Utente:Maridonze/sandbox/pagina quattro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Sussidi energetici#I sussidi energetici in Italia

Sussidi energetici Paesi Bassi[modifica | modifica wikitesto]

Il Governo olandese attraverso i “Green Deals”[1], ossia accordi tra la comunità imprenditoriale e le amministrazioni locali, ha cercato di favorire l’adeguamento dell’industria agli standard di emissione e stimolare nuovi progetti di produzione di energia verde. Nel 2013 è stato siglato un accordo energetico tra Governo, produttori e distributori di elettricità, organizzazioni ambientali e imprese che prevedeva che nel 2020 il 14% dell’energia prodotta avrebbe dovuto essere rinnovabile, arrivando al 16% nel 2023 e poi al 100% entro il 2050. Inoltre, con un “Green Deal” tra il Governo e l’Associazione olandese delle Banche (NVB) si è cercato di favorire gli investimenti dell’imprenditoria in progetti di energia rinnovabile.

Nell’aprile 2015, il Ministro degli Affari Economici ha annunciato gli obiettivi del “programma nazionale strategico 2016-2019” consistenti nel progressivo ricorso a fonti energetiche rinnovabili, nella riduzione dei consumi energetici, nell’incremento di efficienza negli impieghi, ovvero con la massimizzazione dell’efficienza energetica.

Nel 2016, con l’introduzione del “pacchetto SDE+” (Stimulating Sustainable Energy) è stato previsto un fondo governativo di 8 miliardi di euro destinato a fornire prestiti agevolati ad imprese innovative per progetti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi europei per il 2020. Al fine di guidare la riduzione delle emissioni, con tale strumento si sostiene la produzione di energia sostenibile e attraverso aste competitive si assegnano sussidi operativi a progetti di energia rinnovabile.

Tuttavia i Paesi Bassi sono tra le nazioni europee con il maggiore indice pro capite di emissioni di CO₂ e allo stesso tempo, l’uso di energie rinnovabili del paese è tra i più bassi nel vecchio continente.

Proprio per questo, una sentenza rivoluzionaria della Corte suprema olandese del 21 dicembre 2019, la più importante sul cambiamento climatico, ha imposto al governo di tagliare del 25% (rispetto al 1990) le emissioni inquinanti entro l’anno 2020, al fine di centrare l’obiettivo previsto dagli accordi internazionali. L’iter legale era iniziato nel 2013 quando l’associazione ambientalista Urgenda ha fatto causa ai Paesi Bassi con ricorso dinanzi alla Corte territoriale del L’Aja.

La Corte nazionale aveva sostenuto le ragioni dell’associazione ed in appello, i giudici avevano confermato la condanna.

Anche la Suprema Corte olandese ha confermato la sentenza dei giudici di merito ed ha stabilito che il governo olandese non avesse fatto abbastanza per proteggere i suoi cittadini dagli effetti pericolosi del cambiamento climatico, che «minacciano la loro vita e la loro salute».

Da qui le decisioni del Governo olandese in risposta al ritardo accumulato nei confronti degli obiettivi climatici a medio termine[N 1]:

  1. spegnere la centrale a carbone del porto di Amsterdam cinque anni prima di quanto inizialmente concordato dal governo in quanto da sola produceva circa il 2% dell'emissioni di gas ad effetto serra totali del paese;
  2. introdurre una tassa sulle emissioni di CO₂ per colpire le grandi aziende e spingerle a investire nell’efficientamento tecnologico;
  3. stanziare per il periodo 2011-2020, tramite SDE+, 60 miliardi di euro di sovvenzioni erogate in un periodo fino a 15 anni, in base alla quantità di energia rinnovabile generata.

Nel 2020, il Governo olandese ha stanziato ulteriori 5 miliardi di euro e SDE+ è stato ampliato in SDE++ (Sustainable Energy Transition Incentive Scheme)[2], il quale utilizza un processo d'asta simile per assegnare sussidi ad aziende e organizzazioni del settore industriale che si occupino di sviluppare tecnologie non solo volte alla produzione di energia rinnovabile, ma anche alla riduzione di emissioni di CO₂[3].  A questa sovvenzione possono beneficiare cinque categorie principali di tecnologie a seconda che si occupino di:

  • energia elettrica rinnovabile: energia a gradiente salino, idroelettrica, eolica e solare;
  • cogenerazione (CHP): biomasse (fermentazione e combustione), geotermico (profondo e ultra profondo), energia solare termica;
  • gas rinnovabile: fermentazione e gassificazione delle biomasse;
  • produzione di calore a bassa emissione di carbonio: energia acquatermica, boiler elettrico, energia geotermica superficiale, calore di scarto, pompa di calore;
  • basse emissioni di carbonio: cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), idrogeno attraverso elettrolisi.

Nel 2020 le tecnologie possono ottenere un valore massimo di 300 euro per tonnellata di CO₂ a titolo di sovvenzione, che verrà assegnata per un periodo compreso tra i dodici e i quindici anni, a seconda della tecnologia utilizzata. Al fine di ottenere la sovvenzione, le tecnologie competeranno tra loro secondo standard di redditività[4].

Lo SDE++ rimane un sussidio operativo per le tecnologie rispettose del clima che compensa la differenza tra il prezzo di costo delle tecnologie[N 2] e il valore di mercato del prodotto che le tecnologie forniscono[N 3][5].

Per quanto riguarda più nello specifico il fotovoltaico, nel 2017 un report della Dutch Foundation for Applied Water Research (STOWA) stimava in 52 mila ettari la superficie coperta da bacini idrici nel territorio olandese su cui potenzialmente installare impianti fotovoltaici. A novembre 2019 si è infatti conclusa la prima fase del progetto di installazione del più grande impianto fotovoltaico galleggiante, con la realizzazione delle prime 3 delle 15 isole di silicio previste, ciascuna delle quali avrà 4900 pannelli, per un totale a termine di 73.500 pannelli, su un’estensione di 18 ettari. Per sfruttare in modo ottimale la produzione di energia solare l’impianto è stato installato all’interno del bacino idrico artificiale dell’ex sito d’estrazione di sabbia nei pressi della città di Emmen.

Sempre in materia di fotovoltaico galleggiante, nel 2018, era stato presentato anche il progetto Zon op Zee (tradotto “Sole sul mare”) per la realizzazione entro il 2022 della prima centrale fotovoltaica in mare aperto, nel Mare del Nord.

A causa dei bassi consumi conseguenti al lockdown imposto per fronteggiare l’emergenza pandemica, l’eccesso di offerta elettrica sulla rete e la formazione di prezzi negativi hanno azzerato gli incentivi alle fonti rinnovabili. Difatti, il 29 marzo il prezzo dell’energia elettrica sul mercato APX day-ahead (carico di base) è stato negativo per oltre 6 ore continuative, durante le quali, come previsto dalle normative europee, il meccanismo di incentivazione SDE+ non ha potuto erogare sussidi alle rinnovabili per l’elettricità generata e immessa in rete[N 4].

  1. ^ Ambasciata d’Italia l’Aja, Energie rinnovabili Paesi Bassi (PDF), su amblaja.esteri.it.
  2. ^ Corsini, Stimulation of sustainable energy production and climate transition (SDE++), in Netherlands Enterprise Agency, vol. 2020.
  3. ^ Akerboom S., Fumagalli E., “Dutch climate and energy policy”, (2019), p. 135.
  4. ^ Corsini, “Stimulation of sustainable energy production and climate transition (SDE++)”, in Netherlands Enterprise Agency, (2020).
  5. ^ Corsini, “Integrated National Energy and Climate Plan”, in EC Europe, (2020), p. 57.

Note esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questa è la nota esplicativa n. 1 [N1] solo il 7,4% del consumo di energia nei Paesi Bassi era coperto da fonti rinnovabili, ben lontano dall'obiettivo europeo del 20%.
  2. ^ Questa è la nota esplicativa n. 2 [N2] “L'importo di base”.
  3. ^ Questa è la nota esplicativa n. 3 [N3] Il "prezzo di mercato.
  4. ^ Questa è la nota esplicativa n. 4 [N4] Ciò vale per gli impianti che hanno inviato domanda di sussidio dopo il primo dicembre 2015 e che hanno potenza installata di almeno 3 MW per l’eolico e almeno 500 kW per le altre tecnologie.