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Paulo Dybala

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Microplastiche
La megattera

La megattera[1] è un cetaceo con una lunghezza che può variare dagli 11 ai 17 metri e un peso di circa 30 tonnellate.

Le pinne di questo animale hanno focature bianche o nere, invece il dorso presenta una colorazione nera o grigia.

La forma del suo corpo è tozza e ciò rende questi cetacei facilmente riconoscibili ma, nonostante ciò, l'elemento riconoscitivo che spicca di più è la lunghezza delle pinne pettorali che possono arrivare fino a 5 metri.

Questi animali per procurarsi cibo si dispongono in cerchio e, soffiando contemporaneamente, producono bolle che intrappolano moltissimi krill[2], minuscoli gamberetti di cui loro si loro si nutrono insieme a piccoli pesci, plancton[3] e piccoli crostacei.

Una curiosità su questi giganti marini è che non hanno denti, infatti per bloccare il cibo nella loro bocca, ingoiano un certo quantitativo di acqua che dopo buttano fuori trattenendo i krill grazie a una doppia fila di lamine disposte a pettine sia nella parte superiore che in quella inferiore della loro bocca: i fanoni[4] (che sono circa 600).

Le megattere prediligono le acque più vicine alla costa e comunicano attraverso suoni a bassa frequenza: i loro canti possono durare da pochi minuti a un'ora e mezzo.

Inoltre le megattere sono in grado di saltare completamente fuori dall'acqua e di "esibirsi" facendo numerosissime "acrobazie" che possono essere sfruttate per attirare la femmina.

Sono animali migratori, infatti d'estate migrano verso le acque polari per procurarsi cibo e d'inverno tornano nelle acque tropicali per accoppiarsi e, dopo 12 mesi dall'accoppiamento, partorire.

I maschi, durante il periodo dell'accoppiamento, intonano canti dalla lunga durata (anche di diverse ore) e sono in grado di attirare l'attenzione della femmina facendo grandi capriole a livello dell'acqua, generando così onde molto grandi.

La femmina, generalmente, dà alla luce un solo piccolo che già appena nato può raggiungere i 5 metri di lunghezza.

  1. ^ MEGATTERA, su animalinelmondo.com. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  2. ^ Euphausiacea, su it.wikipedia.org. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  3. ^ Plancton, su it.wikipedia.org. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  4. ^ Fanone, su it.wikipedia.org. URL consultato il 20 gennaio 2021.