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Marco Perazzolli (Bosentino, 28 gennaio 1934 – Cles, 31 marzo 1988) è stato un pittore italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Pittore informale e futurista, ha esplorato varie tecniche pittoriche ed elaborato una continua evoluzione dello stile artistico, con costante ricerca e sperimentazione dell’uso delle forme e del colore. Il proprio stile riflessivo e introspettivo lo hanno reso uno dei protagonisti della pittura italiana degli anni Settanta.
Ha compito i suoi studi presso il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Bruno Saetti nel 1956. L’anno successivo inizia l’attività di docente di storia dell'arte alle scuole medie di Taio, Malè e Cles (Trento), dove trasferisce la propria residenza. Nel 1966 frequenta la Schüle des Sehens di Oscar Kokoschka a Salisburgo, città in cui conosce e frequenta Emilio Vedova]. Da queste esperienze, Perazzolli inizia dapprima a dipingere quadri prediligendo il tema della figura umana e la la continua sperimentazione artistica lo spinge a dipingere vedute di città, mediante la ricerca dell’uso di una tecnica mista, con l'utilizzo di collage, pigmenti acrilici e sabbie.
Nel corso degli anni, la pittura di Perazzolli evolve verso l’astrattismo, mediante la rappresentazione elaborata di farfalle e, successivamente, interpretazione personale dello spazio e dell'infinito. Un pittura più informale si ritrova infine nelle vedute figurative di città notturne e rappresentazioni più intime contraddistinte da forme geometriche lacerate, pianeti in uno spazio profondo con colature di colore che paiono ferite.
L'arte di Perazzolli vine inoltre influenzata dall'amicizia con Umberto Mastroianni verso una pittura fortemente gestuale e lacerante di forma e colore derivate da una visione profonda e intima della realtà.
Critica artistica[modifica | modifica wikitesto]
Luigi Serravalli nel 1970 commenta "la singolare tematica, fantasiosa e policroma" di Perazzolli e la interpreta come "una farfalla che si adagia sopra un soffio d'aria, ostentando la policromia delle sue splendide vele" indicando che l'obiettivo dell'uomo-farfalla sia "senza dubbio lo spazio, l'aria aperta e la libertà assoluta"
L'amico Mario Melis commenta nel 1973 che le tele di Perazzolli "sono planimetrie di città, immagini di vita al microscopio, solchi di sottilissimi di impronte digitali, brandelli di muro graffiato, come sintesi del mondo e per esprimere la miseria della realtà superstite".
Nel 1973 M. Verzeletti lo definisce "pittore della ricerca" e scriveva che "Perazzolli dipinge con una tecnica tutta personale, la sua padronanza del colore ha del miracoloso, convince in una maniera così immediata da sbalordire. La finalità della pittura di Perazzolli è quanto mai soggetta a metamorfosi. Le sue tele sono planimetrie di città, immagini o cose viste con occhio da interiore".
Anche Mario Dall'Aglio, in occasione della Mostra a Bolzano del 1976, interpreta che alcuni quadri di Perazzolli "rivelano il conseguimento di finalità che superano lo stesso dato razionalistico e proprio per il rigoroso impegno chiaroscurale, le sue soluzioni finiscono quasi all'informale. È qui che l'arte assolve la sua funzione, dato che l'intuizione è il principale presupposto per l'espressività, un filosofare razionalistico per entrare nell'espressione irrazionalistica". "Mentre la materia si ispessiva le strutture divenivano sempre più astratte, il dubbio sull'inevitabile dissolvimento delle cose umane cominciava a diradarsi. Perazzolli colloca al centro dei suoi quadri il cerchio, simbolo dell'eternità, ma anche vulcano, gorgo, vuoto infinito in cui affondano speranze ed attese" è il commento di Carlo Grasso sull'evoluzione artistica di Perazzolli del 1979.
Nel 1979, sempre Luigi Serravalli, collega una quarta dimensione spaziale alle opere di Perazzolli, quella psicologica, in cui "la pittura diventa racconto autobiografico. la solitudine dell'uomo moderno, la sua alienazione, si manifestano nei luoghi disabitati che l'artista predilige: è un lavoro di scavo attraverso la profondità. Gli interni delle case e dei palazzi appaiono allora come spaccati dopo una guerra o un terremoto" indicando che la "quarta dimensione con la quale l'artista afigurativo descrive la figura più autentica che è poi quella che si ottiene auto-psicoanalizzandosi".
In occasione della morte dell'artista, Guido Smadelli ricorda che "nelle sue tele dominate da grigi, neri e bianchi interrotti da tracce di colori acrilici, Perazzolli mescolava sabbia per ricostruire sulla tela le cosiddette lavagne inerti che ogni giorno l'umo incontra percorrendo le strade: le pareti dei muri dei palazzi. Le screpolature e le scrostature delle pareti, mute testimoni del lavoro dell'uomo, del mutare e del trascorrere del tempo, delle intemperie e del rincorrersi delle stagioni trovano riscontro nelle tele dell'autore, quasi dedito ad un'archeologia del presente grazie anche alla sua fantasia creatrice conosce un nuovo fascino, una nuova poesia"
Fiorenzo Degasperi interpreta che "la sua ricerca è stata mossa da un retaggio didattico ed è andata sfiorando l'assoluto dell'informale" e in particolare che "soggiacendo alle regole di una pittura esistenziale fondamentalmente pessimista, Perazzolli approda a quell'informale acido, fatto di buchi/vuoti talmente significativi da angosciare il pensiero che a lui si accosta".
Mostre[modifica | modifica wikitesto]
Mostre personali[modifica | modifica wikitesto]
1966 Trento, Galleria La colonna
1967 Genova, Centro artisti della gioventù italiana
1970 Merano, Azienda di soggiorno
1970 Riva del Garda, Galleria città di Riva
1972 Bolzano, Galleria Onas
1972 Bologna, Galleria de Carbonesi
1973 Verona, Galleria Scaligera
1973 Lugano, Galleria Tedeschi
1976 Bolzano, Galleria Les chances de l’Art
1979 Rovereto, Galleria Paganini
1981 Torino, Galleria L’approdo
1985 Cles, Galleria Fedrizzi
1987 Bolzano, Galleria Les chances de l’Art
1993 Cles, Galleria Fedrizzi
1993 Taio, Comune, Sala esposizioni
2004 Dimaro, Folgarida, Sala esposizioni centro congressi Alla Sosta dell'Imperatore
Mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]
1961 Trento, Mostra provinciale di Arte figurativa
1961 Trieste, Mostra nazionale del bianco e nero
1962 Forlì, Mostra collettiva
1962 S. Felice sul Panaro, Mostra Roncaglia
1962 Trento, Camera del Commercio
1962 Milano, Terza mostra annuale di Grafica Italiana
1963 Como, mostra collettiva a Villa D’Olmo
1963 Parigi, Mostra ‘Jardin d'Hiver’
1963 Monte Carlo Saloon International Bosi
1964 Monte Carlo Saloon International Bosi
1967 Arco, Premio Segantini (medaglia d’oro)
1968 Arco, Premio Segantini
1968 New York, Exhibition Contemporary European Painters
1968 Pejo, Collettiva di pittura
1969 Arco, Premio Segantini
1970 Cles, Rassegna d’arte contemporanea
1971 Genova, Rassegna internazionale di pittura (II premio)
1972 Genova, Rassegna internazionale di pittura di piccolo formato (medaglia d’argento)
1977 Milano, Pavone d’oro (segnalazione speciale)
2001 Trento, Palazzo Trentini, Arte trentina del ‘900, 1950-1975, a cura di Maurizio Scudiero
2003 Trento, Palazzo Trentini, Arte trentina del ‘900, 1975-2000, a cura di Maurizio Scudiero
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Libri[modifica | modifica wikitesto]
Maurizio Scudiero, Arte trentina del XX secolo, Edizioni U.C.T., Trento, 2015, pag. 222, 226 e 257 Libro
Luigi Serravalli, Il Narciso, Rassegna internazionale d'arte e cultura, novembre 1970, anno 3°, N.11, pag 73
Giulio Bolaffi, Catalogo nazionale Bolaffi d'arte moderna n.9, vol. 1, 1974, pag. 83, 101 Libro
Ch. l. Formals, Repertorium Artis, Guide International des Beaux-Arts / International Guide of Plastic and Graphic Arts, 1968, pag 244 Libro
Verio Pizzigoni, Archivio storico degli artisti italiani, Italia '900, Volume 8°, 1971, Istituto Editoriale d'arte, pag. 48 Libro
Cataloghi[modifica | modifica wikitesto]
Fiorenzo Degasperi, Comune di Taio, Mostra di Marco Perazzolli, 1993. Catalogo mostra
Maurizio Scudiero, Arte trentina del ‘900 (1950-1975), Trento, Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, 2001. Catalogo mostra
Maurizio Scudiero, Arte trentina del ‘900 (1975-2000), Trento, Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, 2003. Catalogo mostra
Quotidiani[modifica | modifica wikitesto]
M. Verzeletti, La Settimana a Bologna, 26 gennaio 1973, Articolo
M. Dall'Aglio, L'Adige, 1 febbraio 1976, Articolo
C. Grasso, L'Adige, 21 febbraio 1979, Articolo
G. Smadelli, L'Adige, 2 aprile 1988, Articolo
F. Degasperi, L'Alto Adige, 1 aprile 1993, Articolo
F. Degasperi, L'Adige, 12 maggio 1993, Articolo
F. Degasperi, L'Adige, 24 dicembre 1996, Articolo
F. Degasperi, L'Adige, 23 luglio 2004, Articolo
A. Dragone, La Stampa, 25 gennaio 1981, Articolo
A. Mistrangelo, Stampa Sera, 28 gennaio 1981, Articolo
A. Mastrangelo, Corriere della Sera, 7 febbraio 1981, Articolo