Utente:Vittorio Casucci/Sandbox Voce Wiki

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La Battaglia di Firenze[modifica | modifica wikitesto]

I ponti sull'Arno, 6 agosto 1944

La battaglia di Firenze inizia l'11 agosto 1944 alle ore 6,45, quando la popolazione è chiamata all'insurrezione dai rintocchi delle campana di Palazzo Vecchio, chiamata Martinella.

Ai rintocchi della Martinella, che rompono il silenzio di un'irreale attesa, seguono i rintocchi della campana del Bargello, mentre nei loro rifugi i partigiani si apprestano ad attaccare le truppe tedesche.

In Oltrarno, già liberata da una settimana, i partigiani della Brigata Sinigaglia ricevono l'ordine di attraversare l'Arno per liberare la Città. Contemporaneamente i componenti del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN) da via Condotta, dove avevano preparato l'insurrezione, si recano in Palazzo Medici-Riccardi, sede della Prefettura, per prendere il comando della Città.

Nelle strade di Firenze vengono affissi manifesti in cui si informano i fiorentini che il CTLN assume i pieni poteri e chiede alla popolazione di «contribuire con tutte le proprie forze alla liberazione della città».

I nazzisti avevano abbandonato la riva sinistra dell'Arno la notte tra il 4 e il 5 agosto, quando avevano fatto saltare i ponti sul fiume, mentre i partigiani stavano arrivando da Sud in città. Solo il Ponte Vecchio era stato risparmiato: invece di farlo saltare furono minati e fatti esploere i palazzi che si trovavano nelle strade di accesso al ponte, in modo da rendere impossibile di attraversarlo.

L'antefatto[modifica | modifica wikitesto]

La Brigata Sinigaglia a Porta Romana

Già dalla mattina del 5 agosto in Oltrarno i componenti del CTLN iniziano ad organizzare la vita dei cittadini, organizzando un ospedale per curare i feriti, dando sepoltura ai morti, ospitando in Palazzo Pitti centinai di sfollati dai palazzi fatti saltare in aria al posto del Ponte Vecchio.

In quello stesso momento i partigiani della brigata Sinigaglia giungevano a Porta Romana. Avevano costituito il loro comando in una villa che si trovava poco distante da Porta Romana, Villa Cora, che si trovava sul Viale dei Colli. Da lì i partigiani iniziano a perlustare tutte le strade dei quartieri di San Frediano, di Santo Spirito e di San Niccolò per stanare i fascisti che non avevano seguito i tedschi nella ritirata oltre l'Arno e che dai tetti sparavano a chiunque gli capitava a tiro. Nel contempo alcuni ufficiali dell'esercito Alleato che erano giunti da Sud in prossimità di Firenze prendono contatto con il CTLN dell'Oltrarno e con i comandanti delle Brigate Garibaldine che erano arrivati in città. Si viene così a definire la prima collaborazione tra i partigiani delle Brigate Garibaldi e i soldati dell'esercito Alleato, con lo scopo di bonificare l'Oltarno dalla presenza dei fascisti e organizzare l'insurrezione cittadina che ci sarà l'11 agosto.

La sera del 7 agosto, al termine di una riunione operativa fra comandanti partigiani e uffficiali alleati che si era tenuta nei locali del Distretto Militare in Piazza Santo Spirito, alle ore 20,30? un colpo di mortaio sparato dalle retrovie tedesche espodeva in Piazza Santo Spirito e colpiva mortalmente Aligi Barducci, “Potente”, il comandante della Divisione Garibaldina “Arno” che in quel momento stava uscendo dal Distretto Militare per tornare al suo comado a Villa Cora. Il comandante Aligi Barducci, “Potente”, morirà il giorno, l'8 agosto, e tre giorni dopo, l'11 agosto, i suoi uomini guidati da Angelo Gracci, “Gracco”, passeranno a guado l'Arno in prossimità della Pescaia di Santa Rosa. Così la Divisione Garibaldina “Arno”, che da quel momento sarà chiamata “Potente” per ricordare il suo comandante deceduto, sarà la prima formazione militare a partecipare alla battaglia definitiva per la liberazione di Firenze.

La Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Ma la Battaglia di Firenze continuerà ben oltre l'11 agosto, poiché i soldati tedeschi in ritirata si attesteranno a Nord del fiume su una linea che dalle Cascine arrivava fino all'Affrico, e sulla quale i partigiani saranno impegnati in duri combattimenti che dureranno fino alla fine del mese.

La battaglia continua nelle strade di Firenze

Le varie formazioni di partigiani si disposero in zone operative: ci fu chi andò a presidiare la zona Centro, chi la zona Porta al Prato, e chi la zona Campo di Marte. In tutte le varie zone della città le formazioni di partigiani furno affiancate dalla SAP, le Squadre di Azione Patriottica, che fino a quel momento avevano operato in clandestinità e che con l'insurrezione erano venute allo scoperto in appoggio alle brigate dei partigiani affrontando direttamente il nemico in battaglia, pur disponendo di pochi mezzi e poche armi. Durante gli scontri con i tedeschi molti tra partigiani e patrioti caddero in combattimento. Il cavalcavia del Viale Belfiore venne difeso dai tedeschi che tentavano di farlo esplodere. Altri scontri con i tedeschi si ebbero al Ponte del Pino. Anche la caccia ai franchi tiratori fu fatta strada per strada, cercando di eliminare una minaccia tanto subdola quanto fatale anche per la popolazione civile. Mentre i combattimenti proseguivano, dalla collina di Fiesole i tedeschi continuavano a sparare colpi di mortaio sulle strade e nelle piazze di Firenze. La popolazione, stremata e impaurita, cercherà nonostante tutto di tornare piano piano alla normalità, cercando di approvvigionarsi d'acqua, mettendosi alla ricerca di cibo, cercando di ritrovare un parente o un amico disperso, attraversando il fiume sulle macerie dei ponti. Fino alla conclusione della battaglia, quando, il 1° settembre 1944 anche Fiesole fu liberata.