Discussione:Germania anno zero

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La richiesta di citazione alla voce Note si rende necessaria a partire da dati che puntano in direzione opposta. 1)"Nel corso del 1949 (negli Usa) c'è spazio per un complessivo ridimensionamento delle valutazioni del cinema italiano che investe Germania, anno zero e per il ritorno ad una sua celebrazione quasi incondizionata con Ladri di biciclette... 2)(Per la Francia): "Con attenzione è seguita la genesi di Germania, anno zero nel corso del 1947. All'uscita il film registra però l'impressione negativa di Jean George Auriol ("Germania anno zero",in "La Revue du Cinema", 17 settembre 1948) , per il quale l'opera ha una struttura superficiale da collage che non permette di cogliere l'essenza del dramma tedesco. Nel 1949, nonostante la delusione di Bazin ("Allemagne année zéro" in "L'Ecran Français", 8 febbraio 1949) il film ottiene le attenzioni favorevoli di Raymond Barkan ("Allemagne année zéro", in "L'Ecrain Français", 1 febbraio 1949), per il quale Rossellini è il portatore di un'umanesimo universale che gli consente di padroneggiare d'istinto e con disinvoltura la tecnica."

I frammenti citati sono tratti da Claudio Bisoni, "Il cinema italiano oltre confine", in "Storia del cinema italiano", Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, Venezia, 2003.derek (msg) 19:40, 12 feb 2009 (CET)[rispondi]