Discussione:Coalizione della Sinistra, dei Movimenti e dell'Ecologia

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Traslitterazione/pronuncia[modifica wikitesto]

Va bene, forse sono stato un po' troppo diretto. Inizio scrivendo qui, ma forse è un problema già sollevato altrove. Di per sé una traslitterazione lettera per lettera dal greco è inutile, visto che permane sempre il dubbio sulla pronuncia corretta, che conoscerà solo chi sa già leggere l'originale (e parlo di conoscere il greco moderno, non l'alfabeto insegnato al liceo). Una trascrizione da un alfabeto all'altro deve portare con sé anche una chiave della pronuncia; bisogna rendere la stessa cosa in due sistemi diversi. Nel caso del greco si è ingannati dal fatto che esiste una corrispondenza quasi biunivoca ed evidente fra i vari segni greci e latini; molte lettere sono quasi uguali graficamente. Ciononostante, non è uno di quei casi in cui la scrittura è fonetica, come in georgiano o arabo, per esempio, cioè dove a ogni simbolo corrisponde sempre un unico suono (o una combinazione). Il greco ha invece un'ortografia conservatrice e stratificatasi nel tempo: giusto per fare l'esempio classico, ι, η, υ, ει e οι si leggono tutte "i". D'altronde, anche la presunta "traslitterazione" presentata su questa pagina si contraddice e non è precisa: per esempio, la eta viene riportata come una "ī". Ciò significa che le due lettere iota ed eta, che in greco sono differenti, vengono sostanzialmente rese con la stessa in italiano. Il macron poi è fuorviante, perché si rifà direttamente al greco antico e pare indicare la lunghezza della vocale: ciò è totalmente fuori luogo, visto che in greco moderno non esistono vocali lunghe, e comunque non esiste nessuna distinzione fra lunghe e corte. Lo stesso discorso vale per omicron e omega, iota e ipsilon, e tutto il resto. Non bisognerebbe neanche prendere a esempio i tanti modi confusi e influenzati dal classicismo con cui nella stessa Grecia si trascrivono parole nell'alfabeto latino, a partire dalla nota "Hellas" per Ελλάς (elàs), dove compare una h che non esiste più da secoli nella realtà. Il sunto è questo: una traslitterazione precisa è ridondante e inutile, perché non aggiunge nessuna informazione, anzi, ne fornisce di sbagliate: immagino chi leggerà e ripeterà "oicologìa", anziché un più fedele "icoloyìa". Bisognerebbe adottare come standard una trascrizione in italiano, come quella che avevo proposto: "sinaspismòs tis aristeràs ton kinimàton ke tis ikoloyìas". Il resto è solo un baloccarsi con gli alfabeti e rimandi inopportuni al greco antico. A volte dubito che chi compie queste traslitterazione abbia davvero un'idea di come sia il greco moderno.

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