Utente:Sarapollastri54/Sandbox

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Villa Le Corti

Villa Le Corti
facciata della villa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàSesto Fiorentino
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Realizzazione
ProprietarioComune di Sesto Fiorentino
CommittenteFrancesco Buondelmonti

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1737 Carlo Ginori acquistò da Francesco Buondelmonti la villa e il podere delle Corti, confinante con la località dove, da secoli, i Ginori possedevano la loro residenza di campagna. In questa sede aprì la fabbrica di porcellane, una delle prime in Italia. [veduta dal Salmon]

Intorno al 1766 Lorenzo Ginori Lisci [1]incaricò Gian Battista Clemente Nelli di eseguire vari interventi di ampliamento, incluso il rifacimento della facciata, che assunse l’aspetto attuale.

Villa le Corti riprodotta su una tazza sec. XIX

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

[immagine uno/ più tondi in maiolica]

nel tardo ottocentesca sono realizzati alcuni abbellimenti esterni che, dopo un restauro, sono nuovamente visibili. Nel 1873 furono presentati per la prima volta all’Esposizione Universale di Vienna i primi quattro degli otto tondi in maiolica bianca e blu di stile robbiano CHIARIRE. questi tondi quando furono messi nella facciata'. In epoca successiva, forse nel 1916, a questi raffiguranti Leonardo da Vinci, Luca della Robbia, Benvenuto Cellini, Michelangelo, documentati come opera dello scultore Raffaello Pagliaccetti, ne furono aggiunti altri quattro più esterni con Sandro Botticelli, Raffaello Sanzio, Bernard Palissy e Donatello.

Sugli edifici laterali al cancello si trovano repliche in terracotta di celebri marmi antichi collocate probabilmente nel primo Novecento.

Orologio[modifica | modifica wikitesto]

[immagine orologio con figure allegoriche] Le allegorie in terracotta raffiguranti il Tempo e la Verità incorniciano l’orologio che era collegato ad una campanella per scandire l’orario di lavoro.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1754, al piano terra dell’edificio era allestito il Museo di Doccia, ampliato e aperto al pubblico nel 1864. L’esposizione, in origine limitata alla sola galleria affrescata da Vincenzo Meucci, arrivò ad occupare circa venti sale.

Descrivere gli spazi interni come sono adesso, senza entrare nel dettaglio degli uso che ne fa la biblioteca. Ma segnalare eventuali soffitti affrescati, descrivere la corte interena

Decadenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1957 dopo la chiusura definitiva dello stabilimento di Doccia e il trasferimento della fabbrica nella nuova sede, vicina alla ferrovia,con conseguente ristrutturazione e licenziamenti, motivo di lotte operaie di particolare rilievo, per l’area inizia un lungo periodo di abbandono.

Ristrutturazione[modifica | modifica wikitesto]

Spegare come il bene passa al Comune, se possibile indicare in nota la delibera con cui si decide la ristruttirazione. Indicare l'archiitetto cincaricato della ristruttirazione.

Spexificare che i due lati latarali dono ancora da ristrutturare.

La fabbrica dal 1896 proprietà Società Ceramica Richard-Ginori, toccò il culmine dello sviluppo: nel suo insieme occupava una superficie di 80.000 mq con 2000 operai tra uomini e donne.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Figlio del fondatore e proprietario della fabbrica dal 1757 al 1791

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]