Utente:Vittorio Catalano Gonzaga/Sandbox/palazzo cirella

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Aggiunte Palazzo Cirella

[modifica | modifica wikitesto]

Il governo borbonico espropriò alla fine del '700 i beni appartenenti alla compagnia del Gesù, similmente a quanto avevano fatto i Borboni di Francia e Spagna. Fra tali beni, a Napoli vi era il comprensorio di case che comprendeva l'intera penisola di San Ferdinando, detta della Reale Chiesa, confinante con via San Carlo, piazza San Ferdinando, via Toledo, vico Rotto San Carlo e vico della Chianca a Toledo.[1]. Nel 1794 l'intera penisola venne messa all'asta pubblica dal Governo. Il 7 marzo 1789 il barone Gennaro Rossi di Castro presentò istanza alla Reale Camera della Summaria ed all'Azienda dell'Educazione per acquisire il comprensorio della penisola di San Ferdinando.[2] L'apprezzo del Commissario della Reale Azienda[3]fu indicato nel 1789 di 151.116,42 ducati. Il barone Rossi venne immesso nel possesso reale della penisola il 15 luglio 1790 e riuscì in seguito a transare le controversie sorte con un successivo versamento di 450 ducati il 5 aprile 1792. Il prezzo definitivo fu di 153.376,22 ducati con spese di stipula suddivisa fra le parti[4]. Il barone Rossi donò l'intero comprensorio al nipote Giovanbattista Rossi[5] alla cui morte risultò erede l'unica figlia, Marianna, moglie del duca di Cirella don Pasquale Catalano Gonzaga[6]. I coniugi Catalano Gonzaga restaurarono completamente il palazzo adattandolo a dimora nobile e trasferendo l'intera famiglia da l palazzo a Monte di Dio.

Alla morte della duchessa Marianna, il 5 settembre 1840 l'eredità[7] venne raccolta dai figli Clemente, Luigi, Alfonso, Gaetano, Angela e Giulia disponendo che l'eredità fosse divisa in 6 parti di cui due le assegnò al primogenoto Clemente, una per ciascun maschio ed una divisa in parti eguali per le due femmine. Il 17 gennaio 1843 morì, a soli 3 anni, Giulia, e ne furono eredi il padre duca Pasquale Catalano Gonzaga ed i fratelli. Il 4 marzo 1853 la I° Camera del Tribunale di Napoli nominò i periti incaricati della valutazione dei lotti ereditari[8], che depositarono la loro relazione alla Cancelleria del Tribunale il 22 luglio 1853[9].

Alla morte di Clemente, il 24 luglio 1857, subentrarono il padre Pasquale ed i quattro fratelli superstiti. Alla morte del duca Pasquale il 29 settembre 1869 subentrarono per la disponibile i figli Luigi, Gaetano e Alfonso, cui si aggiunse, nella legittima, la figlia Angela. Fra il 1870 ed il 1882, varie vendite fra fratelli resero proprietari del Palazzo il duca Luigi Catalano Gonzaga ed il fratello Gaetano. Nel 1885, in base alla legge sulle Pubbliche Utilità, il cav. Gaetano Catalano Gonzaga venne espropriato di tutte le sue proprietà in via Molo e Calata San Marco. L'esproprio venne liquidato dalla Società Immobiliare con un deposito presso la Cassa Depositi e Prestiti di 384.250,57 Lire. La causa che ne derivò vide il cav. Gaetano difeso da Francesco Crispi. Nell'area sorse il Grand Hotel de Londres. Nel 1887, il cav. Gaetano venne nuovamente espropriato, sempre in base alla legge sulla Pubblica Utilità, degli immobili siti tra via San Carlo e vico Rotto San Carlo per la costruzione della Galleria Umberto I°, liqudatagli dalla Società dell'Esquilino per 300.000,00 Lire.

  1. ^ vedi Gino Doria, Via Toledo, Napoli 1967
  2. ^ Archivio Notarile Provinciale di Napoli, cronologico 7119 del luglio 1794
  3. ^ Regio Intendente Ignazio de Nardo
  4. ^ L'atto di compravendita fu stipulato dal Magnifico Notaro della Reale Corte e firmato dal Reale Intendente duca di Cantalupo
  5. ^ atto del 7dicembre 1804 Notaio Vincenzo Portanova
  6. ^ testamenti olografi del 7 gennaio 1829 e segreto del 9 luglio 1833 Notaio Giuseppe Narici
  7. ^ testamento aperto il 25 settembre 1840 con verbale redatto dal Regio Giudice del Circondario di San Ferdinando
  8. ^ Ing. Luigi Grimaldi, Emanuele Lanzoni e Giuseppe Minervini
  9. ^ n. 20857 omologata con sentenza della I° Camera il 9 novembre 1854