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Il MONUMENTO-OSSARIO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE : BATTAGLIA DEL VOLTURNO ( 01.10.1860)[modifica | modifica wikitesto]

(LA VOCE E' IN VIA DI COMPLETAMENTO E NON ANCORA E' DEFINITA)

Il Monumento-Ossario, in onore e memoria dei caduti nella battaglia del 1° Ottobre 1860, è sito nel Parco verde Comunale della città di Santa Maria Capua Vetere.Ha rilevanza 'nazionale e per il valore professionale del "progettista-ideatore" e per la valenza architettonica e per il grande significato che ha nel segmento storico dell'Unità d'Italia. E' stato ideato e progettato dal prof. Manfredo Emanuele Manfredi, architetto di certa e meritata fama internazionale, su commissione dei Comuni di Santa Maria Capua Vetere e di Capua. Nel 1876 il Comune di Santa Maria Capua Vetere già deliberava per la costruzione di due monumenti : uno in onore e memoria del DOTTISSIMO concittadino Alessio Simmaco Mazzocchi, l'altro in onore del Generale Garibaldi, che aveva combattuta e vinta la decisiva battaglia per l'unità d'Italia sotto le mura della città, prima respingendo e dopo sbaragliando l'esercito borbonico che si asserragliava senza più alcuna speranza nella città di Capua. Si provvedeva, dunque, da parte del Consiglio Comunale alla nomina di un Comitato di sette "distinti cittadini" ( Gallozzi cav. Giacomo, Cecaro avv. Mario,sig. Cappabianca Federico, il parlamentare nonchè avv. Filippo Teti,Bosco avv. Giacinto ,sig. Nicola Nicolini e lo stesso Sindaco cav. Pasquale Matarazzi , eleggendo, altresì, a Segretario Pasquale Danise ) perchè curassero di reperire fondi utili alla realizzazione dell'opera e a richiedere un contributo a tutte le Province e Comuni d'Italia.

Nell'anno 1881 - Sindaco Gennaro Mesolella - il Consiglio Comunale di Santa Maria Capua Vetere , facendo propria la mozione del Consigliere Giacomo Gallozzi, deliberava per la costruzione di un Monumento-Ossario per vincitori e vinti caduti nella battagllia del 1° Ottobre 1860, quindi cade e si supera l'idea del monumento a Garibaldi.

ARTISTI E ARCHITETTI[modifica | modifica wikitesto]

altorilievo dello Ximenes,icona in bronzo realizzata nei primi anni del 1900 e posta al centro della colonna monumentale - ossario monumento - S. Maria C.V.

In quegli anni vi furono varie e concomitanti iniziative da parte di Enti locali e della Deputazione P.le ispirate ovviamente alla particolare enfasi del momento e allo stupore e ammirazione per l'impresa militare compiuta dall'eroe dei due mondi. IN CONCLUSIONE, PERO', FURONO LE CITTà DI SANTA MARIA CAPUA VETERE E DI CAPUA A DETERMINARNE IN CONCRETO LA COSTRUZIONE, COSI' COME SI VEDRA' IN SEGUITO.

Il monumento-ossario, MASSIMAMENTE COSTRUITO IN PIETRA DI BELLONA E BRONZO,ricostruito in marmo di Trani dopo la distruzione seguita ad un potentissimo fulmine, celebra quella che fu la battaglia decisiva per la caduta del Regno di Napoli. Ha visto impegnati, altresì, gli scultori Ettore Ximenes e Giovanni Mossutti, rispettivamente l'uno per la statua della "Fama" e L'ALTORILIEVO di Garibaldi, attorniato dai SUOI FEDELISSIMI GENERALI E AIUTANTI DI CAMPO, l'altro per QUANTO ALTRO NON FIGURATIVO E I TRIPODI , posti alle laterali della piattaforma,e,comunque, ogni altro decoro in bronzo. La pietra locale detta "travertino di Bellona", invece, è stata lavorata, modellata e posta in opera dai fratelli Luca e Vincenzo De Felice ( mastri scalpellini) E' stato progettato dall'architetto Manfredo Manfredi e collaudato da

LE DIMENSIONI DEL MONUMENTO[modifica | modifica wikitesto]

La relazione dell'architetto Manfredo Emanuele Manfredi indica le dimensioni principali del monumento-ossario. Egli prevede una pianta quasi quadrilatera con un fronte di 24 m e due ordini di gradinate - di cinque gradini ciascuna - per accedere alla piattaforma monumentale che, in tal modo, è sopraelevata di un metro e mezzo rispetto al livello del suolo di sedime. La piattaforma predetta, cinta di transenne, è racchiusa agli angoli con pilastri con "are e tripodi". La parte centrale, a pianta quadrata, misura m 25 di lato. Il monumento centrale, alto poco più di 22 metri, è costitutito dalla base di metri 9, raffigurante un sarcofago su cui poggia la colonna, dalla colonna stessa e dalla statua bronzea finale di metri due, che rappresenta " La Gloria". Nell'epoca in cui fu costruito era visibile da notevole distanza. Tale effetto era stato volutamente ricercato nella progettazione perchè le popolazioni dei diversi Comuni dell'area potessero osservare la testimonianza dei gloriosi eventi del 1° ottobre 1860.

I MATERIALI IMPIEGATI[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del Monumento-Ossario ha visto il ricorso alla pietra locale detta "travertino", tratta dalle cave di Bellona. L'impiego di detta pietra è stato a blocchi e ovviamente a lastre di rivestimento. Le fondazioni, il sottopiano del piazzale monumentale e quanto altro costituisce l'ossatura muraria sono stati costruiti in muratura "mista" di tufo e mattoni. La Statua finale (detta "Fama " ovvero " Gloria" ), il basso rilievo posto al centro della colonna e raffigurante il generale Garibaldi attorniato dai "suoi", i due leoni alati, i tripodi e ogni altra ornamentazione e decorazione sono stati realizzati in bronzo.

L'INDIVIDUAZIONE DELL'AREA[modifica | modifica wikitesto]

LA SCELTA del luogo dove dovesse sorgere il monumento-ossario fu opera di due Commissioni, l'una nominata dal Comune di Capua e l'altra dal Comune di Santa Maria Capua Vetere. La Commissione di Capua, al momento della scelta, vide presenti l'on.le Barone Francesco de Renzis,l'on.le avv. Piero Rosano, nonchè il cav. uff. Vincenzo Bindi,per quella di S. Maria Capua Vetere furono presenti il Sindaco ,cav. Pasquale Materazzi,l'on.le avv. Filippo Teti,il cav. Camillo Della Corte,l'avv. Errico Morelli,l'avv. Bernardo Califano, l'avv. Carlo Vetrella, l'avv. Eugenio Liguori nonchè il sig. Fortunato Cappabianca.

Le due commissioni decisero di ripercorrerre i luoghi della battaglia e di indicare , così, sul posto il luogo dove erigere il Monumento-Ossario. Nel verbale del sopralluogo testualmente si legge: ” Quivi giunte ( ndr: le due Commissioni) al punto denominato “ Campo degli Spagnoli” hanno unanimemente riconosciuto che quello sarebbe il punto più opportuno per farvi sorgere il monumento , sia perché storicamente è proprio in quel sito che fu combattuta la parte principale della battaglia del 1° Ottobre ( n.d.r. : nell’anno 1860 e detta "Battaglia del Volturno" ) sia perché di fronte vi è il Monte S. Angelo ( n.d.r. :primo dosso del monte Tifata) dove il Dittatore Generale Garibaldi pronunziò il decreto di annessione delle province meridionali ; sia perché da quel sito si guarda costì l’Arco Adriano dov’era la Batteria Garibaldi………-omissis – Fissata di comune accordo la ubicazione del luogo , le due commissioni hanno voluto precisare il sito della Contrada Campo degli Spagnoli dove dovrebbe sorgere il monumento , ed hanno fermato che il sito più opportuno sarebbe il fondo di proprietà del signor Alfonso Ventriglia e che il Monumento dovrebbe sorgere in mezzo d’un piazzale , che dovrebbe essere formato da un quadrilatero di 100metri a partire dalla distanza di 50 metri dal muro della fornace, che resta nel limite del fondo Ventriglia e propriamente a 50 metri dalla fornace che è sita a destra della strada Provinciale che da S. Maria C. V. mena a Capua, di proprietà una volta del sig. De Carolis Eduardo, ora del signor Saccone ed al limite del fondo don Vincenzo Aveta, nel quale veggonsi due colonne in tufo.” A riconferma di quanto integralmente riportato dal verbele originale dei lavori delle due Commissioni deputate alla scelta dell'area dove allocare il Monumento-Ossario, leggiamo testualmente nella relazione del .....1893 dell'architetto Manfredi :" Dovendo il Monumento sorgere nella località dove avvenne la battaglia, e precisamente tra i due Comuni di Capua e Santa Maria Capua Vetere, in una vasta pianura sulla via provinciale che unisce i due Comunied ha per fondoo una dolce linea di colline , immaginai di collocarlo poco discosto dalla detta Via Provinciale lasciando fra la strada e il monumento un vasto spazio naturalmente rinchiuso.

In effetti la distanza misurabile dal monumento alla "Via Provinciale", che ancor oggi mena a Capua, è forse ancora inferiore ai cento metri.

Nel 1989 (?) il Comune di Capua propose un luogo diverso ove erigere il Monumento , ma il Comune di Santa Maria Capua Vetere, in modo garbato ma fermo, lo giudicò inidoneo e anche e soprattutto non rispettoso della verità storica e rigettò la proposta. La fermezza e il richiamo di attenersi alla verità dei fatti, che i viventi dell'epoca avevano conosciuti e attraversati in prima persona, evidentemente indussero il Comune di Capua a non insistere sulla ricerca di una nuova area ove allocare il monumento-ossario, riconoscendo che la battaglia decisiva si era svolta sull'area già precedentemenete prescelta di comune accordo tra le due città. Si eliminava in tal modo un serio elemento di contrasto, che avrebbe potuto ritardare ulteriormente i tempi di realizzazione del Monumento- Ossario se non addirittura comprometterne la costruzione.

LA PREVISIONE DI SPESA E L'AFFIDAMENTO DEI LAVORI[modifica | modifica wikitesto]

Il prof. Manfredì preventivò un importo di L. 65.817,94 che distinse come segue :

  • per sterro, fondazioni,e murature deentro e fuori terra L. 6203,58
  • per la piattaforma i pilastyri ed i parapetti L. 16.851,78
  • per il Monumento L. 11.492,58
  • per la colonna centrale L. 5870,00
  • per gli ornati in bronzo e le figure decorative L. 25.400,00
Monumento-Ossario caduti garibaldini della battaglia del Volturno - S. Maria C.V.

Previa l'assunzione degli atti amministrativi di rito e la stipula dei relativi contratti, i lavori di sterro e muratura furono appaltati, in data 06.10.190==Note==2, al Signor Troiano Gaetano; quelli relativi alla piattaforma in pietra locale, alla realizzazione dei pilastri e dei parapetti, al monumento e alla colonna centrale nonchè al castelletto provvisorio, necessario per lavorare alle diverse altezze e innalzare la colonna stessa nonchè LA STATUA BRONZEA e porre in opera il così detto nucleo centrale, furono affidati, in data 02.04.1903, ai Signori Luca e Vincenzo De Felice. Il 21.04.1905 i lavori di decorazione in bronzo videro preferito il prof. Errico Mossuti mentre la statua -posta all'apice della bianca colonna- raffigurante LA GLORIA nonchè le altre rappresentazioni figurative in bronzo furono affidate al prof. Ettore Ximenes, scultore di fama internazionale, che già in altre realizzazioni monumentali celebrative aveva affiancato il prof. Manfredo Manfredi. Per rendere più snelle e spedite le procedure amministrative, propedeutiche ai lavori o necessarie nel corso degli stessi, e sottrarrsi alle lungaggini burocratiche, che certamente vi sarebbero state legandosi alle determinazioni dei due Comuni ( S. Maria Capua Vetere e Capua ), si addivenne alla decisione di eleggere un "Comitato per la costruzione di un monumento-ossario dei caduti della battaglia del Volturno" , presieduto dal Sindaco "pro tempore " della città di Santa Maria Capua Vetere.


Leone alato Ossario caduti garibaldini della battaglia del Volturno - S. Maria C.V.

Furono chiamati a farne parte i Sindaci della Provincia di Caserta, il Sindaco di Napoli, le massime Autorità Regionali e Provinciali, i patrioti che avevano preso parte all'avanzata dei mille (è il caso del comm. Ernesto della Torre e dello stesso senatore Augusto Pierantoni) ,i deputati e i senatori , nonchè illustri cittadini della città di Capua e di Santa Maria Capua Vetere , quali, tra gli altri, Gaetano Cappabianca, Raffaele Perla,Gennaro Saccone, Camillo Della Corte, Giacinto Bosco ( n.d.r.: 'nonno del Giacinto Bosco più volte Ministro della Repubblica e giudice dela Corte di Giustizia Europea nonchè prof. universitario di diritto comune'), Eugenio Liguori e Roberto De Gennaro.

LIEVITAZIONE DEI COSTI E CONTROVERSIE[modifica | modifica wikitesto]

Gli atti dell'epoca e , in specie, una preziosa "relazione tecnico-contabile" portata al vaglio del Consiglio Comunale e da quest'ultimo approvata, testimoniano il nascere di divergenze e contrasti per il sorgere di difficoltà addotte dai diversi appaltatori, quasi a giustificazione dell'allungamento dei tempi di lavoro e dei maggior costi delle opere a farsi, con la pretesa che gl'importi dei lavori stessi fossero rivisti rispetto ai contratti precedenti. In primo luogo si rappresentava da parte delle ditte che erano lievitati in alto i costi della mano d'opera, tanto più che si era ravvisata la necessità soprattutto per le opere in travertino di "mani" più esperte di quelle degli scalpellini locali e, quindi, la convenienza di chiamare scalpellini napoletani, che, però, richiedevano esagerati - testualmente- compensi. In secondo luogo vi erano state variazioni e aggiunte a diverse parti del monumento fino al nascimento della colonna . Tali divergenze ovviamente erano nate con il Comitato esecutivo, che le rimise al Comitato generale,che diede parere favorevole perchè le istanze ovvero le doglianze degli appaltatori fossero accolte e regolate con ulteriori contratti a modifica dei precedenti.


La spesa rispetto a quella prevista aumentò, e non di poco, attestandosi sull’importo di £ 78.490,73. In effetti, i lavori di fondazioni e in muratura eseguiti da Troiano furono stimati valere £ 9302,61, quelli eseguiti dai fratelli De Felice ( marmi , piattaforma e castelletto) si accettarono per £ 44.315,96, le opere dello scultore Enrico Mossutti lievitarono a £ 14.250 e quelle del prof Ettore Ximenes a £ 10.500. Come se ciò non bastasse “ …omissis…. Le suddette misure finali – così come testualmente leggiamo nella relazione agli atti del Comune - furono firmate da tutti gli appaltatori con riserva di maggiori compensi e note di spese da sottoporsi ad esame al momento del collaudo…….-omissis-…”. I De Felice, non contenti di questa cautela, pretesero che fosse aggiunto all’importo dei lavori anche il premio di £ 2000 contrattualizzato in precedenza ( contratto del 2 aprile 1903) per il trasporto ,il lavoro e la posa in opera di “ pezzi di travertino di grossa mole”. E fu così che il giorno 11 Giugno 1906 il Consiglio Comunale nominò i due collaudatori nelle persone del'ing. Roberto Morelli e dell'ing. Raffaele della Volpe, che il 23 .11.1906, dopo l’accesso e l’attenta valutazione dell’intera documentazione, presentarono il verbale di collaudo del monumento-ossario, con il quale alla fine riconobbero quanto segue: • CONTO TROIANO £ 9.722, incluso un premio di £ 300 quale premio per la buona esecuzione dell’opera • CONTO DEI FRATELLI DE FELICE LUCA E VITTORIO £ 46.375 , 96 con deduzione da tale somma di £ 925 per non aver ben eseguito 7 scalini, per la deficiente bontà della pietra, per la grave negligenza di aver trascurato di applicare i perni tra i due pezzi della base della colonna e altre mancanze. • CONTO DELLO SCULTORE ETTORE XIMENES £ 9000 più £ 1000 ( e non le £ 1500 richieste) per l’aggiuntivo lavoro necessario al peduncolo della statua , rovinato da eventi climatici dopo l’inaugurazione( avvenuta il giorno 1° Ottobre 1905). Altre 467,76 lire furono riconosciute alla Ditta Angiello per ulteriori necessari lavori non meglio specificati, ma si suppone fossero di trasporto e d'impalcatura. Al fonditore Lagana' di Napoli dai collaudatori furono riconosciute £ 700. In totale i costi del Monumento dopo il collaudo risultarono essere di £ 79.891,33. Risultò, quindi, un maggiore importo di circa £ 6.000 che i collaudatori ritennero quasi fisiologico tenendo presente i vari contratti succedutisi , i diversi premi accordati e le varianti in corso d'esecuzione resesi necessarie per i particolari per ragioni di opportunità e nel rispetto dei migliori criteri dell'arte Si registrarono, comunque, insoddisfazioni e ulteriori pretese da parte degli appaltatori poggiate su vantate promesse verbali e impegni morali assunti dal sottocomitato, ma i collaudatori determinarono le pretese non ammissibili.


IL REPERIMENTO DEI FONDI DA ENTI E ORGANIZZAZIONI MORALI, FINANZIARIE E CIVICHE[modifica | modifica wikitesto]

Il Comitato esecutivo fece un ottimo lavoro organizzativo per reperire i fondi necessari e per i lavori del Monumento Ossario e per l'imponente festa d'inaugurazione che s'intese celebrare il 1° Ottobre 1905. Dagli atti conservati e ritrovati presso il Comune di Santa Maria Capua Vetere si evince che certamente furono inviati "solleciti a partecipare e contribuire" a tutte le città della Provincia di Terra di Lavoro e alle principali della Campania e del Mezzogiorno non escludendo le principali del resto d'Italia . Questa iniziativa diede indubbiamente i suoi buoni frutti di alcuni dei quali diamo testimonianza per averne ritrovata la prova documentale:

  1. Abruzzo ultra primo ( Provincia di Teramo) £ 100,
  2. Acerra £ 100,
  3. Arezzo £ 25,
  4. Banco di Napoli £ 300,
  5. Cassino £ 50,
  6. Ferrara £ 100,
  7. Firenze £ 100,
  8. Formia £ 50,
  9. Gaeta £ 25,
  10. Marigliano £ 20,
  11. Ministero della Guerra £ 750,
  12. Ministero Lavori Pubblici £ 50,
  13. Napoli - Camera Commercio £ 500,
  14. Nola £ 100,
  15. Parma ( Consiglio P.le) £ 100,
  16. Piacenza £ 25,
  17. Piedimonte d’Alife £ 50,
  18. Potenza £ 100,
  19. Provincia Forlì £ 50,
  20. Trapani £ 500.
Tra le contribuzioni va segnalata, per la sua particolarità e per il significato simbolico, il conferimento gratuito da parte del Ministero della Guerra di ben 1400 tonnellate di bronzo ricavate da cannoni e armi ormai in disuso o pezzi residui di armi.

Senza voler fare inopportuni confronti l'episodio ricorda e richiama la vicenda del "Leone" che campeggia sulla collina eretta a Waterloo e che è stato fuso con le armi che parteciparono alla più che famosa battaglia .

Ci piace ricordare che il sammaritano, commendatore Gaetano Cappabianca, quello stesso che avrebbe lasciato ingenti beni a beneficio dei "ciechi e dei sordomuti" e a sostegno della loro possibile riabilitazione e integrazione sociale, compì una liberalità pro monumento-ossario di ben mille lire . Volendo più o meno rendersi conto del valore della spesa in quei primissimi anni del 1900 bisognerebbe considerare il valore della lira nel 2000 rispetto a quella novecentesca. Una indicazione approssimativa si può ottenere riconducendo il valore di una lira a lire 6214,2645 e , quindi, moltiplicando l'importo speso per il coefficiente 6214,2645 ( se si arrotonda a 6215 non ci si discosta di molto) si ottiene un valore probabilisticamente molto veritiero.Secondo questo calcolo il Ministero della Guerra, tanto per fare un esempio, avrebbe contribuito con un importo del valore , nel 2000, di £ 4.660.698,375 . Il concittadino Gaetano Cappabianca avrebbe contribuito con un valore di £ 6.214.264,5 .

  • Lo stesso Monumento - Ossario la cui previsione di spesa era di £ 65.000 avrebbe avuta,sempre nel 2000, una previsione di spesa di valore pari a £ 403.927.192,5.

Queste cifre sono indicative anche ai fini della testimonianza che da esse deriva rispetto ,comunque, ai bassi costi dell'epoca, vuoi del lavoro vuoi dei materiali. Preme, però, fare una considerazione. Le contribuzioni ( non sono tutte riportate ) provenienti da più parti d' Italia testimoniano e sono la riprova del respiro "nazionale" dell'opera e come essa vada ben al di là di una gloria cittadina, ovvero provinciale o regionale,ma abbia risposto al sentimento nazionale.

PRIMI DANNI E LO SPOSTAMENTO DELLA STATUA A CAUSA DI EVENTI CLIMATICI - anno 1903[modifica | modifica wikitesto]

Nel Dicembre 1903, a causa di eventi climatici, mentre erano ancora in corso i lavori di costruzione - così come può trarsi dalla perizia del 1914 - un fulmine colpì la Statua e la piattaforma in fase di montaggio. Fu necessario, così, provvedere alla risistemazione della "Gloria" ( soprattutto alla sistemazione del così detto "pieduccio" , al mascheramento con festoncini di bronzo delle "grappe di rame" , utili per la tenuta del piedistallo della statua al capitello della colonna, e, quindi, ricostruire il relativo castelletto di servizio, opera - proporzionalmente molto costosa - che fu affidata alla locale ditta Luigi Angiello.

LA QUASI DISTRUZIONE DEL MONUMENTO A CAUSA DI UN FULMINE ABBaTTUTOSI IL 1 ° NOVEMBRE 1914[modifica | modifica wikitesto]

Nella notte del 1° Novembre del 1914 un fulmine potentissimo colpì nuovamente la Statua, danneggiandola in modo irreversibile, distrusse metà o più della colonna marmorea che la reggeva, lese profondamente i fregi in bronzo, i festoni con al centro le teste di leone e i fregi marmorei, non risparmiando la base del monumento in molte sue parti e l'altorilievo posto nell'innoscapo della colonna e raffigurante Giuseppe Garibaldi a cavallo e attorniato dai suoi. Il monumento era stato assicurato nel 1910 per lire cinquantamila con la Compagnia di Assicurazioni " Generali Venezia". Fu, quindi, immediatamente chiesto il risarcimento del danno che, in contraddittorio tra le parti, già il 14 novembre del 1914,rappresentato il Comune dall'ing. Gennaro Saccone, fu determinato, come quota spettante alla Compagnia assicurativa, in Lire 19.386,65. Venne celermente ( 1915 ) affidato al conte Manfredo arch. Manfredi, già progettista dell'opera e direttore dei precedenti lavori, il compito di "studiare il progetto - si legge testualmente negli atti comunali - di ricostruzione dello storico ricordo". n primo progetto d'intervento restaurativo non convinse il Consiglio Comunale della città e , quindi, fu necessaria la redazione di un secondo progetto, consegnato al Comune di Santa Maria Capua Vetere il 1° Febbraio 1923 e approvato in data 9 Marzo dello stesso anno. L'idea di ricostruire la colonna e le altre parti in marmo, purtroppo distrutte dal fulmine,utilizzando marmo di Carrara fu subito abbandonata per l'entità dei costi e si ripiegò, in un primo momento, sulla pietra di S. Angelo in formis, estratta dalle cave in località Lucarelli, per poi decidere, alla fine, di ricostruire l'intera colonna in marmo di Trani. Con contratto del 7 -10-1925 vennero appaltati all'imprenditore, capo mastro scalpellino, Nicola Valentino e all'imprenditore Enrico De Felice ( nominato in atto suo surrogante esuo socio) i lavori di ricostruzione delle parti in travertino, nonchè di posa in opera dei bronzi, della costruzione del castelletto di servizio ( gli attuali "ponteggi innocenti") della recinzione necessaria, con esclusione della rifazione della statua della " Gloria" e dei fregi in bronzo e in marmo, del necessario restauro dell'alto rilievo, rappresentante Garibaldi e i suoi, nonchè del restauro dei leoni alati. Si avvertì anche l'esigenza di proteggere il monumento dal ripetersi di simili sciagurati episodi e si diede incarico all'ing. Guido Nebbia di progettare e poi realizzare in concreto un valido ed efficace impianto di protezione dai fulmini. La ricostruzione di gran parte del Monumento costò, alla fine lire 167.111,3 e vide la partecipazione alla spesa per lire 65.000 della sola Amministrazione Provinciale. La nuova inaugurazione fu ben lontana dal fasto e dallo splendore della precedente. Parteciparono alla stessa, ovviamente , le personalità della città , che , certo, all'epoca non ne difettava.

I TEMPI E I COSTI DELLA RICOSTRUZIONE[modifica | modifica wikitesto]

( TEMA IN VIA DI ELABORAZIONE)

Titolo sezione[modifica | modifica wikitesto]

IL MONUMENTO AI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE ( 1915-1918)[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento, ideato progettato e diretto nei lavori dal prof. Manfredo Manfredi( quello stesso che aveva ideato progettato e diretto i lavori del monumento-ossario dei caduti della battaglia del 1° Ottobre 1860)sorge nell'attuale Piazza Matteotti, all'epoca della sua realizzazione con toponimo " Alessio Simmaco Mazzocchi", e, collaudato dall'ing. Nicola Parisi, fu inaugurato il 27 giugno del 1926 alla presenza e con la partecipazione di S.A.R. Umberto II, del Sindaco avv. P. Fratta, del sen R. Perla, Presidente del Consiglio di Stato, del gen. on.le Bistrocchi, dell'arcivescovo Gennaro Cosenza, del canonico De Bottis, del Presidente del Tribunale, dott. Masucci e del grande archeologo dott.Amedeo Maiuri, nonchè di Autorità e illustri Personalità della Provincia e della Regione. Il discorso ufficiale,dopo che il sen. R. Perla, così come risulta dai carteggi ritrovati, soprattutto per una questione di signorile garbo, rifiutò decisamente, fu tenuto dal cav. Eugenio Liguori, Presidente del Comitato esecutivo "pro monumento ai caduti della guerra del 1915-1918". Non si badò a spese per la piena riuscita della manifestazione patriottica alla quale partecipo' anche una squadriglia di avieri di stanza a Napoli, che si esibirono in voli acrobatici. Il monumento occupa la parte antistante il muro perimetrale frontale della già "collegiata" Cattedrale di Santa Maria Capua Vetere, che oggi è dedicata agli entrambi patroni cittadini : la SS Vergine Maria Assunta in cielo e S. Simmaco Vescovo,che ne edificò il primo importante nucleo - cioè la parte che oggi è la navata centrale - e la dedicò a "Maria deipara" . Occupa, in effetti, l'area ove sorgeva la piccola Chiesa dell'Annunziata , successivamente abbattuta e sostituita con la fontana che oggi è collocata in Piazza S. Pietro.

DIMENSIONI DEL MONUMENTO[modifica | modifica wikitesto]

L'altezza complessiva del monumento è di metri dieci. La statua in bronzo di un milite, opera dello scultore di fama nazionale, prof. Giuseppe Tonnini,membro della Direzione artistica dell'Altare della Patria in Roma, è alta m. 2,60 e poggia su un piedistallo in travertino di cm. 90.Il fante ha un atteggiamento vigile e di difesa e - così come scrive l'architetto Manfredo Manfredi - " esalta l'eroismo del sacrificio della vita per amore della Patria ". Il fante nella mano destra tiene il fucile con baionetta innestata mentre nella sinistra innalza al cielo "la palma della vittoria".Il monumento fu circondato in origine da giardinetti abbelliti da Palme, i cui ultimi esemplari della varietà "phoenix" sono state aggredite e distrutte dagli attacchi del così detto "punteruolo rosso", ANIMALETTO VOLANTE ( COLEOTTERO) importato ( sic! ) negli anni 2000 dall'Africa anche grazie alla variazione climatica con temperature medie crescenti. L'esedra, che fa da spalliera al monumento centrale su cui è collocata la Statua,è anche pietra su cui sono eternati i 251 nomi dei caduti. Decori in bronzo sono sul piedistallo centrale e sui pilastri di chiusura dell'esedra. Tutte le opere in bronzo sono state fuse presso la fonderia Laganà di Napoli.

 ( voce in via di completamento)



LE DATE[modifica | modifica wikitesto]

( Chiedo scusa ma Le voci sono in via di completamento)