Sbadiglio: differenze tra le versioni

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Si è speculato che un'altra causa potrebbe essere il nervosismo, dato che lo sbadiglio aumenterebbe lo stato di allerta dell'individuo. A sostegno di questa tesi si è notato come i paracadutisti spesso sbadiglino prima del loro primo lancio.
Si è speculato che un'altra causa potrebbe essere il nervosismo, dato che lo sbadiglio aumenterebbe lo stato di allerta dell'individuo. A sostegno di questa tesi si è notato come i paracadutisti spesso sbadiglino prima del loro primo lancio.


Lo sbadiglio negli umani è contagioso <ref>{{cita pubblicazione|autore= Provine RR |titolo= Yawning|rivista= American Scientist 2005, 93: 532–539}}</ref>; questo significa che, in generale, è più probabile che una persona sbadigli dopo aver percepito (con la vista, l'udito, o entrambi i sensi) lo sbadiglio emesso da un'altra persona. La frequenza di contagio varia durante il giorno, con un picco a mattina presto e in tarda serata <ref>{{cita pubblicazione|autore= Gigante F, Zilli I|titolo= The daily time course of contagious and spontaneous yawning among humans|rivista= Journal of Ethology 2011, 29: 215–219. 10.1007/s10164-010-0242-0}}</ref>. Un recente studio condotto da Ivan Norscia ed Elisabetta Palagi (Università di Pisa) ha fornito la prima evidenza comportamentale che il contagio dello sbadiglio è legato al legame empatico tra le persone <ref name=norsciapalagi>{{cita pubblicazione|autore= Norscia I.,Palagi E. |url=http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0028472|titolo= Yawn contagion and empathy in <i>Homo sapiens</i>|rivista= PLoS ONE 2011, 6(12): e28472. doi:10.1371/journal.pone.0028472}}</ref>. Lo studio ha dimostrato che il contagio segue lo stesso gradiente dell'empatia: è massimo nei parenti stretti (genitori/figli/nipoti, fratelli, coppie stabili), decresce negli amici, poi nei conoscenti (persone legate solo da un terzo elemento esterno, cioè il lavoro o un amico in comune) e raggiunge il minimo negli sconosciuti <ref name=norsciapalagi/>. Lo studio rivela che anche la risposta allo sbadiglio (misurata in termini di tempo di latenza) è più rapida tra parenti stretti, amanti e amici <ref name=norsciapalagi/>.
Molte persone credono che lo sbadiglio sia contagioso, il che è vero poiché è contagioso per via dell'empatia che ci lega l'uno con l'altro. È quanto emerge da una ricerca britannica. Secondo lo studio, soltanto gli esseri umani e gli [[scimpanzé]] sbadigliano dopo aver visto un loro simile farlo, proprio per via di questa capacità si ha bisogno di identificarsi con i loro simili. I ricercatori del Birkbeck College di Londra hanno inoltre osservato che i bambini autistici non vengono contagiati dallo sbadiglio altrui.<ref>http://www.newscientist.com/article/mg19426104.400-yawning-may-boost-brains-alertness.html</ref>
Vari studi di tipo clinico, psicologico e neurobiologico suggeriscono e supportano il legame tra contagio dello sbadiglio e empatia. Ad esempo, il contagio inizia a manifestarsi a 4-5 anni di età <ref>{{cita pubblicazione|autore= Millen A, Anderson JR |titolo= Neither infants nor toddlers catch yawns from their mothers |rivista= Biol Lett 2011, 7: 440–442}}</ref> , quando i bambini sviluppano la capacità di identificare, in modo corretto, le emozioni altrui <ref>{{cita pubblicazione|autore= Singer T |titolo= The neuronal basis and ontogeny of empathy and mind reading: review of literature and implications for future research |rivista= Neurosci Biobehav Rev 2006, 30: 855–863}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Saxe R, Carey S, Kanwisher N |titolo= Understanding other minds: linking developmental psychology and functional neuroimaging |rivista= Ann Rev Psychol 2004, 55: 87–124}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Wiggers M, van Lieshout FM |titolo= Development of recognition of emotions: children's reliance on situational and facial expressive cues |rivista= Develop Psychol 1985, 21: 338–349}}</ref>. Inoltre, il contagio è ridotto o assente in soggetti che presentano disturbi legati all’empatia, come gli autistici <ref>{{cita pubblicazione|autore= Helt M S, Eigsti I M, Snyder PJ, Fein DA |titolo= Contagious yawning in autistic and typical development |rivista= Child Dev 2010, 81: 1620–1631}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Senju A, et al. |titolo= Absence of contagious yawning in children with autism spectrum disorder |rivista= Biol Lett 2007, 3: 706–708}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Giganti F, Esposito Ziello M |titolo= Contagious and spontaneous yawning in autistic and typically developing children |rivista= Curr Psychol Lett 2009, 25: 1–11}}</ref> ed è positivamente legato ai punteggi soggettivi di empatia basati su test di tipo psicologico <ref>{{cita pubblicazione|autore= Platek SM, Critton SR, Myers TE, Gallup GG Jr |titolo= Contagious yawning: The role of self-awareness and mental state attribution |rivista= Cognit Brain Res 2003, 17: 223–227}}</ref>. Inoltre le aree del cervello legate alla sfera emotiva si sovrappongono, in parte, con quelle coinvolte nella risposta allo sbadiglio, con un possibile coinvolgimento dei neuroni specchio <ref>{{cita pubblicazione|autore= Platek SM, Mohamed FB, Gallup GG Jr |titolo= Contagious yawning and the brain |rivista= Cognit Brain Res 2005, 23: 448–452}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Schurmann M, Hesse MD, Stephan KE, Saarela M, Zilles K, et al. |titolo= Yearning to yawn: The neural basis of contagious yawning|rivista= NeuroImage 2005, 24: 1260–1264}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Nahab FB, Hattori N, Saad ZS, Hallett M |titolo= Contagious yawning and the frontal lobe: An fMRI study |rivista= Hum Brain Mapp 2009, 30: 1744–1751}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Eslinger PJ |titolo= Neurological and neuropsychological bases of empathy |rivista= Europ Neurol 1998, 39: 193–199}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Shamay-Tsoory SG, Tomer R, Berger BD, Aharon-Peretz J |titolo= Characterization of empathy deficits following prefrontal brain damage: The role of the right ventromedial prefrontal cortex |rivista= Cogn Neurosci 2003, 15: 324–337}}</ref>, <ref>{{cita pubblicazione|autore= Arnott SR, Singhal A, Goodale MA |titolo= An investigation of auditory contagious yawning |rivista= Behav Neurosci 2009, 9: 335–342}}</ref>.

È quanto emerge da una ricerca britannica. Secondo lo studio, soltanto gli esseri umani e gli [[scimpanzé]] sbadigliano dopo aver visto un loro simile farlo, proprio per via di questa capacità si ha bisogno di identificarsi con i loro simili. I ricercatori del Birkbeck College di Londra hanno inoltre osservato che i bambini autistici non vengono contagiati dallo sbadiglio altrui.<ref>http://www.newscientist.com/article/mg19426104.400-yawning-may-boost-brains-alertness.html</ref>




== Note ==
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<references />
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Joseph Ducreux che sbadiglia (autoritratto del 1783 ca.)

Uno sbadiglio è un riflesso di una profonda inalazione ed espirazione del respiro. Pandiculazione è il termine utilizzato per definire l'insieme delle contrazioni muscolari che di solito accompagnano lo sbadiglio, e che portano a "stiracchiarsi".[1]

Lo sbadiglio è normalmente associato alla stanchezza, allo stress, al lavoro, alla mancanza di stimoli, alla noia. Anche per queste ragioni lo sbadiglio può essere un potente messaggio non verbale dai numerosi significati, dipendenti dalle circostanze.

Le esatte cause che provocano uno sbadiglio sono tuttora indeterminate. Alcuni dichiarano che sbadigliare non può essere causato da una mancanza di ossigeno, proprio perché l'atto dello sbadiglio in sé riduce sensibilmente l'immissione di ossigeno nei polmoni, che si ha con la respirazione normale[2]. Si è speculato che un'altra causa potrebbe essere il nervosismo, dato che lo sbadiglio aumenterebbe lo stato di allerta dell'individuo. A sostegno di questa tesi si è notato come i paracadutisti spesso sbadiglino prima del loro primo lancio.

Lo sbadiglio negli umani è contagioso [3]; questo significa che, in generale, è più probabile che una persona sbadigli dopo aver percepito (con la vista, l'udito, o entrambi i sensi) lo sbadiglio emesso da un'altra persona. La frequenza di contagio varia durante il giorno, con un picco a mattina presto e in tarda serata [4]. Un recente studio condotto da Ivan Norscia ed Elisabetta Palagi (Università di Pisa) ha fornito la prima evidenza comportamentale che il contagio dello sbadiglio è legato al legame empatico tra le persone [5]. Lo studio ha dimostrato che il contagio segue lo stesso gradiente dell'empatia: è massimo nei parenti stretti (genitori/figli/nipoti, fratelli, coppie stabili), decresce negli amici, poi nei conoscenti (persone legate solo da un terzo elemento esterno, cioè il lavoro o un amico in comune) e raggiunge il minimo negli sconosciuti [5]. Lo studio rivela che anche la risposta allo sbadiglio (misurata in termini di tempo di latenza) è più rapida tra parenti stretti, amanti e amici [5]. Vari studi di tipo clinico, psicologico e neurobiologico suggeriscono e supportano il legame tra contagio dello sbadiglio e empatia. Ad esempo, il contagio inizia a manifestarsi a 4-5 anni di età [6] , quando i bambini sviluppano la capacità di identificare, in modo corretto, le emozioni altrui [7], [8], [9]. Inoltre, il contagio è ridotto o assente in soggetti che presentano disturbi legati all’empatia, come gli autistici [10], [11], [12] ed è positivamente legato ai punteggi soggettivi di empatia basati su test di tipo psicologico [13]. Inoltre le aree del cervello legate alla sfera emotiva si sovrappongono, in parte, con quelle coinvolte nella risposta allo sbadiglio, con un possibile coinvolgimento dei neuroni specchio [14], [15], [16], [17], [18], [19].

È quanto emerge da una ricerca britannica. Secondo lo studio, soltanto gli esseri umani e gli scimpanzé sbadigliano dopo aver visto un loro simile farlo, proprio per via di questa capacità si ha bisogno di identificarsi con i loro simili. I ricercatori del Birkbeck College di Londra hanno inoltre osservato che i bambini autistici non vengono contagiati dallo sbadiglio altrui.[20]


Note

  1. ^ MedOnline.net term pandiculate
  2. ^ http://www.americanscientist.org/template/AssetDetail/assetid/47361
  3. ^ Provine RR, Yawning, in American Scientist 2005, 93: 532–539.
  4. ^ Gigante F, Zilli I, The daily time course of contagious and spontaneous yawning among humans, in Journal of Ethology 2011, 29: 215–219. 10.1007/s10164-010-0242-0.
  5. ^ a b c Norscia I.,Palagi E., Yawn contagion and empathy in Homo sapiens, in PLoS ONE 2011, 6(12): e28472. doi:10.1371/journal.pone.0028472.
  6. ^ Millen A, Anderson JR, Neither infants nor toddlers catch yawns from their mothers, in Biol Lett 2011, 7: 440–442.
  7. ^ Singer T, The neuronal basis and ontogeny of empathy and mind reading: review of literature and implications for future research, in Neurosci Biobehav Rev 2006, 30: 855–863.
  8. ^ Saxe R, Carey S, Kanwisher N, Understanding other minds: linking developmental psychology and functional neuroimaging, in Ann Rev Psychol 2004, 55: 87–124.
  9. ^ Wiggers M, van Lieshout FM, Development of recognition of emotions: children's reliance on situational and facial expressive cues, in Develop Psychol 1985, 21: 338–349.
  10. ^ Helt M S, Eigsti I M, Snyder PJ, Fein DA, Contagious yawning in autistic and typical development, in Child Dev 2010, 81: 1620–1631.
  11. ^ Senju A, et al., Absence of contagious yawning in children with autism spectrum disorder, in Biol Lett 2007, 3: 706–708.
  12. ^ Giganti F, Esposito Ziello M, Contagious and spontaneous yawning in autistic and typically developing children, in Curr Psychol Lett 2009, 25: 1–11.
  13. ^ Platek SM, Critton SR, Myers TE, Gallup GG Jr, Contagious yawning: The role of self-awareness and mental state attribution, in Cognit Brain Res 2003, 17: 223–227.
  14. ^ Platek SM, Mohamed FB, Gallup GG Jr, Contagious yawning and the brain, in Cognit Brain Res 2005, 23: 448–452.
  15. ^ Schurmann M, Hesse MD, Stephan KE, Saarela M, Zilles K, et al., Yearning to yawn: The neural basis of contagious yawning, in NeuroImage 2005, 24: 1260–1264.
  16. ^ Nahab FB, Hattori N, Saad ZS, Hallett M, Contagious yawning and the frontal lobe: An fMRI study, in Hum Brain Mapp 2009, 30: 1744–1751.
  17. ^ Eslinger PJ, Neurological and neuropsychological bases of empathy, in Europ Neurol 1998, 39: 193–199.
  18. ^ Shamay-Tsoory SG, Tomer R, Berger BD, Aharon-Peretz J, Characterization of empathy deficits following prefrontal brain damage: The role of the right ventromedial prefrontal cortex, in Cogn Neurosci 2003, 15: 324–337.
  19. ^ Arnott SR, Singhal A, Goodale MA, An investigation of auditory contagious yawning, in Behav Neurosci 2009, 9: 335–342.
  20. ^ http://www.newscientist.com/article/mg19426104.400-yawning-may-boost-brains-alertness.html

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