Utente:Lupo rosso/Sandbox/sulla scultura ed applicazioni per Justinianus

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Alcuni aspetti arteterapeutici della Scultura[modifica | modifica wikitesto]

Vengono imtrodotti aspetti arterapeutici della Scultura,all'interno della descrizione sommaria dell'Arteterapia,con cenni al lavoro pratico di progetto e realizzazione dell'intervento col metodo derivato dalla conoscenza della tecnica della Scultura su materiale duro e del retroterra teorico, nel campo della mente,indispensabile per tali interventi.

2 figure n° 5 diMoore

Precisazioni sull'arteterapia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista storico con la dizione Arterapia in generale si indica un percorso di appoggio e/o cura di indirizzo psichico nato attorno agli anni cinquanta, che discende da esperienze di psicoterapia dinamica e da pratiche dedotte dall'applicazione della Psicoanalisi. Per la musicoterapia e la teatroterapia vi sono origini molto più antiche che risalgono all'antichità. All'epoca, le suddette arti o le loro espressioni più coinvolgenti trovavano applicazione nella cosidetta "normalità". Un esempio fra i tanti è la struttura del teatro greco che con i suoi rituali e ritmi e coro costituiva un "appoggio arteterapeutico" di massa senza esser stato studiato a tavolino per questo scopo, cosi' come certi canti militari strutturati in determinato modo servivano a togliere, o meglio lenire, la paura dei combattenti allorquando si lanciavano contro l'avversario. Per non parlare dei metodi utilizzati,tramite il travisamento dei partecipanti , presso la nazione delle 5 Tribu, di cui si parla diffusamente nella prefazione delle prime edizioni del libro Totem e Tabu' di Sigmund Freud,il libro infatti risente dell'influenza deoi lavori dell'antropologo James George Frazerche e' una delle basi su cui si la ricerca riportata nel libro stesso.La tecnica citata di tipo "teatrale", considerata come anticipazione della metodica psicoanalitica, permetteva, anzi, invitava il combattente a convocare un consiglio di guerra, nel caso fosse turbato da timori anche "incomprensibili". Tale consiglio ascoltava timori,fantasie e quant' altro il "guerriero" potesse pensare fossero per lui causa di turbamento. Tutti i membri del Consiglio erano tenuti al silenzio, pena un perpetuo ostracismo cioè l'allontanamento dalla Comunità di colui che avesse infranto tale norma. Si tramanda che il guerriero dopo avere aperto l'animo al consesso, ne provasse gran giovamento.

Nei manicomi arabi sembra siano state applicate sedute di musicoterapia,mentre a partire dal XIX secolo il dottor Philippe Pinel (17451826) e discepoli hanno introdotto tale tecnica negli Istituti di cura europei per malattie psichiche. Ma e' solo dal 1950 che l'Arterapia prende peso nell'appoggio/cura di stati psichici disturbati diventando terapia individuale per poi espandersi, laddove possibile, al gruppo e orientandosi con maggior vigore verso metodi di espressione non verbale.

E' utile ricordare che fino ad ora l'Arterapia,in Italia,e' stata utilizzata come tecnica riabilitativa e/o di sostegno con il fine di ridurre gli handicap psicofisici di miglioramento delle capacità relazionali e di inserimento di gruppo per personalita' affette da patologia che va al di là della nevrosi: è stata applicata da professionisti esperti nei più diversi campi che vanno dalla musica alla letteratura non arrivando mai alla psicoterapia in senso stretto, per mancanza di istituzuioni che selezionassero e formassero un Arteterapeuta professionalmente, con specifiche ed istituzionalizzate nozioni di psicoterapia correlate alla loro aplicazione col metodo dell'Arte. Attualmente cominciano a sorgere scuole di questo tipoestratto da relazione di Roberto Pasanisi . È necessario sottolineare la mancanza di una figura che sappia riunire in modo coerente una solida formazione psichiatrica-psicoanalica con spiccate ed affermate, relativamente, si intende, qualità artistiche. In Inghilterra tali interventi sono impostati da uno psicoanalista e/o psichiatra, che oltre a possedere rilevanti attititudini artistiche, ovvero con bagaglio teorico necessario alla sua cosiddetta "spersonalizzazione artistica", ha la capacita' di elaborare in forma terapeutica quanto può assorbire dalla seduta di arterarapia di gruppo e/o di singolo. In tal modo si viene a riunire in un'unico soggetto sia lo psicanalista che il "maestro" artista. Va anche detto che la figura dell'Arterapeuta in Inghilterra si configura come specializzazione autonoma dopo gli studi in psichiatria e psicoanalisi. In Italia la situazione è profondamente differente.

Il luogo preposto all'applicazione della metodica Arteterapeutica è generalmente un laboratorio avente in dotazione materiali a basso costo e possibilmente di vario tipo e provenienza. In casi particolari però l'applicazione nella Scultura richiede un particolare settore del laboratorio con attrezzi e materiale ben specifici e talvolta costosi nonché misure di protezione e sicurezza. Per le espressioni corporee come gli esercizi ginnici e la danza, lo spazio a disposizone deve esser sicuro ed adeguato alla libertà di movimenti. In ambito localistico genovese, dopo l'azione iniziata da Claudio Costa con lo psichiatra Antonio Slavich, ex-collaboratore di Franco Basaglia,

«Franco Basaglia, assieme ad Antonio Slavich, avvia nell'ospedale psichiatrico di Gorizia un tentativo di rinnovamento nel trattamento dei malati di mente che porterà alla costituzione della prima "comunità terapeutica" italiana.»

cronologia del 1900

L'azione si svolse con il coinvolgimento ed il supporto del critico Miriam Cristaldi,in prima persona, di altri critici d'arte ed artisti e del presidente dell'associazione I.M.F.I. Gianfranco Vendemmiati,in prima persona.Il settore di appoggio terapeutico basato sulla scultura prese vigore in seguito in un ambiente gia' preparato e predisposto dopo la morte di Costa. Lo stesso Costa Costa, prima di morire, aveva dato indicazioni e tracciato il cammino da seguire per coloro che, dopo la sua scomparsa, avrebbero portato avanti e sviluppato il suo lavoro nel campo della tecnica scultorea su materiale duro,e nella fattispecie del "maestro scultore" che dopo condusse il corso assieme allo psichiatra_artista Margherita Levo Rosemberg.

L'Artista[modifica | modifica wikitesto]

La premessa per interventi di tale genere è "l'annullamento" di parte della "personalità artistica" del "maestro", o per meglio dire di quei dati caratteriali spesso legati alla cosidetta capacità artistica che non solo possono essere di peso, ma deleteri ed invalidanti. Gli interventi, in tal caso potrebbero essere inutili o addirittura potrebbero peggiorare la situazione psichica dei discenti (malati), quindi deve esser ben chiaro al "maestro" sia il perché vuol interagire con gruppi di persone che spesso la gente "normale" tende ad evitare, sia il modo con cui intederà impostare tale interazione. A questo scopo sono indispensabili una serie di colloqui propedeutici prima dell'inizio del corso con uno o piu' professionisti,ovvero psichiatri e psicoanalisti,cio' a livello personale,se possibile.Ovvero il "maestro"deve mettere a disposizione la sua capacita' ed immaginazione nonche' tecnica ponendosi sempre in secondo piano rispetto allo scopo preposto che e' l'appoggio terapeutico,non escludendo il fatto che nel gruppo vi possano essere dei veri artisti "in nuce",il cui caso piu' ecclattante fu quello di Davide Mansueto Raggio biografia seguito personalmente da Claudio Costa,riferendoci all'ambito genovese.

La figura dello psichiatra-artista[modifica | modifica wikitesto]

Il coconduttore del gruppo assieme al "maestro" scultore ha da essere senza discusioni uno psichiatra,ovvero un esperto dei rapporti con i particolari discenti e che ne conosca la singolare storia,lo psichiatra si occpera' della scelta del gruppo asieme al "maestro" ndopo aver vagliato le capacita' del "maestro scultore"che a sua volta vaglia il rapporto empatiico che ha con lo psichiatra,noin vi possono esere disaccordi di fondo sulla gestione del gruppo, e la priorita' di intervento la ha lo psichiatra ovviamente.Molto spesso si occupa di questo settore unbo pschiatra con forti tendenze artistiche,se non artista lui stesso,non e' escluso un specialista assolutamente neutrale nei confreonti degli aspetti artistici ma e' piu' difficile il gia' complesso rapporto empatico fra psichiatra e "maestro" scultore se non vi e' una linea di interesse comune al dila' del lavoro sul gruppo,anche se gli stili predileti da psichiatra e "maestro"possono essere diversi la loro sensibvilita' ed esperienza deve guidarli nella scelta ritrenuta migliore per i discenti. È altresì indispensabile, durante il ciclo di incontri, tenere brevi riunioni con lo pschiatra-artista, che conduce il corso assieme al "maestro", subito prima e subito dopo ogni incontro. Subito prima, perché lo/la psichiatra renda edotto il maestro delle sue deduzioni sull'incontro precedente sia per la tattica da seguire nell'imminente incontro che puo' variare a seconda dell'umore anche momentaneo dei "discenti" e della dinamica del gruppo; e' anche utile se non indispensabile un corso comune fra maestro e psichiatra-artista magari supervisionato da un terzo psicologo,"direttore" del corso, ma non partecipante al corso in presenza dei discenti se non per rapide visite senza alcun intervento sul gruppo.Ovvero il tipico osservatore esterno,parafrasando il gergo usato nelle scienze fisico-matematiche. Il colloquio personale fra psichiatra-artista e maestro e' neccessario non solo per analizzare quanto fatto per progettare un successsivo incontro ma anche per il "maestro" che se fortemente empatico, (cosa utilissima per lo svolgimento del corso a condizione che non faccia trasparire in modo disturbante le emozioni), ha bisogno del supporto della Psichiatra-artista per elaborare il dolore "assorbito" dal gruppo dei malati e dall'ambiente. Più il corso va avanti, più questa fase diventa meno pesante per motivi di adeguamento da parte del "maestro" sia al gruppo che all'ambiente. Esperienze di questo genere sono state fatte e si fanno anche in Italia ed a livello localistico genovese presso IMFI,ma la difficolta' di trovare uno psichiatra-scultore su materiale duro,disciplina artistica ormai ben particolare, puo' dar la neccessita' di un "maestro" scultore esterno opportunamente preparato.

Gli Ausiliari infermieri[modifica | modifica wikitesto]

Nelle prime fasi e' consigilabile la presenza di ausiliari-infermieri per motivi di sicurezza e di intervento immediato vista la pericolosita' degli attrezzi utilizzati nello specifico della scultura. L'esperienza dimostra comunque che pur con tensioni non ci son stati mai episodi che richiedessero un intervento diretto degli ausiliari, la cui presenza può essere sempre meno indispensabile e anche sparire del tutto se il corso ottiene buoni risultati.E' neccessario osservare che le prime azioni che misero in contatto diretto i malati con strumenti potenzialmente armi furono poste in atto da infermieri di Pratozanini (ospedale psichiatrico di Cogoleto che strutturarono con i malati una comunita' agricola,ovvero un intervento che anche se non e' "arteterapico" ha avuto un 'importanza storica prorpio perche' in conmune con quelo con tecniche scultoree poneva i malati in contatti diretto con atrezi usabili come armi:l'intervento ebbe pieno successo.Da questo si deduce che pure il personale ausilirio debba aver un ottimo rapporto con i malati in questi tipi di interventi,anche se possono "sparire" del tutto per problemi di sicurezza la loro presenza puo'essere gradita e utile per aumentare il peso del rapporto empatico positivo di gruppo.

Il problema del vandalismo nel suo risvolto originale dell'aggressivita'[modifica | modifica wikitesto]

Il correlato fra "vandalo" ed artista

leftPietà Rondanini vista frontale

ha radice assai profonde,ed il vandalismo e' strettamente legato alla aggressivita',per cui e' indispensabile aver nozioni sull'argomento per l'intervento con tecnoica scultorea;dal relativo lavoro di Simona Argentieri,studiato nella sua estensione si traggono utilissime indicazioni,visto anche che come soggeto di studio e' considerato fondamentalmante Michelangelo:

«Creatività artistica e creatività del sé .La scultura, – secondo il detto leonardesco che tanto piaceva a Sigmund Freud – è un’arte “per via di togliere”, nella quale è più evidente il contrappunto tra il creare ed il necessario parallelo distruggere la forma precedente della pietra:a colpi violenti di scalpello il marmo si infrange e si frantuma per lasciare emergere la nuova immagine.......Ogni creazione (lo dice anche Giulio Carlo Argan è un atto distruttivo»

[1],da uniBo : Simona Argentieri, Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica

ovvero l'opera attaccata dal vandalo o creata dall'artista,oltre ad aver basi comuni a livelo di azione fisica puo' essere anche un misto fra azione di distruttivita' e creativita'.Simona Argentieri spiega tali conceti focalizzando l'attenzione la Pietà_Rondanini,ovvero vi sono collegamenti simbolici a ricordi molti antichi della mente ,difficilmente recuperabili in modo coscente,sia nel senso distruttivo che riparatorio ,per la mente,sia in etrambi i sensi mescolati,talvolta ben ostici da recuperare verbalmente anche con tecniche psicoanalitiche.

L'impulso "vandalico",quindi, e' utilizzabile se guidato ed instradato verso la creativita',il che ricorda il verso:

«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori»

La definizinione di atto distrutivo data da Giulio Carlo Argan per indicare sinteticamente il processo creativo e' da prender nel contesto del discorso di Argan e non nel senso letterale del termine,ovviamnete,viene espresso con forza per sottolinearlo; Simona Argentieri analizza poi nel dettaglio le evoluzioni della pieta' di Michelangelo fino alla Rondanini.

D'altro canto Sir Herbert_Read,poliedrico scrittore,critico e poeta,parla della possibilita' di trasformare un impulso agressivo in maniera creativa e la sua ntuizione e' stata rielaborata e sviluppata in modo da poter essere utilizzata come parte del sostrato teorico per gli interventi con la tecnica scultorea su materiale duro. L'evoluzione del concetto espresso da Herbert_Read e' che l'impulso agressivo distruttivo non si puo' trasformare in qualcosa di diverso ma si puo' utilizzare in modo diverso,cos' come un'ascia puo' servir per spaccar teste come facevano i Frisoni o si puo' usare per far legna lecca da ardere per cuocere i ciboi.

  • Quando il malato spsichico con tendenze agressive spezza un blocco di materiale duro ,certo che c'e' il piacere distruttivo,cosi' come c'e' nel "maestro" scultore,ma vedendo che quel gesto se instradato puo' far "cose belle",nel senso anche soggettivo del termine,(ovvero sculture nello spefico in questione),il piacere distruttivo viene soppiantato,in parte ma mai azzerato, dal piacere della riuscita dell'opera e quindi vi e' di forzata conseguenza una forma di controllo e finalizzazione creativa della distruttivita' stessa,ed in prima istanza dell'aggressivita' generatrice della distrutivita':il piacer di spezzare bil sasso,ovvero distrutivo,rimane,ma subordinato alla costruzione del lavoro scultoreo.

Bibliografia di base inerente l'arteterapia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1- Arieti S. -Creatività La sintesi magica -ed. Il Pensiero Scientifico1979
  • 2- Bello S. -Spontaneus Painting Method-ed.Art Therapy on the Net 1999
  • 3- Bertoletti P. -Mito e Simbolo- ed.Dedalo1986
  • 4- Bettelheim B. -Il mondo incantato- ed.Feltrinelli 1977
  • 5- Dubuffeet J. André_Breton -La Societé- Musèe dell'ART Brut- Losanna 1947
  • 6-Freud S. -Saggi sull'arte la letteratura e il linguaggio- ed.Boringhieri 1969
  • 7- Privalova I. Kunsthistorikerin-Russisches Museum,St.Petersburg 1999
  • 8-Waller D.-Group Interactive Art Therapy- ed.Routledge 1993
  • 9-"Artismo" ,ricerca e sperimentazioni sulla tematica a Genovatesi di Roberta Agostini anno 2000 Accademia_ligustica_di_Belle_Arti

Bibliografia generale sugli argomenti trattati[modifica | modifica wikitesto]

sale, I,1, pp. 51-65.

  • Wilfred_Bion (1962) Una teoria del pensiero, in: Analisi degli

schizofrenici e metodo psicoanalitico, Armando, Roma 1970.

  • Wilfred_Bion (1966) Il cambiamento catastrofico, Loescher, Torino

1981.

  • Bollas C. (1987) L'ombra dell'oggetto, Borla, Roma 1989.
  • Bonasia E. (1997) Il sillogismo malato: la paura di morire e il

sacrificio della verità, letto all' International Centennial Conference on W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997.

  • De Silvestris P. (1994) Transfert come vita e destino, in: Algini

M.L.; De Silvestris P.; Farina C.; Lugones S., Il transfert nella psicoanalisi dei bambini, Borla, Roma.

  • Di Chiara G. e coll. (1985) Preconcezione edipica e funzione

psicoanalitica della mente, in: Riv. Psicoan., XXXI, 3.

  • Ferrari S. (1994) Scrittura come riparazione, Laterza, Bari.
  • Sigmund Freud (1907) Il poeta e la fantasia, OSF, vol. 5.
  • Sigmund Freud (1919) Il perturbante, OSF, vol. 9.
  • Grinberg L. (1971) Colpa e depressione, Il Formichiere, Milano 1978.
  • Jaques E. (1965) Morte e crisi di mezza età, in: Lavoro, creatività e

giustizia sociale, Boringhieri, Torino 1978.

letto all'International Centennial Conference on W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997.

  • Meltzer D. (1988) Amore e timore della bellezza, Borla, Roma 1989.
  • Segal H. (1951) Un approccio psicoanalitico all'estetica, in: Scritti

psicoanalitici, Astrolabio, Roma 1984.

  • Tagliacozzo R. (1982) La pensabilità: una meta della psicoanalisi, in:

Itinerari della psicoanalisi (a cura di G. Di Chiara), Loescher, Torino.

approfondimenti[modifica | modifica wikitesto]

note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Simona Argentieri,(membro dell'International Psycho-Analytical Association ;analista didatta dell'Associazione Italiana di PsicoanalisiSPI)