tradotte in italiano
"Ed ecco perché anche gli Ioni d'Asia costruirono dodici città: è una grande sciocchezza definire costoro più Ioni degli altri Ioni o di nascita più elevata: una parte non piccola di loro sono Abanti, provenienti dall'Eubea, che non hanno niente a che vedere con gli Ioni, neppure per il nome; e inoltre a loro si sono mescolati dei Mini di Orcomeno, dei Cadmei, dei Driopi, dei Focesi dissidenti; e Molossi, Pelasgi d'Arcadia, Dori di Epidauro e molte altre popolazioni". (Erodoto, Storie, I, 146)
Gli Spartani li videro e inviarono loro un messaggero, per sapere chi fossero e da dove venissero; alle domande dell'inviato risposero di essere dei Mini, discendenti degli eroi che avevano navigato sulla nave Argo; gli Argonauti erano appunto approdati a Lemno e avevano originato tale schiatta. Gli Spartani, dopo aver udito della ascendenza dei Mini, mandarono una seconda volta a chiedere con quali intenzioni fossero venuti nel loro paese e perché avessero acceso il fuoco; ed essi dichiararono di essere tornati dai loro antenati perché espulsi da Lemno a opera dei Pelasgi; a sentir loro tale ritorno era senz'altro legittimo; chiedevano di coabitare con gli Spartani partecipando delle loro prerogative, in una porzione di territorio assegnata a sorte. Gli Spartani decisero di accogliere i Mini alle condizioni desiderate: ad agire così li convinse soprattutto il fatto che alla spedizione di Argo avevano preso parte i figli di Tindaro. Accolsero i Mini, gli diedero dei terreni e li distribuirono fra le varie tribù. Essi ben presto sposarono ragazze del luogo e concessero ad altri come mogli le donne che si erano portate con sé da Lemno.
Ma non passò molto tempo che i Mini cominciarono acomportarsi in maniera insolente: pretesero di partecipare al regno e compirono vari altri gesti empi. Finché gli Spartani, avendo deciso di eliminarli, li catturarono tutti e li gettarono in una prigione. Gli Spartani eseguono solo di notte le eventuali sentenze capitali, di giorno mai. L'uccisione era comunque imminente quando le mogli dei Mini, che erano cittadine di Sparta e figlie degli Spartiati più illustri, chiesero il permesso di entrare nelle prigioni per parlare ciascuna col proprio marito; e la richiesta fu accolta nella convinzione che non celasse alcun inganno. Le donne, come furono dentro, ecco cosa fecero: scambiarono i loro abiti con quelli dei mariti, sicché i Mini travestiti, fingendosi donne, poterono uscire; scappati via con quel trucco, si accamparono nuovamente sul monte Taigeto.
Proprio in quei giorni, Tera, figlio di Autesione e nipotedi Tisamene che a sua volta era figlio di Tersandro e nipote di Polinice, partiva da Sparta per andare a fondare una colonia. Questo Tera, di stirpe cadmea, era zio materno dei figli di Aristodemo, Euristene e Procle. Finché i nipoti erano bambini, mantenne per loro la reggenza di Sparta, ma quando furono cresciuti ed ebbero assunto il potere, Tera, che aveva assaporato il piacere del comando, non tollerò di prendere ordini da altri: dichiarò che non sarebbe rimasto a Sparta ma si sarebbe messo in mare per raggiungere gente della sua stirpe. Nell'isola che oggi si chiama Tera, ma che un tempo era detta Calliste, vivevano alcuni discendenti del fenicio Membliareo, figlio di Pecile. In effetti all'isola oggi nota come Tera era approdato il figlio di Agenore Cadmo, alla ricerca di Europa; vi aveva fatto scalo e, sia che il luogo gli fosse piaciuto sia che altre ragioni lo invogliassero a farlo, vi aveva lasciato alcuni Fenici, fra cui Membliareo che apparteneva alla sua famiglia. Costoro abitarono l'isola detta Calliste per otto generazioni, prima dell'arrivo di Tera proveniente da Sparta.
Era verso queste genti che intendeva dirigersi Tera conuna piccola schiera formata fra le varie tribù, per abitare assieme a loro, non per mandarli via, ma realmente con intenzioni amichevoli. Ebbene, dal momento che i Mini, scappati dalle prigioni, si erano stabiliti sul Taigeto e gli Spartani volevano ucciderli, Tera chiese di evitare una strage e si impegnò personalmente a condurli fuori del paese. Gli Spartani accettarono la proposta, sicché Tera partì, con tre penteconteri, per raggiungere i discendenti di Membliareo conducendo con sé anche i Mini; non tutti però, anzi pochi: i più in effetti si diressero verso i Paroreati e i Cauconi e li scacciarono dai loro territori, dove poi, divisisi in sei gruppi, fondarono sei città, Lepreo, Macisto, Frisse, Pirgo, Epio e Nudio; ma quasi tutte queste città sono state messe a sacco dagli Elei ai miei tempi. L'isola di Calliste fu poi chiamata Tera dal nome del suo colonizzatore. (Erodoto, Storie, IV, 145, 148, 150) --Carlog3 (msg) 17:32, 28 lug 2009 (CEST)[rispondi]