Discussione:Botte

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Sospetta violazione di copyright[modifica wikitesto]

Riporto qui il testo sospettato di violazione di copyright:

Storia ed origine della Botte "L'Arte del Bottaio"
L’arte del bottaio è tanto antica che non se ne conoscono le origini. Si suppone che la botte come la ruota e la barca, derivi dal tronco d’albero che venne scavato per ottenere un recipiente. Quando si scoprì che bastava serrarlo con dei legacci per eliminare le eventuali fessure, nacque l’idea del tino o mastello.
Tale recipiente era però molto difficile da trasportare, perché se pieno doveva mantenere la posizione verticale. Si sviluppò così l’idea di chiudere anche il fondo superiore e di dare una certa gonfiezza al centro della botte per riuscire a farla rotolare e per dare la possibilità ai cerchi di serrare. Infatti se la botte fosse solamente un cilindro, i cerchi non riuscirebbero a far presa in modo definitivo.
Al suo apparire ci rese conto dei grandi vantaggi che procurava, per l’isolamento termico, per la rotondità che conferiva al vino, e per aver eliminato il pericolo di rotture dato dalle anfore.
L’uso del nuovo contenitore si diffuse rapidamente in tutto il mondo Greco-Romano, come attesta la storia d Diogene, che visse in una botte nel IV secolo a.C. oppure di Attilio Regolo, che morì rotolando in una botte irta di chiodi a Cartagine nel III a.C. . Questi due episodi testimoniano anche l’origine mediterranea della botte.
Tuttavia Vitruvio ed Erodiano sono per l’origine alpina e un passo di Plinio ne da chiara l’idea “ ..presso le alpi mettono il vino in vasi di legno cerchiati per evitare che si agghiacci per il gran freddo invernale” Il greco Strabone lo conferma quando dice che “…nella gallia cisalpina (attualmente l’Italia settentrionale) si costruivano botti più grandi di una casa..”
Nella Venetia et Histria l’arte del bottaio era già fiorente, specialmente ad Aquileia, come scrive Vitruvio. Basti pensare che nel 238 Massimino il Trace costruì rapidamente un ponte sull’Isonzo alla Mainizza servendosi di botti legate assieme. Così poté attraversare il fiume con l’esercito ed arrestare le orde barbariche.
L’arte del Bottaio, dopo una piccola crisi nel periodo dell’alto Medioevo, tornò a fiorire nel basso Medioevo dove si necessitava di tali recipienti per trasportare il vino nei paesi nordici, o negli scambi marittimi delle repubbliche marinare. A Venezia in onore a questa lavorazione esiste tutt’ora la "calle dei boteri", in italiano “vicolo dei bottai”.
Dal 1900 al nuovo millennio
Le fabbriche di botti fiorirono in tutta Europa rapidamente, e verso la fine del ‘800, quando comparvero le grandi cantine sociali e private, che necessitavano di botti giganti, si arrivò alla massima espansione del mestiere.
Tutti i vini infatti soggiornavano in botti di legno, ed il rovere in Europa abbondava. Le fabbriche di botti fiorirono un po’ dappertutto in Italia e in Europa, sia in zone vinicole che in quelle produttrici di birra.
In Italia citiamo alcune delle principali aziende che costruvano botti nel secolo scorso la Graziano di Voghera (PV), e la Comola di Milano, la Damian e la Garbellotto di Conegliano (TV).
Conegliano già all’inizio dell’800 andava ad affermarsi come uno centri Europei più importanti per la produzione di botti basti pensare che esistevano più di 5 industrie impegnate in tale lavorazione. Questo primato era aiutato dalla facilità di comunicazione e di trasporto ferroviario, con le foreste balcaniche della Slavonia – Bosnia, anche loro al tempo facenti parte dell’Impero Ausburgico.
La Crisi del Settore
Il periodo di maggior splendore furono gli anni dal 1920 al 1960, fino agli anni ’70 quando arrivò la crisi del settore. La crisi era dovuta principalmente a quattro fattori:
  1. L’utilizzo sempre maggiore di recipienti costruiti con altri materiali, partendo negli anni ’50 con il cemento, per arrivare alla plastica e all’acciaio, in uso ancora nei giorni nostri.
  1. La congiuntura economica internazionale che portò alla crisi del petrolio nella fine degli anni ’70, che comportava il congelamento degli investimenti a lungo termine, quindi anche gli acquisti di bottame.
  1. Il cambio della gusto del consumatore, il quale non voleva più vini invecchiati, ma giovani, rendendo così pressoché inutile l’invecchiamento in botti.
  1. Avvento dei barili o barriques, come unico metodo d’invecchiamento, per lo scarso mercato rimasto.
La crisi del mercato fece chiudere tutte le maggiori Industrie Italiane ed Europee, a sola eccezione della Garbellotto Botti S.p.a, che si salvò grazie all’enorme fornitura commissionata dalla Californiana Winery Gallo (una delle cantine più grandi del mondo)

--Carnby (msg) 21:32, 28 feb 2011 (CET)[rispondi]