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L'insegnamento dell'italiano in Spagna

La diffusione internazionale dell'italiano è dovuta in particolar modo all'associazione che viene fatta tra la lingua e la sua cultura, che spesso costituisce la motivazione che porta all'apprendimento dell'italiano. Tra tutti i paesi europei ed extra europei uno dei casi più interessanti è l’insegnamento dell’italiano in Spagna. Ciò che più suscita interesse è il comportamento linguistico degli spagnoli nei confronti di una lingua affine come l’italiano e i motivi che portano al suo apprendimento.[1] L’insegnamento dell’italiano nella penisola iberica non si relega solamente alle università, ma è diffuso anche al loro esterno. Per l'appunto sono presenti in Spagna vari corsi non universitari per lo studio dell’italiano, organizzati da organi come gli Istituti Italiani di Cultura di Madrid e Barcellona.

L'insegnamento dell'italiano all'interno delle università spagnole[modifica | modifica wikitesto]

L’italiano può essere appreso all’interno di corsi di laurea specifici, in cui ci si può laureare in italiano, ma anche all’interno di altri corsi di laurea, utilizzando le materie optativas e de libre elección con cui gli studenti possono scegliere l’esame che vogliono sostenere. In Spagna esistono sette atenei in cui ci si può laureare in italiano:

  • Universidad Complutense de Madrid;
  • Universidad de Barcelona;
  • Universidad de Salamanca;
  • Universidad de Sevilla;
  • Universidad de Santiago;
  • Universidad de Granada;
  • Universidad de Valencia.

I casi di Granada e Valencia sono particolari perché la filologia italiana si studia solo alla specialistica, quindi il numero di iscritti risulta essere minore. Per quanto riguarda gli esami de libre elección, solitamente vengono scelti da coloro che vogliono seguire un corso non presente nei loro piani di studi e che possono frequentare nei centri con cui gli atenei hanno stabilito accordi. Un esempio è la Escuela Oficial de Idiomas dove gli studenti possono seguire un corso di italiano e poi chiederne la convalida all’università.[2]

Motivazioni allo studio dell'italiano e metodi didattici[modifica | modifica wikitesto]

Le motivazioni che portano gli studenti spagnoli a scegliere l’italiano sono svariate e tra di esse spicca la piacevolezza dell’italiano. È importante anche l’affinità tra lo spagnolo e l’italiano, infatti la scelta di quest’ultimo è data indubbiamente dalla facilità con cui gli studenti spagnoli riescono a studiarlo e che permette loro di sostenere l’esame senza impegnarsi esageratamente. Difatti gli studenti non dimostrano molte difficoltà nell'apprendimento dell’idioma, sia per quanto riguarda la produzione orale che per quanto riguarda la produzione scritta. Spesso viene scelto l’italiano perché è materia obbligatoria nel proprio corso di studi. La gran parte dei ragazzi lo studia per partecipare ai programmi di mobilità internazionale (ad esempio l’Erasmus) o per proseguire i loro studi in Italia. Anche la cultura italiana gioca la sua parte, in molti si sentono attratti da essa e scelgono di studiare l’italiano piuttosto che altre lingue. Un altro motivo per cui viene studiato l’italiano è il lavoro, i ragazzi lo studiano per cercare lavoro come interprete e/o traduttore o come insegnante.[3] Per quanto riguarda il numero di docenti di italiano in Spagna, il loro numero sta sempre più aumentando. Oltre ai docenti ordinari e ai docenti associati esistono altre figure all’interno delle università, come i lettori di italiano.[4] In alcune città le lezioni vengono impartite sia in spagnolo che in italiano, mentre in altre si ricorre solamente ai lettori di italiano.[5] Nel confronto tra l’italiano e le altre lingue all’interno degli atenei spagnoli, emerge che l’idioma si colloca al terzo o quarto posto, venendo preceduto dall’inglese, dal francese e dal tedesco. Raramente viene scelto come prima lingua, difatti nella maggioranza dei casi è scelto come seconda opzione.[6] Per quanto riguarda i metodi didattici adottati in Spagna per l’apprendimento dell’italiano ne esistono di vario tipo. In alcuni casi il metodo più utilizzato è quello grammaticale-traduttivo, mentre alcune università invece offrono un metodo multi sillabico. Analizzando più specificatamente l’organizzazione dei vari corsi, risulta ridotto l’uso di strumenti multimediali, anche se spesso i docenti utilizzano i CD-ROM didattici e le registrazioni audio per la comprensione orale. Passando invece all’organizzazione dei test di verifica o di allenamento, la loro strutturazione è quasi sempre la stessa: è presente una parte dedicata ai cloze test, ovvero una parte in cui gli studenti devono inserire la parola mancante in un determinato contesto scegliendola da un gruppo di parole, una parte dedicata alle domande a risposta multipla, dei questionari di comprensione del testo scritto e infine degli esercizi normalmente dedicati alla grammatica e alla produzione orale.[7]

Analisi linguistica presso i lettori spagnoli[modifica | modifica wikitesto]

Esaminando alcuni campioni di un’indagine [8]svolta presso alcuni lettori del MAE (Ministero degli Affari Esteri) sono emerse interessanti osservazioni. Il test è stato svolto presso alcune università spagnole in cui viene studiato l’italiano:

  • Extremadura;
  • Granada;
  • Salamanca;
  • Saragozza;
  • Siviglia;
  • Madrid (Complutense);
  • Valencia.

Per la prova vennero utilizzati due compiti diversi, uno indirizzato agli studenti con un livello basso (A2, B1 e B2), l’altro agli studenti con un livello più alto, tra il C1 e il C2. La loro organizzazione era la stessa e prevedeva sei esercizi incentrati sulla morfologia, sulla sintassi, sul lessico e sulla redazione di una e-mail informale per i livelli più bassi, e un riassunto per i livelli più alti. Analizzando i compiti dei ragazzi appartenenti al primo gruppo risultò che il primo esercizio, un cloze test, venne risolto in maniera corretta da quasi tutti. Il secondo esercizio, di carattere morfologico, prevedeva la creazione del plurale di alcune parole. Gli errori in questo caso furono più alti e tra di essi i più curiosi furono poete per poeta e diti per dita. È giusto osservare che l’errore poete è dovuto al fatto che gli studenti sono soliti ricostruire il plurale in base al genere del nome, in questo caso femminile (poeta), mentre diti è un errore che ricorre spesso anche negli italiani. Nel terzo esercizio, riguardante la coniugazione dei verbi, la maggior parte rispose in maniera sbagliata. Gli errori più comuni furono l’utilizzo del passato prossimo al posto del futuro anteriore (Ti presterò il libro quando l’ho finito) o l’uso del presente attivo al posto del presente passivo (Ogni estate Luca ospite dalla nonna). Altri errori furono la scorretta formazione del participio (ha scrivuto) e l’erronea identificazione della persona (tutti gli vuole bene). Curiosa la scelta del passato prossimo al posto del passato remoto in alcuni casi, la cui scelta è sicuramente dovuta alla facilità del primo rispetto al secondo. L’esercizio successivo prevedeva la trasformazione di alcune frasi al plurale, esercizio svolto abbastanza bene dalla maggioranza, se non per qualche errore in parole come stanci o antici. Nel quinto esercizio occorreva inserire gli articoli determinativi e gli articoli indeterminativi. Gli errori riscontrati furono la mancanza degli articoli davanti ai possessivi e la presenza dell’apostrofo davanti ai nomi maschili (un’autobus). Nella composizione finale gli studenti erano tenuti a scrivere una e-mail informale in cui raccontavano a un amico di un viaggio fatto in Italia e davano informazioni sulle modalità di viaggio e di pernottamento, le attività svolte e le impressioni personali. Il testo doveva essere lungo dalle quattro alle sette righe. Per prima cosa venne notato che nella struttura della e-mail erano presenti sia le forme di apertura (Ciao, Buongiorno) che quelle di chiusura (a presto, bacioni). Ogni nuovo elemento era introdotto come rema dell’enunciato e poi veniva ripreso come tema: E stato in Roma. Roma e una citta molto bella. Già da questi livelli i ragazzi utilizzavano connettivi interfrasali come dopo, inoltre e per terminare, ma molte volte le frasi erano solamente elencate e prive di questi connettivi. In alcuni casi utilizzarono delle proposizioni subordinate, soprattutto le causali, le relative, le completive e le temporali. Le relative erano spesso introdotte dal dove (sono appena tornata da Roma dove ho passato dei giorni con il mio fidanzato). Le preposizioni furono spesso utilizzate in maniera errata, come ad esempio di e da. Gli errori più evidenti furono quelli presenti durante i paragoni, dove le due preposizioni vennero confuse: Ho visto lo stadio più grande da Roma. Anche le preposizioni in e a nei complementi di luogo vennero spesso confuse: Io sono stato a Italia. Senza dubbio erano presenti molte interferenze dello spagnolo: Io penso molto en te. Un altro tipo d’interferenza fu l’utilizzo di avere, come ausiliare, al posto di essere: Il sabato ho andato al cinema. Talvolta anche il verbo essere venne utilizzato al posto del verbo avere: Siamo viaggiato in autobus sull’Italia. Passando al lessico si notano molti termini colloquiali come un sacco, casino, ma molte interferenze dello spagnolo nelle varie parole. Andare venne utilizzato come camminare (L’albergo era vicino al centro e non doveva andare molto per visitare il Coliseo), mentre uscire venne utilizzato come partire(L’aereo è uscito). Altri esempi di parole spagnole che vennero italianizzate sono i seguenti: avione (avión, aereo), contarti (contarte, raccontarti), pronto (pronto, presto). Anche l’inglese interferì: to spend venne utilizzato come passare, trascorrere: Ho spento lì quattro giorni tropo divertenti. Per quanto riguarda la correttezza ortografica spesso venne trascurata, ad esempio vi furono casi in cui mancavano gli apostrofi (una altra volta) o dove mancavano le doppie (tranquila, bellisima, interesante).

L’insegnamento dell’italiano fuori dalle università spagnole[modifica | modifica wikitesto]

Facendo riferimento a quanto detto precedentemente, è possibile per alcune persone estranee all'università seguire dei corsi di italiano al loro interno. I motivi sono solitamente il lavoro, personali e l’attrazione verso la cultura italiana e altri suoi aspetti, come la cucina. I motivi di lavoro derivano dal desiderio di fare carriera all'interno del proprio posto di lavoro oppure di lavorare per ditte italiane. I motivi personali sono spesso legati alla presenza di un partner italiano e quindi al desiderio di imparare la sua lingua.[9] Le città spagnole in cui è possibile seguire questi corsi sono:

  • Santiago de Compostela;
  • Saragozza;
  • Granada;
  • Valencia;
  • Barcellona;
  • Cordova;
  • Malaga;
  • Murcia;
  • Oviedo;
  • Valladolid.[10]

Oltre a questi corsi esiste la Universidad Nacional de Educación a Distancia, [11]una scuola che può essere seguita su internet da coloro che hanno problemi d’orario o sono lontani.

Gli Istituti Italiani di Cultura di Madrid e Barcellona[modifica | modifica wikitesto]

In Spagna sono presenti due organi degli Istituti Italiani di cultura, che si trovano rispettivamente a Madrid e a Barcellona. Gli Istituti Italiani di cultura sono enti pubblici, dipendenti dal Ministero degli Affari Esteri e sono organizzazioni senza fini di lucro, il cui obiettivo è quello di promuovere la lingua e la cultura italiana all’estero.[12] La sede di Madrid si trova nel centro storico della città, all’interno del Palacio de Abrantes. Il palazzo ha subito varie modifiche nel corso degli anni: nel 2009 uno dei suoi antichi saloni venne trasformato in un teatro, grazie alla Fondazione Ottavio e Rosita Missoni, mentre nel 2012 venne aperto una caffetteria chiamata “I saloni di Milano”. Nell’area geografica d’influenza dell’Istituto sono compresi:

  • Andalusia;
  • Asturie;
  • Canarie;
  • Cantabria;
  • Castiglia e León;
  • Castiglia-La Mancia;
  • Extremadura;
  • Galizia;
  • Rioja;
  • Madrid;
  • Navarra;
  • Paesi Baschi;
  • Ceuta;
  • Melilla.

Come si può notare nelle prime pagine del sito web dell’Instituto Italiano de Cultura de Madrid, la cultura e il modello politico-istituzionale italiano vengono molto ammirati dagli spagnoli, così come il suo patrimonio artistico. Ciò che più affascina dell’Italia sono la moda, gli usi e i costumi, l’arte, la letteratura, l’architettura e il cinema. Questo forte interesse è intuibile per il grande numero di iscritti dell’Istituto, il quale cerca di soddisfare le loro richieste creando corsi di vario tipo. I corsi si articolano in nove livelli di difficoltà, che partono da un livello base sino a raggiungere i livelli più avanzati: A1, A2, B1.1, B1.2, B2.1, B2.2, C1.1 e C1.2 e C2. I docenti sono nati e formati in Italia e hanno qualifiche per insegnare l’italiano a persone straniere. L’Istituto si preoccupa anche dell’organizzazione degli esami per l’emissione delle certificazioni d’italiano, avendo accordi con varie istituzioni italiane come l’Università per stranieri di Perugia (CELI - CIC), l’Università per stranieri di Siena (CILS), l’Università degli Studi Roma Tre (IT – ele.IT – int.IT) e infine la Società Dante Alighieri (PLIDA). Oltre a questi servizi gli studenti possono accedere gratuitamente al prestito e alla consultazione dei libri, dei giornali e dei materiali multimediali presenti nella Biblioteca/Mediateca dell’Istituto, oppure partecipare agli eventi culturali che vengono organizzati da quest’ultimo. Il Ministero degli Affari Esteri italiano, per la diffusione della conoscenza della lingua italiana e della sua cultura, concede delle borse di studio agli studenti che non sono fuori corso. Le tipologie degli studi per cui sono concesse le borse di studio sono le seguenti: corsi universitari di laurea triennale o di laurea specialistica/magistrale, corsi di formazione professionale, artistica e musicale (Conservatori, Accademie), corsi di master di primo e secondo livello, dottorati di ricerca, scuole di specializzazione (tranne le discipline mediche), progetti di studio in co-tutela, corsi avanzati di lingua italiana e corsi di didattica dell’italiano (per i docenti). Gli studenti devono avere come requisiti un livello intermedio di italiano o un B2, mentre per i corsi che vengono svolti interamente in inglese è sufficiente avere come livello un A2. È presente un limite di età: per tutti gli studenti è di trentacinque anni, mentre per i docenti il limite è elevato a quarantacinque anni. Ulteriori opportunità a disposizione degli studenti spagnoli sono i tirocini, a cui possono accedere con il programma Erasmus Placement, e la possibilità di studiare nelle università italiane, sia statali che private. I tirocini sono rivolti a coloro che negli ultimi diciotto mesi hanno conseguito una laurea triennale, una laurea specialistica/magistrale o un master di qualsiasi livello. I tirocini sono di un periodo di tre mesi, sono organizzati dal MAE e dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiana (CRUI) e si possono svolgere all’interno degli uffici del MAE di Roma e nelle sedi del Ministero all’estero.


L’Instituto Italiano de cultura de Barcelona[13] è simile a quello di Madrid. Differiscono per l’area d’influenza di quest’ultimo in cui sono compresi:

  • Catalogna;
  • Aragona;
  • Comunità Valenziana;
  • Murcia;
  • Isole Baleari;
  • Principato di Andorra.

La sua sede è un palazzo signorile, appartenuto precedentemente a una famiglia catalana, che venne acquisito dalla Casa degli Italiani, un’associazione benefica che prestava aiuto ai suoi connazionali in Catalogna alla fine del secolo scorso. I corsi sono divisi in nove livelli, uguali a quelli dell’Istituto di Madrid, e in ciascun corso sono previste quattro ore dedicate alla partecipazione ad attività culturali, quali conferenze, la proiezione di un film, un concerto o una degustazione gastronomica. Nel sito web è presente una pagina molto interessante riguardante l’apprendimento dell’italiano online (presente anche nel sito web dell’Istituto di Madrid), in cui sono elencati dei siti della RAI che possono essere visitati dai vari studenti spagnoli per studiare o perfezionare la lingua, oppure delle pagine in cui è possibile trovare dei dizionari, come il De Agostini o il Garzanti, o delle enciclopedie online. Anche all’interno dell’Istituto di Barcellona è possibile usufruire gratuitamente della Biblioteca/Mediateca, se si è studenti, e vengono elargite delle borse di studio per gli studenti, oltre alla possibilità di effettuare dei tirocini. Una curiosa attività che venne svolta all’interno dell’Istituto fu la proiezione dei tredici film italiani che vinsero il Premio Oscar, tra cui il recente “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. Questa attività venne svolta durante la settimana delle Porte Aperte, una rassegna in cui si dava a tutti la possibilità di entrare in contatto diretto con la cultura italiana, partecipare ad incontri di conversazione ed effettuare prove di livello. La rassegna ebbe luogo in Piazza Italia, una piazza creata all’interno dell’Istituto con l’intento di realizzare un’oasi di pace e di cultura.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ C. Giovanardi, P. Trifone, L’italiano nel mondo, Carucci editore, 2012, p.92
  2. ^ A. Javier Marqués Salgado, L’insegnamento dell’italiano nelle università spagnole, tratto da Lingua italiana d’oggi: Lid’O, Bulzoni editore, 2006; p.344,345.
  3. ^ C. Giovanardi, P. Trifone, L’italiano nel mondo, Carocci editore, 2012, p.96.
  4. ^ A. Javier Marqués Salgado, L’insegnamento dell’italiano nelle università spagnole, tratto da Lingua italiana d’oggi: Lid’O, Bulzoni editore, 2006, p.343.
  5. ^ C. Giovanardi, P. Trifone, L’italiano nel mondo, Carocci editore, 2012, p.92.
  6. ^ C. Giovanardi, P. Trifone, L’italiano nel mondo, Carocci editore, 2012, p.94.
  7. ^ C. Giovanardi, P. Trifone, L’italiano nel mondo, Carocci editore, 2012, p.93,94.
  8. ^ C.Giovanardi, P.Trifone, L'Italiano nel mondo, Carucci editore, 2012, p.94.
  9. ^ T. De Mauro, M. Vedovelli, M. Barni, L. Miraglia, Italiano 2000, indagine sulle motivazioni e sui pubblici dell’italiano diffuso tra stranieri, 2001, cap.8.10.
  10. ^ A. Javier Marqués Salgado, L’insegnamento dell’italiano nelle università spagnole, tratto da Lingua italiana d’oggi: Lid’O, Bulzoni editore, 2006, p.347.
  11. ^ http://portal.uned.es/portal/page?_pageid=93,1&_dad=portal&_schema=PORTAL
  12. ^ http://www.iicmadrid.esteri.it/IIC_Madrid
  13. ^ http://www.iicbarcellona.esteri.it/IIC_Barcellona













Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

C. Giovanardi, P. Trifone, L’italiano nel mondo, Carocci editore, 2012;

A. Javier Marqués Salgado, L’insegnamento dell’italiano nelle università spagnole, tratto da Lingua italiana d’oggi: Lid’O, Bulzoni editore, 2006;

T. De Mauro, M. Vedovelli, M. Barni, L. Miraglia, Italiano 2000, indagine sulle motivazioni e sui pubblici dell’italiano diffuso tra stranieri, 2001.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]