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Lubnā al-Kātiba, nota anche con lo pseudonimo di Lubnā di Cordoba (in arabo لبنى القرطبية) (... – ...; fl. X), è stata una kātiba (scriba e calligrafa), poetessa, grammatica e matematica vissuta durante la seconda metà del X secolo a Cordova.

Lubnā di Cordoba, di José Luis Muñoz[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni relative alla vita di Lubnā sono estremamente limitate. È noto che fu un'intellettuale andalusa nata nella seconda metà del X secolo durante il califfato di 'Abd al-Raḥmān III e probabilmente crebbe nel suo palazzo (Madīnat al-Zahrā). Liberata dalla sua condizione di schiavitù (liberta) nel 961 dal califfo Al-Hakam II, fu educata come scriba e in seguito assunse il ruolo di copista e segretaria presso la Biblioteca Reale di Cordova. Qui le sue mansioni includevano l'esecuzione, la scrittura e la traduzione di numerosi manoscritti, oltre alla redazione delle lettere personali del califfo.

Lubnā nutriva una profonda brama di conoscenza ed era dotata di un'ottima memoria fotografica: eccelse sia in campo scientifico sia umanistico e per questo motivo è considerata la più grande intellettuale del tardo X secolo.[2][3]

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Il califfato di Cordova nel X secolo[modifica | modifica wikitesto]

Cordova è una città spagnola situata nella regione dell'Andalusia che subì nel corso dei secoli grandi trasformazioni sul piano economico, politico e culturale, perciò è possibile definirla una città "senza tempo".

Dopo l'invasione islamica del 711, divenne la capitale dei domini arabi di Spagna (gli omayyadi) e raggiunse il suo massimo splendore nel X secolo quando 'Abd al-Raḥmān III (912-961) la trasformò in califfato.[4]Alla sua morte gli successe suo figlio al-Hakam II che intraprese campagne militari vittoriose contro il re di León e Castiglia, e quello di Navarra, ai quali nel 966 impose una pace durevole; così anche contro i Fatimidi d'Egitto e gli Idrisidi marocchini. Inoltre, in continuità con il suo predecessore, suggellò rapporti proficui con Bisanzio, Baghdad e Il Cairo. Fu soprattutto un gran protettore delle scienze e delle arti, infatti fondò una ricca biblioteca a Cordova che divenne il centro più importante della scienza islamica occidentale[5]; inoltre, portò avanti il progetto del padre: restaurò il palazzo reale di Madīnat al-Zahrāʾ aggiungendo 12 nuove colonne e costruì la Grande Moschea di Cordova orientata, come da tradizione, verso La Mecca. Dunque, la città fu uno dei più importanti e attrattivi centri artistici del tempo: la sua architettura e i suoi manufatti divennero simboli dell'arte islamica[6].

Lubnā e le donne alla corte di al-Hakam II[modifica | modifica wikitesto]

Durante il califfato di Cordova (929-1031) circa 127 donne sono attestate nella parte orientale della città come addette alla copiatura del Corano in cufico, mentre altre ebbero un ruolo attivo come amanuensi presso la corte dei califfi (schiave o liberte) il cui compito era quello di redigere lettere e altri documenti ufficiali. Il professor Julián Ribera[7] (1858-1934) sostenne che il motivo del loro frequente impiego fosse legato unicamente a questioni di profitto, dato che venivano pagate meno degli uomini. Tuttavia, il loro ruolo all'interno della società non risulta affatto marginale dato che centinaia di loro erano letterate. La serie biografie incorporate da Al-Maqqarī[7] nel Nafh al-tib, mettono in evidenza che nessuno schiavo in al-Andalus le eguagliava in saggezza, educazione, capacità poetica e conoscenze letterarie. Purtroppo non rimane traccia del loro lavoro, poiché non avevano il permesso di autografarsi.[8][7] Quando nel 961 al Hakam II salì al potere, iniziò un periodo di grande splendore a Cordova; egli fu un mecenate delle scienze e delle arti che si impegnò particolarmente nella crescita dei suoi sudditi e nel mantenimento della pace. Il suo entourage era composto da molte donne istruite come scribe, a cui affidò ruoli di primo piano. Tra queste si distinse Lubnā, che oltre ad avere funzioni designate dal califfo, era una matematica a cui quest'ultimo assegnò il compito di istruire i bambini delle classi meno abbienti,creando una scuola itinerante con cavalli per promuovere l'alfabetizzazione nei quartieri poveri della città. Si stima che nel corso di vent'anni abbia contribuito all'istruzione di circa tremila bambini, insegnando loro le competenze essenziali di lettura, scrittura e le quattro operazioni aritmetiche di base.[9][7]

Omaggi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2019 il comune di Cordova dedica una strada alla grande intellettuale andalusa, intitolandola Escriba Lubna.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jose Luis Muñoz, AL-ANDALUS, colección expuesta permanentemente en la Casa de Sefarad (Córdoba) centro dedicado a la recuperación de la tradición y cultura Sefardí y de la época de Al-Andalus en general. Representan a una serie de personajes históricos que enriquecieron la vida cultural de este período., vol. 3, 5 novembre 2022. URL consultato il 6 aprile 2024.
  2. ^ Salisbury, Joyce E. Warriors, Queens, and Intellectuals: 36 Great Women before 1400, Wondrium., su wondrium.com.
  3. ^ J.P. Monferrer-Sala, A. Monterroso-Checa (a cura di), A Companion to Late Antique and Medieval Islamic Cordoba, p. 489.
  4. ^ A. Marcos Pous e A.M. Vicent Zaragoza, CORDOVA, su treccani.it, Treccani, Enciclopedia dell'arte medievale (1994).
  5. ^ Al-Ḥàkam II, su treccani.it, Treccani.
  6. ^ José Miguel Puerta Vìlchez, José Miguel Puerta Vìlchez, in Reflections on Qurtuba in the 21st Century, p. 65.
  7. ^ a b c d José Miguel Puerta Vìlchez, Qurtuba's Monumentaly and Artistic Significance, in Reflections on Qurtuba in the 21st Century, pp. 64-65.
  8. ^ Juan Pedro Monferrer-Sala e Antonio Monterroso-Checa (a cura di), A Companion to Late Antique and Medieval Islamic Cordoba, 2023, p. 489.
  9. ^ Rabia Ismail, ISLAM AND EDUCATION, pp. 376-377.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • J.M. Puerta Vìlchez, Qurtuba's Monumentaly and Artistic Significance, in Reflections on Qurtuba in the 21st Century, Casa Árabe, 23 luglio 2013.
  • J.M. Puerta Vìlchez, (a cura di) J.P Monferrer-Sala, A. Monterroso-Checa, Fine Arts in Qurtuba, in A Companion to Late Antique and Medieval Islamic Cordoba, volume 195.
  • Lubna de Córdoba, la esclava más culta, El Confidelcial, 26 agosto 2023.
  • R. Ismail, ISLAM AND EDUCATION, ricerca di dottorato presso l'università di Jamia Millia Islamia, 2019.
  • Salisbury, Joyce E. Warriors, Queens, and Intellectuals: 36 Great Women before 1400, Wondrium.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Al-Ḥàkam II, su treccani.it, Treccani.
  2. Jose Luis Muñoz, AL-ANDALUS, colección expuesta permanentemente en la Casa de Sefarad (Córdoba) centro dedicado a la recuperación de la tradición y cultura Sefardí y de la época de Al-Andalus en general. Representan a una serie de personajes históricos que enriquecieron la vida cultural de este período.
  3. A. Marcos Pous e A.M. Vicent Zaragoza, CORDOVA, su treccani.it, Treccani, Enciclopedia italiana (1931).
  4. Escriba Lubna, in Google Maps.