Discussione:Maschio Angioino

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è vero che all'entrata del Maschio Angioino di Napoli sull'arcata di una porta c'e' scritto pressappoco .."Giovanna, regina dei vandali e dei goti"?--Tempiese 20:15, 30 nov 2006 (CET)[rispondi]

Non vi sembra che la pare introduttiva dell'articolo sia un pò troppo ridondante? Alla seconda lettura pare persino un pò tronfia e ridicola. Io direi di ritoccarla per farla diventare più sobria.--SpeDIt 13:07, 28 giu 2007 (CET)[rispondi]

Ho spostato la pagina a Maschio Angioino. E' sicuramente il nome più utilizzato, come descritto nella prima riga della pagina. Attendo pareri. --o'Sistemoneinsultami 02:29, 15 nov 2011 (CET)[rispondi]

È il nome più diffuso, ma secondo la storiografia questo nome risulterebbe essere una (brutta) storpiatura... vediamo un pò. Il problema comunque sta nel fatto che all'interno non si parla minimamente delle vicende del castello postunitarie che sono importantissime speice per l'architettura del castello.Bisogna ovviare a questa grave mancanza. Tra le tante cose, a questo periodo risalirebbe appunto l'origine del nome Maschio Angioino.--CityClass 18:04, 14 giu 2012 (CEST)[rispondi]

salve, ho letto nell'articolo che la realizzazione della sala dei baroni fu affidatada Roberto d' Angiò all' architetto Sagrera e a Giotto per la decorazione. Ma la cosa non ha senso. Sagrera fu chiamato dal re Alfonso di Aragona (come si dice nella prima parte dell'articolo) per ristrutturare il castello e non da Renato d'Angiò (il che è comprensibile visto che Roberto d' Angiò era francese, mentre Alfonso era spagnolo, come Sagrera). Comunque sia la Roberto d' Angiò regno tra 1438 e 1442 mentre Alfonso d'Aragona dal 1444, ma Giotto era morto nel 1337

Fonti: "Cerchiari-De Vecchi, Arte nel Tempo" e tutti i manuali di storia moderna

Allora le mie fonti dicono che le cose sono andate così:
  1. La sala Maior fu voluta da Roberto d'Angiò e fu affrescata da Giotto nel 1330.
  2. Sotto il regno di Alfonso d'Aragona (1442-1458) la sala fu rifatta da Guglielmo Sagrera ampliando gli spazi che occupava la prima sala angioina.
  3. Nel 1486 la sala divenne dei Baroni a seguito dei fatti di storia.
ti trovi con i tre punti sopra descritti?--o'Sistemoneinsultami 15:46, 2 giu 2012 (CEST)[rispondi]

Inaugurazione La Fondazione Valenzi[modifica wikitesto]

All'inizio c'è questa frase "La Fondazione Valenzi vi ha la sua sede di rappresentanza, inaugurata il 15 novembre 2009 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella" che mi lascia perplesso perchè nel 2009 il Presidente della Repubblica era Napolitano e non Mattarella.

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Maschio Angioino. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 09:45, 24 apr 2019 (CEST)[rispondi]

Sala dei Baroni[modifica wikitesto]

Avete scritto: "Collocata all'angolo della torre "di Beverello", tra il lato settentrionale e il lato orientale, rivolto al mare, l'ampia sala (26 m x 28 m) è coperta da una volta ottagonale poggiante su grandi strombature angolari e munita di sedici costoloni che formano un disegno a stella con al centro un luminoso oculo. Intorno alla cupola vi sono delle piccole finestre che servivano ai soldati per vigilare sulla persona del re quando questi riceveva visite o ambasciatori. L'accesso a tale posizione della sala, era possibile tramite la scala elicoidale (scala catalana) in piperno ed in pietra di tufo, posta nell'adiacente torre del Beverello e realizzata anch'essa da Guillem Sagrera, in occasione dei lavori che interessarono tutto l'ambiente reale. Il pavimento della sala era decorato con maiolica invetriata bianca e azzurra, provenienti da Valencia.".

Io cambierei alcune cose, perché sono sbagliate: 1) la volta non è ottagonale; 2) la volta non appoggia su strombature; 3) non conto 16 costoloni (o nervature); 4) l'oculo spero sia soltanto tamponato. Io scriverei come segue: "Collocata all'angolo della torre "di Beverello", tra il lato settentrionale e il lato orientale, rivolto al mare, l'ampia sala (26 m x 28 m) è coperta da una volta a ombrello (oppure "a creste e vele") con lunette a sesto acuto ribassato, rafforzata da costoloni (o nervature) che convergono al centro con un luminoso oculo e si raccordano alla muratura perimetrale direttamente e negli angoli anche per mezzo di una sorta di pennacchi a cuffia o archi e volte degradanti verso i vertici. Intorno alla volta vi sono delle piccole finestre che servivano ai soldati per vigilare sulla persona del re quando questi riceveva visite o ambasciatori. L'accesso a tale posizione della sala, era possibile tramite la scala elicoidale (scala catalana) in piperno ed in pietra di tufo, posta nell'adiacente torre del Beverello e realizzata anch'essa da Guillem Sagrera, in occasione dei lavori che interessarono tutto l'ambiente reale. Il pavimento della sala era decorato con maiolica invetriata bianca e azzurra, provenienti da Valencia.".

Inoltre si potrebbe anche modificare come segue, per far capire meglio la composizione sia da un punto di vista tecnico che simbolico della terra che stà sotto al cielo (quadrato = terra; ottagono = cerchio = cielo): "Collocata all'angolo della torre "di Beverello", tra il lato settentrionale e il lato orientale, rivolto al mare, l'ampia sala è coperta da una volta a ombrello (oppure "a creste e vele") con lunette a sesto acuto ribassato, rafforzata da costoloni (o nervature) che convergono al centro con un luminoso oculo. Nei quattro angoli della sala, che idealmente dovrebbe essere quadrata (in realtà è rettangolare 26 m x 28 m) col fine di rappresentare simbolicamente la terra che stà sotto al cielo, si trovano una sorta di pennacchi a cuffia o archi e volte degradanti verso i vertici con lo scopo di raccordare la muratura ottagonale (forma poligonale assosiata al cerchio e quindi simbolicamente al cielo) soprastante quella quadrata. Nelle lunette a sesto acuto ribassato, quelle intorno alla volta, vi sono delle piccole finestre, che servivano ai soldati per vigilare sulla persona del re quando questi riceveva visite o ambasciatori. L'accesso a tale posizione della sala, era possibile tramite la scala elicoidale (scala catalana) in piperno ed in pietra di tufo, posta nell'adiacente torre del Beverello e realizzata anch'essa da Guillem Sagrera, in occasione dei lavori che interessarono tutto l'ambiente reale. Il pavimento della sala era decorato con maiolica invetriata bianca e azzurra, provenienti da Valencia.".