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Uğur Mumcu (pronuncia [uɰuɾ ˈmumdʒu]; Kırşehir, 22 agosto 1942 – Ankara, 24 gennaio 1993) è stato un giornalista investigativo turco per l'importante giornale kemalista "Cumhuriyet". È stato assassinato con un autobomba (l'esplosivo fu piazzato nella sua automobile) piazzata davanti casa sua.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Uğur Mumcu nasce a Kırşehir, dove il padre lavorava e viveva con i suoi altri tre fratelli. Frequenta gli studi ad Ankara e nel 1961 prosegue alla facoltà di legge all'Università di Ankara. Dopo la laurea nel 1965, pratica legge per un po' di tempo. Successivamente si sposta in Inghilterra per studiare inglese, e quando ritorna in Turchia lavora come assistente di professore all'Università di Ankara dal 1969 al 1972.[1]
Aveva cominciato a scrivere durante gli anni all'università, inizialmente per la rivista Yön e poi per parecchi altri periodici di sinistra. Fra il 1968 e il 1970, scrive articoli di politica per i giornali Akşam, Cumhuriyet e Milliyet.
Arrestato subito dopo il colpo di stato del 1971, viene torturato. Più tardi, Mumcu scrive che i suoi torturatori gli dissero: "Siamo la Counter-Guerrilla. Neanche il presidente della Repubblica può toccarci."