Utente:Mancervi/Sandbox/Pagina 5

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Giuseppe Fammilume (Pollenza 18 marzo 1896-Roma 19 febbraio 1952) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Francesco Fammilume e Zenaide Tamagnini mostra fin da piccolo una tendenza naturale per l’arte. Riceve i primi rudimenti dallo scultore maceratese Giuseppe De Angelis e dal pittore romagnolo Amleto Montecchiari. Sotto la guida del Pauri perfeziona le tecniche dell’affresco e della tempera, appassionandosi particolarmente ad esse. Approfondisce lo studio dei colori inventando speciali misture di terre e ingredienti naturali, utilizzando un metodo che aveva sperimentato negli anni 1915-1918 lavorando come decoratore in una delle tante fabbriche di ceramiche di Pollenza. E proprio lavorando nel settore delle ceramiche entra in contatto con il pittore Biagio Biagetti.

Nel 1927 esegue le decorazioni liberty della Sala degli Intervalli del teatro "Giuseppe Verdi di Pollenza, si occupa inoltre di decorare le allegorie della Tragedia e della Commedia nella sala principale ?

Negli anni 1928-1929 si occupa dei restauri dell’Abbazia di Rambona di cui è nominato Conservatore onorario.

Presso la Collegiata di San Biagio di Pollenza realizza la Cappella dedicata ai caduti di tutte le guerre.

Fu anche uno studioso appassionato di storia locale e insieme a don Nazareno Boldorini fondò la Corporazione del Melograno raccogliendo reperti e studi che andranno a costituire il primo nucleo del Museo Civico di Pollenza.

Pubblicò nel 1938 il volume La badia di Rambona nella storia e nell’arte realizzando uno dei primi studi integrali e dettagliati sulla nota abbazia romanica.

Realizzò una serie di 198 pregevoli opere tra acquerelli e disegni raffiguranti scorci di Roma ormai scomparsi; l’opera detta Roma Sparita della Spina di Borgo viene fatta risalire al periodo 1930-1942 ed oggi ha un grande un valore documentario poiché testimonia la conformazione di una zona di Roma del tutto perduta. Nel periodo in cui realizzò questa serie Fammilume si trovava a Roma in qualità di vice-direttore del laboratorio di restauro e delle Gallerie pontificie.

Qui morì nel 1952 a soli 56 anni.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]