Utente:Pietro Sandro Beato/Sandbox
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Giovanna prima regina di Napoli[modifica | modifica wikitesto]
Melodramma serio in tre parti di Francesco Malipiero (1824-1887) - Libretto di Agostino Pendola
Genere | Melodramma |
---|---|
Lingua | Italiano |
Musica di | Francesco Malipiero |
Libretto di | Agostino Pendola |
Atti | Tre |
Prima rappresentazione | Padova, Teatro Nuovissimo - 26.12.1841 |
PERSONAGGI[modifica | modifica wikitesto]
- Giovanna prima regina di Napoli (soprano)
- Ugo dei reali d'Ungheria, duca di Napoli e marito di Giovanna (basso)
- Enrico, principe di Taranto (tenore)
- Il conte Capanno (basso)
- Romilda
CAST DELLA PRIMA ASSOLUTA[modifica | modifica wikitesto]
Personaggio | Interprete | Tipologia vocale |
---|---|---|
Giovanna prima regina di Napoli | LUIGIA MATTHEY | soprano |
Ugo, duca di Napoli | LUCIANO CALIARI | basso |
Enrico, principe di Taranto | GAETANO COMASSI | tenore |
Il conte Capanno | VINCENZO MEINI | basso |
Romilda | TERESA ZANONI |
ARGOMENTO[modifica | modifica wikitesto]
redatto dallo stesso autore Agostino Pendola nel frontespizio del suo libretto [1]
- La scena si finge nel castello di Aversa - Epoca 1345
- Roberto Re di Napoli sopravvissuto a suo figlio Carlo, volendo assicurare la successione del trono alla nipote Giovanna, figlia di questo Carlo, le fece sposare Andrea, figlio di Caroberto (Carlo Roberto d’Angiò) re d’Ungheria il quale per diritto di rappresentanza aveva un titolo legittimo alla corona di Napoli, e ch’egli aveva tratte in sua corte in età ancor fanciullesca. L’alienazione di animo prodotta in Giovanna dalla contrarietà dei caratteri, ed un caldo amore concepito pel cugino Luigi di Taranto ingenerarono infine in lei una decisa avversione per lo sposo: il perché, essendo egli rimasto vittima di una congiura tramata da molti Baroni e Reali di Napoli, e condotta ad effetto in Aversa presso la stanza da letto di Giovanna insorse grave sospetto ch’ella ne fosse consapevole complice. In questo fondamento storico s’appoggia il soggetto del presente Melodramma, in cui però oltre all’avere introdotte alcune circostanze estranee affatto alla storia, credetti ancora potermi far lecito di sostituire per comodo del verso ai nomi di Andrea e Luigi quelli di Ugo e d’Enrico, e ciò sull’esempio di valenti scrittori, dei quali basti fra i moderni citare Byron, e Felice Romani.
- L’Autore A. P.