Bozza:Concordia dei Pandolfini

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Concordia dei Pandolfini (m 1263) - nobildonna italiana, figlia di Arrighetto (Arighino, o Righetto), visconte e vicario imperiale della Romagna (con residenza in quel tempo a Rimini), e discendente - in linea materna - dalla casata ghibellina dei Parcitadi. Verso il 1247 divenne la prima moglie di Malatesta da Verucchio (propriam. Malatesta II Malatesta da Verucchio), che sarà Signore di Rimini dal 1295 al 1312, citato da Dante come Mastin vecchio (Inferno, XXVII, 46-48).

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Malatesta da Verucchio, Concordia ebbe 5 figli:

  • Giovanni Malatesta, detto Gianciotto o lo Sciancato (1241/42-1304),(da Gian Ciotto, ossia Gianni lo Zoppo), rimasto storpio dopo una caduta da cavallo in età giovanile, marito e assassino di Francesca da Polenta, figlia di Guido, Signore di Ravenna;
  • Paolo Malatesta, detto il Bello (1242/45-~1284), cognato e amante di Francesca da Polenta, ucciso anch'egli da Gianciotto;
  • Ramberto Malatesta (m 1298);
  • Malatestino Malatesta, detto dell'Occhio (1248/51-1317), successore del padre come Signore di Rimini (1312-17), anch'egli ricordato da Dante per la sua crudeltà insieme al padre come Mastin nuovo (Inferno, XXVII, 46-48) e poi per il suo tradimento (Inferno, XXVIII, 85 e segg);
  • Rengarda Malatesta (m <1312)

Paolo e Frabcesca sono gli indiscussi protagonisti del V Canto dell'Inferno (dal v 73 alla fine); Gianciotto viene citato al v 107, quando Francesca - che parla anche per Paolo - pronuncia la frase di condanna "Caina attende chi a vita ci spense".