Utente:UmbraSolis/Sandbox/Pergamene Garbagna

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Le carte dell'Archivio Capitolare di Santa Maria di Novara

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Vol. 1: 729-1034

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  • 15 maggio 881: Ernusto, vescovo di Novara, permuta beni siti in loco et fundo uico Garbaniola (Garbagna) con Pietro liber omo (in uico garbaniola, in loco et fundo uico garbaniola, ad uia garbaniasca)[1]
  • 17 marzo 898: Garibaldo, vescovo di Novara, permuta beni con Novemperto, diacono di San Gaudenzio (de uico garbania)[2]
  • 27 febbraio 902: Vespelado vende beni in Olengo a Madalberto detto Abone (Signum +++ manibus ... leoni filius quondam bonaldi de garbanea testjs)[3]
  • 12 settembre 1027: Abbone del fu Pietro vende a Rico, suo fratello, una pezza di terra arabile in Garbagna (in loco et fundo garbania)[4]

Vol. 2: 1034-1172

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  • 11 giugno 1077: Alberto del fu Ariberto di Garbagna e Berlenda del fu Bonizone, sua moglie, vendono ad Arnaldo, prete e tesoriere della chiesa di Santa Maria di Novara, beni in Garbagna (Terarum garbanie, de loco garbania, in loco et fundo garbania)[5]
  • 3 gennaio 1091: Arnaldo, prete e tesoriere della Cattedrale di Novara, fa testamento (terre quas habeo in garbanea)[6]
  • 25 giugno 1133: Innocenzo II riconosce i diritti feudali e le decime spettanti ai canonici della Chiesa di Novara, confermando la sentenza del vescovo novarese Riccardo approvata da Onorio II (Jn Garbania Mansos duos)[7]
  • 15 marzo 1134: Ugo e Bonsignore, figli del fu Giovanni, vendono a Goffredo, abate del monastero di San Lorenzo in Novara, una vigna sul territorio di Garbagna (Cartula garbanie, in loco garbanie)[8]
  • 15 luglio 1148: Eugenio III, papa, conferma i possessi ed i privilegi della Chiesa di Novara (Jn Garbagna Mansos duos)[9]
  • 22 giugno, luglio e 19 agosto 1154: Guidobono, Gregorio e Ruggero, figli del fu Ugo di Muro, Ottabona del fu Bruningo moglie di detto Guidobono, e Babilonia del fu Guiberto moglie di detto Gregorio, vendono ad Alberto del Placito quanto tengono dal Comune di Novara, insieme con Uberto, fratello dei predetti Guidobono, Gregorio e Ruggero, e loro consenziente, nel dongione di Garbagna, nonchè una pezza di terreno ivi (in loco et fundo garbanie, sediminis de garbania, de sua parte curtis et castri et domignoni garbanie)[10]
  • circa 1155: I castellani di Garbagna giurano fedeltà al Comune di Novara (Castellani garbanie, Turrem et domignonum et castrum garbanie, turrem neque domignonum nec castellum garbanie)[11]
  • circa 1155: I signori di Garbagna si fanno tra loro reciproche promesse, con impegno di sottoporre ogni eventuale discordia al Comune di Novara ed osservarne il disposto (garbagnam/garbaniam (come nome proprio di persona), locus garbanie)[12]
  • circa 1155: I signori di Garbagna convengono tra di loro riguardo alle quote parti ed agli acquisti eventuali di qualcuno di essi in detto castello (Guidobonus de muro et garbania (come nome proprio di persona), in tota turre garbanie)[13]
  • 30 gennaio 1170: Gisla, vedova di Ottone Corvo, col consenso del figlio Guercio, vende a Odemaro di Boniprando ogni suo diritto su un manso in Garbagna (in manso uno qui iacet in garbanea)[14]
  • 25 o 26 marzo 1172: Il signor Ansaldo, prevosto della Chiesa di Novara, con l'intervento di altri canonici, permuta beni con Pegno Porca (Alia iacet in uia garbanee)[15]

Vol. 3: 1172-1205

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  • 18 ottobre 1181: L'abate del monastero di S. Lorenzo permuta beni in Garbagna con Giovannardo di Cavagliano (in territorio garbanie)[16]
  • 18 ottobre 1181: Spandivino permuta beni in Garbagna con Giovannardo di Cavagliano (in territorio garbanie)[17]
  • 11 aprile 1182: Il signor Ansaldo, prevosto della chiesa di Santa Maria, permuta beni in Garbagna con Giovannardo di Cavagliano (comutacio terre garbanie, in territorio garbanie, in territorio garbanee, de garbanea)[18]
  • 9 aprile 1192: Il signor Gregorio de Muro, canonico della Chiesa di Santa Maria di Novara, fa testamento (in uineis suis garbanee)[19]
  • XII secolo: Elenco dei possessi dei figli di Robaldo e Olrico di Carisio in Garbagna (in terratorio garbanie, albonia)[20]
  • XII secolo: Elenco delle prebende della Chiesa di Santa Maria di Novara in Quartara e in Corte nuova (in garbania, in Garbania)[21]
  • 24 febbraio 1200: Il prevosto della chiesa di Santa Maria di Novara si impegna di pagare un debito verso Roggero Pateri di Garbagna (de garbanea)[22]

Historiae Patriae Monumenta

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Archivio di San Gaudenzio

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  • giugno 841: Maginardo Visconte di Pombia dona a S. Gaudenzio di Novara un podere nel territorio di Garbagna (in vico et fundo garbania)[23][24]
  • 4 giugno 950: Lotario re d'Italia dona alla canonica di S. Gaudenzio di Novara un'aia e tre mansi che appartennero ad un suo fedele chiamato Eriberto, per l'anima del quale fa questa limosina (in carbania item mansum unum)[25][26][27]

Archivi del Capitolo di San Giulio d'Orta

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  • 10 giugno 1025: Corrado re di Germania dona alla chiesa vescovile di Novara il monastero di S. Felice di Pavia detto della Regina, le contee di Pombia e dell'Ossola e varii altri beni (et duos mansos in garbania)[28]

Archivio della Cattedrale di Novara

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  • 23 marzo 899: Permuta d'alcuni beni fatta da Novemperto diacono di S. Gaudenzio con Garibaldo vescovo di Novara (de uico Garbania)[29]
  • 3 gennaio 1091: Testamento fatto da Arnaldo prete e tesoriere dell'Ordine della santa Madre di Dio della Chiesa Novarese mentre trovavasi infermo entro una camera dello spedale di detta Madre di Dio, in cui dispone che si riduca a compimento la Chiesa de' santi Ambrogio e Maurizio, che già erasi incominciata in un sedime di sua proprietà e ne assegna la dote, ordinando fra le altre cose che abbiano la totale giurisdizione l'arcidiacono, l'arciprete, il preposto, ed uno di ciascun Ordine presbiteriale, diaconale e suddiaconale che verrà scelto dal Coro, ossia dal Capitolo di Novara, i quali prete, diacono, suddiacono, unitamente ad un canonico acolito ed al suo nipote Gerardo abbiano la podestà d'eleggere un prete che ogni giorno ivi dica l'ufficio de' morti (garbanea)[30]
  • febbraio 1158: Formola del giuramento prestato dai canonici di custodire le cose loro spettanti in comune; di non permettere che la Chiesa paghi a' consoli ed al popolo il fodro ossia il dazio, di non consigliare alcuna cosa intorno alla munizione della città, se non di comune consenso e consiglio de' fratelli, di non permettere mai che alcuno de' discendenti di coloro che infransero le serrature del granaio del Capitolo ivi nominati possano avere canonicati nella loro Chiesa, fintantochè vivranno i loro padri (garbania)[31]
  • febbraio 956: Permuta di un campo fatta da Bruningo vescovo d'Asti con Sunifrè di Vercellagio (richardi de loco garbanio, tuttavia non è chiaro quale Garbagna sia)[32]
  • 10 o 13 febbraio 1172: (olrici de garbanea)[33]
  • 15 aprile 1182: (olrici de garbania)[34]
  • 14 luglio 1185: (Olricus de Garbanea)[35]
  • 2 febbraio 1192: (de iohanne garbania)[36]
  • 1204: (Olricus de garbania)[37]
  • 23 ottobre 1209: (Olricus de Garbania)[38]
  • 1212: (Dominus olricus de garbanea)[39]
  • 20 aprile 1212: (Arduinus de Garbania)[40]
  • 26 aprile 1215: (Arduinus de garbania)[41]
  • fra 908 e 931: Dagiberto, vescovo di Novara, permuta beni in Isarno (Novara) con Ildeprando[42]
  • settembre 985: Adelberto del fu Raginaldo di Mosezzo vende beni a Berengario del fu Amedeo pure di Mosezzo[43]
  • 18 ottobre 1022: Ottone, conte di Lomello, tiene un placito in conferma della donazione di metà del castello di Mosezzo e di beni in Carpaneto e Vachingo fatta da Cristina, vedova di Berengario, alle chiese di Santa Maria e di San Gaudenzio di Novara[44]
  • 14 luglio 1050: Donazione di Ranfredo arciprete della chiesa di Novara di beni acquistati dal conte Adalberto e dalla contessa Adelaide di Parma sua moglie (dall'archivio della Basilica di Sant'Antonino di Piacenza)[45][46]
  • 22 aprile 1053: Adelasia del fu Manfredo, vedova di Adalberto, dona a Rodolfo, figlio del fu Gotofredo di Besate, alcuni beni posti in Stodegarda, in Poonera, in Vespolate e in Carpenedo[47][48]
  • 20 ottobre 1062: Adelaide contessa, figlia del fu Manfredo marchese e vedova di Oddone [di Savoia], dona alle chiese di Santa Maria e di San Gaudenzio metà del castello di Mosezzo e beni in Carpaneto e Vachingo[49][50]
  • 27 luglio 1065: Berengario, figlio di Litone di Monmorino, e Berta del fu Tebaldo, sua moglie, rinunziano ad ogni pretesa sulla metà della corte e castello di Mosezzo, della cappella di Santo Stefano e di beni in Vachingo e Carpaneto[51]
  1. ^ BSSS 78,  pp. 16-18, doc. XIII
  2. ^ BSSS 78,  pp. 27-28, doc. XIX
  3. ^ BSSS 78,  pp. 30-31, doc. XXI
  4. ^ BSSS 78,  pp. 271-272, doc. CLX
  5. ^ BSSS 79,  pp. 100-102, doc. CCXL
  6. ^ BSSS 79,  pp. 143-145, doc. CCLXVII
  7. ^ BSSS 79,  pp. 209-212, doc. CCCXIX
  8. ^ BSSS 79,  pp. 214-215, doc. CCCXXI
  9. ^ BSSS 79,  pp. 253-255, doc. CCCLIV
  10. ^ BSSS 79,  pp. 282-285, doc. CCCLXXVIII
  11. ^ BSSS 79,  p. 288, doc. CCCLXXXI
  12. ^ BSSS 79,  pp. 288-291, doc. CCCLXXXII
  13. ^ BSSS 79,  pp. 291-292, doc. CCCLXXXIII
  14. ^ BSSS 79,  pp. 380-381, doc. CDXLVII
  15. ^ BSSS 79,  p. 391, doc. CDLVIII
  16. ^ BSSS 80,  p. 72, doc. DXXII
  17. ^ BSSS 80,  pp. 72-73, doc. DXXIII
  18. ^ BSSS 80,  pp. 76-77, doc. DXXVII
  19. ^ BSSS 80,  p. 134, doc. DXCI
  20. ^ BSSS 80,  pp. 263-264, doc. DCLXXXVI
  21. ^ BSSS 80,  pp. 266-267, doc. DCLXXXVIII
  22. ^ BSSS 80,  pp. 272-273, doc. DCXCIII
  23. ^ Monumenta,  pp. 39-40, doc. XXIII
  24. ^ BSSS 77/1,  pp. 5-6, doc. I
  25. ^ Monumenta,  pp. 166-167, doc. C
  26. ^ Luigi Schiaparelli (a cura di), I diplomi di Lotario, in I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e di Adalberto, Roma, Tipografia del Senato - Palazzo Madama, 1924, pp. 286-288, doc. XVI. URL consultato il 29 giugno 2023. Ospitato su Internet Archive.
  27. ^ BSSS 77/1,  pp. 15-16, doc. VI
  28. ^ Monumenta,  pp. 445-446, doc. CCLIX
  29. ^ Monumenta,  pp. 93-94, doc. LVI
  30. ^ Monumenta,  pp. 691-694, doc. CCCCXIV
  31. ^ Monumenta,  pp. 813-814, doc. DVII
  32. ^ Monumenta,  pp. 181-182, doc. CXIX
  33. ^ BSSS 79,  pp. 389-390, doc. CDLV
  34. ^ BSSS 80,  p. 78, doc. DXXVIII
  35. ^ Monumenta,  pp. 936-937, doc. DCVII
  36. ^ Monumenta,  pp. 982-987, doc. DCLIII
  37. ^ BSSS 80,  p. 334, doc. DCCXLVII
  38. ^ Monumenta,  pp. 1164-1165, doc. DCCXCII
  39. ^ Monumenta,  pp. 1192-1194, doc. DCCCX
  40. ^ Monumenta,  pp. 1188-1191, doc. DCCCVIII
  41. ^ Monumenta,  pp. 1216-1223, doc. DCCCXXIII
  42. ^ BSSS 77/1,  pp. 9-13, doc. IV
  43. ^ BSSS 78,  pp. 157-158, doc. XCIV
  44. ^ BSSS 78,  pp. 261-265, doc. CLV
  45. ^ Domenico Carutti, An. 1050. Donazione di Ranfredo arciprete della chiesa di Novara di beni acquistati dal conte Adalberto e dalla contessa Adelaide di Parma sua moglie, in Il conte Umberto I (Biancamano) e il re Ardoino, Ermanno Loescher, 1884, p. 294, doc. IV. URL consultato il 26 marzo 2023. Ospitato su Google Libri.
  46. ^ Vincenzo Boselli, Anno 1050 - Donazione dell'Arciprete Rainfredo, in Delle storie piacentine, XII, Piacenza, Reale Stamperia Salvoni, 1793, pp. 302-304. URL consultato il 16 agosto 2023. Ospitato su Google Libri.
  47. ^ (LAIT) Giovan Battista Morandi (a cura di), Le carte del Museo Civico di Novara (881-1346), in BSSS 77, vol. 2, Pinerolo, 1913, doc. XX.
  48. ^ In L'Archivio di S. Giulio d'Orta e la Contessa Adelaide di Torino (1882) Antonio Rusconi stima il documento del maggio 1068, basandosi sul passo «Enricus gratia Dei Imperator Augustus anno imperii Deo propitio sesto, decimo Kalendas medias indicione sesta». Giovan Battista Morandi spiega il motivo dell'errore, data al 22 aprile 1053 e afferma che si tratta di un'altra contessa Adelaide ( Giovan Battista Morandi, Le pergamene del Museo Civico, in BSPN, n. 2, Novara, Stab. Tip. E. Cantone, 1911, pp. 83-84. URL consultato il 7 agosto 2023.).
  49. ^ BSSS 79,  pp. 58-60, doc. CCXV
  50. ^ Monumenta,  pp. 599-601, doc. CCCLIV
  51. ^ BSSS 79,  pp. 66-67, doc. CCXX