Bachelite
Bachelite | |
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Nome IUPAC | |
Poliossibenzilmetilenglicolanidride | |
Indicazioni di sicurezza | |
Il Poliossibenzilmetilenglicolanidride conosciuto comunemente come bachelite (o bakelite)[1] è il nome dato a una resina fenolica termoindurente ottenuta da formaldeide e fenolo per sostituzione elettrofila (idrossialchilazione aromatica) seguita da reazione di eliminazione, tramite reazione di Lederer-Manasse.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Fu sintetizzata per la prima volta nel 1907 da Leo Baekeland, da cui prende il nome. La produzione industriale di massa prese avvio negli Stati Uniti e nel Regno Unito negli anni venti, e venne diffusamente utilizzata almeno fino agli anni 1960.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La bachelite possiede caratteristiche isolanti termoelettriche che, principalmente in passato, l'hanno vista utilizzata largamente in elementi elettrotecnici, interruttori elettrici, prese elettriche, manici di pentolame, apparati di radioricezione e altri. Viene considerata la prima materia plastica sintetica prodotta e utilizzata, pur se preceduta dalle materie plastiche a base naturale come la galalite.
Col termine si intendeva spesso nel linguaggio comune un materiale composito in cui la resina fenolica impregna un materiale riempitivo - spesso farina di legno, o grafite, mica, farina fossile - addizionato di additivi specifici per migliorarne l'aspetto, coloranti e altre cariche (ad esempio per ottenere effetti marmorizzati o simili alla tartaruga).
Utilizzo
[modifica | modifica wikitesto]Le bacheliti vengono utilizzate soprattutto come polveri da stampaggio e, a caldo, in miscela con riempitivi (farina di legno, cascame di cotone, farina fossile, ecc.), con agenti di indurimento, lubrificanti e coloranti.
Pressando a caldo, si ottengono oggetti con le caratteristiche fisiche, meccaniche, elettriche più diverse, che ne determinano l'uso. Sono ad esempio ottenuti in tal modo gli apparecchi telefonici, le bocce sintetiche e le punte per i break (le stecche usate per aprire la partita di biliardo), i cruscotti delle automobili, molte parti protettive di apparecchi elettrici, per fare i circuiti stampati[2], in bigiotteria per imitare vari elementi preziosi, tra cui l'avorio e l'ambra[3] ecc. La bachelite è stata inoltre utilizzata per realizzare i primi visori View-Master.
In bachelite sono realizzate anche le impugnature delle sciabole d’ordinanza di ufficiali e sottufficiali delle Forze Armate Italiane.
Anche i piani da stampa dei torchi calcografici più moderni sono realizzati in bachelite.
Viene anche usata per “forgiare” le ghiere di orologi
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ "bachelite" nell'enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 2 maggio 2016.
- ^ Circuiti stampati singola faccia, doppia faccia e multistrato, su baselectron.it. URL consultato il 15 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2012).
- ^ Storia della bachelite
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «bachelite»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla bachelite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- bachelite, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Bakelite, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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