Egizia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Egizia
Tipogioco da tavolo
Luogo origineBandiera dell'Italia Italia
AutoreAcchittocca
IllustratoreFranz Vohwinkel
EditoreHans im Glück (2009)

Stronghold Games (2019)

1ª edizione2009
Altre edizioni2019
Regole
N° giocatori2-4 giocatori
AmbientazioneAntico Egitto
Requisiti
Età12+
Durata75-90 minuti
AleatorietàBassa

Egizia è un gioco da tavolo in stile tedesco del gruppo di autori italiani Acchittocca, composto da Stefano Luperto, Flaminia Brasini, Virginio Gigli e Antonio Tinto, pubblicato nel 2009 da Hans im Glück.

Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]

Il gioco è ambientato nell'Antico Egitto.

Con le loro navi i giocatori scendono il corso del Nilo, per raccogliere risorse e acquisire squadre di costruttori che li aiuteranno a costruire alcuni dei monumenti più famosi dell'Egitto, per raggiungere e occupare campi lungo il fiume e per raccogliere pietre per lavorare su grandi strutture (la Sfinge, le piramidi, gli obelischi, i templi e le tombe)[1].

Egizia è un gioco di strategia che utilizza la meccanica di gioco del piazzamento lavoratori.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione del gioco è stata pubblicata da Hans im Glück nel 2009.

Nel 2019 l'editore Stronghold Games ha pubblicato una nuova edizione del gioco dal titolo Egizia: Shifting Sands[2], nella quale è stato corretto il bilanciamento delle azioni del gioco originale, potenziando alcune azioni meno forti e limando quelle che prima erano troppo potenti, fornendo nel complesso un migliore equilibrio di gioco[3].

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il gioco ha avuto i seguenti riconoscimenti:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Egizia, su La Tana dei Goblin, 21 dicembre 2010. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  2. ^ (EN) Egizia: Shifting Sands, su BoardGameGeek. URL consultato l'11 ottobre 2021.
  3. ^ Egizia: Shifting Sands: scegliete tra soddisfare il Faraone o morire (di lavoro), su La Tana dei Goblin, 24 settembre 2020. URL consultato l'11 ottobre 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]