Utente:Pqt69/Sandbox

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Ariodante Picuti nasce a Bevagna il ‪28. 4.1924‬ da Giacomo e Clorinda Silvestri, nipote quest’ultima di Filippo Silvestri, uno dei padri fondatori dell'entomologia italiana. Nella cittadina umbra trascorre l'infanzia e la prima giovinezza. Porta a termine i suoi studi classici al liceo "Federico Frezzi" di Foligno conseguendo la maturità nell'anno scolastico ‪1942-1943‬. Egli appartenne a quella generazione di studenti che erano stati tutti, o quasi tutti, giovani fascisti fino alla caduta del regime. L'attività del padre, bancario presso la Cassa di Risparmio, lo porta prima a Foligno, dove la famiglia abiterà a Villa Candida (1938) e poi a Nocera Umbra, a seguito del trasferimento del padre avvenuto nel 1940. Furono quelli anni di grandi sacrifici, dovendo egli raggiungere, nonostante gli eventi bellici, il liceo di Foligno in bicicletta, una mitica Gerbi rossa in dotazione alla famiglia. Fu però con la disfatta militare dell’otto settembre 1943 che come tutti, allora, dovette confrontarsi con una tragica realtà. Sebbene gli italiani confidassero nella fine del conflitto, la nazione si trovò difronte ad un drammatico periodo che impose, in particolare ai giovani di leva militare, scelte molto difficili. L'Italia era divisa in due: al Sud "i liberatori", al Centro-Nord i tedeschi, che fecero sentire il loro tallone di ferro.   Il giovane Picuti fu costretto ad una decisione terribile, più grande di lui.  Sull’esempio del padre, già segretario politico del P. N. F. a Bevagna, ma sostanzialmente monarchico antitedesco, ostile all'alleanza con Hitler, maturò sentimenti antinazisti senza riuscire ad evitare la leva della nuova Repubblica di Salò, dalla quale volle comunque subito prendere le distanze. Per questo fu imprigionato per quaranta giorni come disertore, prima di essere inaspettatamente amnistiato. Tuttavia il suo stato non poteva offrirgli alcuna sicurezza fino al passaggio del fronte. Decise, quindi, di rifugiarsi a Nocera Umbra, allora occupata da un comando tedesco, all’interno di una soffitta del Palazzo Williams presso le figlie di un americano. Sin dal suo arrivo nella Città delle Acque Ariodante frequenta l'Azione Cattolica che a Nocera ha un potente impulso per merito del nuovo Vescovo Monsignor Domenico Ettorre, morto nell'ottobre del 1943. Terminata la guerra frequenta l'ateneo Perugino dove nel 1952 si laurea in giurisprudenza. A Nocera si fa animatore di attività culturali fondando una filodrammatica che esordisce al teatro Alphatenia e collabora costantemente come corrispondente con il Messaggero di Roma. Ancora studente insegna francese nella scuola media comunale privata diretta da Don Gino Sigismondi. Nel 1953 si unisce in matrimonio con Nedda Romani, insegnante nocerina di padre folignate, scomparsa prematuramente nel 2000. Egli esercita la professione forense presso il Tribunale di Perugia che lo vede protagonista di numerosi processi di grande richiamo.

Nel 1952 a soli 28 anni è eletto sindaco di Nocera Umbra nella lista della Democrazia Cristiana. Nel 1954 nasce il primogenito Giovanni. Sempre con la Democrazia Cristiana è capolista a Nocera nella tornata elettorale del 1956 con la conferma nella carica di sindaco. Nel 1960 è capolista della D.C. per l'elezione dell'amministrazione comunale nella città natale di Bevagna, dove riesce a dar vita ad un’amministrazione di centro sinistra a guida socialista. Nel 1962 si trasferisce definitivamente con la famiglia a Foligno, dove nel 1964 nasce la secondogenita Maria Romana, a cui impone il nome della figlia di Alcide De Gasperi che egli aveva conosce personalmente grazie ai buoni offici del senatore Giuseppe Ermini, al quale si lega come ad un secondo padre fin dalla sua prima sindacatura nocerina. Successivamente è candidato sempre nella lista della Democrazia Cristiana per l'elezione della nuova amministrazione del Comune di Montefalco. E' anche eletto consigliere provinciale per la zona di Montefalco, Bevagna e Gualdo Cattaneo. Nel 1970 nelle liste della Democrazia Cristiana è eletto consigliere dell’Assemblea Legislativa dell'Umbria, insediatasi nella città di Perugia a Palazzo Cesaroni. E’ confermato nel suo ruolo prima nel 1975 poi nel 1980, ricoprendo la carica di Vice Presidente del Consiglio regionale. Nel 1985, dopo tre legislature e dopo aver firmato moltissime leggi, lascia l’Assemblea Legislativa, offrendo una grande lezione di stile, come scrisse il presidente del gruppo regionale della D. C. Bistoni - "per affrontare con spirito di servizio" la riconquista al proprio partito del Comune di Nocera Umbra, dove è eletto nuovamente sindaco. Quale consigliere regionale è promotore di un disegno di legge per l'istituzione della terza provincia di Foligno-Spoleto e Valnerina, che però non incontrerà fortuna. A Foligno, dove svolge l’attività di avvocato penalista insieme al fratello Arnaldo e al figlio Giovanni, ricopre anche la carica di Presidente della locale squadra di calcio, ma anche di vice Presidente e successivamente di Presidente dell'Ente Giostra della Quintana, apportando alla manifestazione notevole impulso e conclamata notorietà. Con lui la Quintana conseguirà obiettivi fino ad allora nemmeno ipotizzati, soprattutto in conseguenza dell’apertura nei confronti delle istituzioni locali, con le quali Picuti riesce a colloquiare in virtù della sua esperienza acquisita in campo politico ed amministrativo. Dopo aver iniziato un processo di patrimonializzazione dell’Ente, mediante acquisizioni immobiliari delle sedi rionali e delle taverne, ottiene l’abbinamento della giostra alle lotterie nazionali e quindi la diretta televisiva Rai, affidata ad Enrico Mentana, dal Campo de li Giochi. Sotto il suo mandato la Quintana ospita il presidente Sandro Pertini. Durante la sua presidenza, durata 23 anni, il Corteo Storico si impreziosisce e la manifestazione esporta anche fuori i confini nazionali l'immagine della città. Ariodante Picuti ne ricoprirà la carica di presidente onorario fino alla sua morte, che lo coglie a Foligno dopo breve malattia il 10.10.2017.