Utente:Lupo rosso/Sandbox/fascistizzazione di Fiume

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specifico sulla fascistizzazione di Fiume[modifica | modifica wikitesto]

«A parole, nei suoi articoli, Mussolini appoggiò D'Annunzio, ma nei fatti non gli offrì mai il proprio concreto e aperto sostegno. Al contrario, all'indomani del Natale di sangue del 1920, il Comitato Centrale dei Fasci approvò all'unanimità, meno un solo voto, un ordine del giorno di protesta contro Giolitti e di solidarietà con D'Annunzio: quel solo voto contrario era di Mussolini .»

[1]

La fascistizzazione di Fiume[modifica | modifica wikitesto]

«Il secondo fascio fiumano di combattimento si costitu' ufficialmente il 29 agosto e fu sin dall'inizio inquadrato secondo uno schema politico ed organizzativo simile al fascio di Trieste, e quindi conforme alla linea adottata dal Comitato Centrale del Fascio e al modello che con sempre maggiore vigore il regime andava imponendo.

In questo senso, costituitosi in nuclei armati tipici dello squadrismo fascista, il fascio dei legionari andava a costituirsi in fascio dei cittadini (squadre volontarie di difesa cittadina)»

.

[2] La piccola e media borghesia e le autorità militari ne favorirono lo sviluppo e ne indirizzarono l'azione principalmente ai fini della lotta antisocialista Alcuni notabili appartenenti agli apparati dirigenti di Fiume spinsero il fascio a prendere provvedimenti affinché si potessero svolgere pacificamente le normali attività sociali: nella pratica, l'intendimento era quello di reprimere il dannunzianesimo considerato non consono all'abito del regime che si stava consolidando. Il 29 agosto 1924 nascerà così il secondo fascio fiumano di combattimento, subito strutturato in uno schema rigido simile a quello del fascio di Trieste: il fascismo dannunziano dei legionari fascisti si trasformava in squadrismo di cittadini volontari a cui, nelle finalità del regime, partecipavano tipici squadristi dediti soprattutto alla repressione in chiave anticomunista e razzista,inizia il periodo della cosiddetta fascistizzazione di Fiume.

«Per risollevare l’economia della città Zanella decise di vendere agli stranieri sia le strutture portuali, sia le ferrovie, misure, queste, che gli alienarono numerosi consensi in un momento in cui gli scontri tra autonomisti zanelliana e fascisti si facevano sempre più frequenti (21). Le elezioni per la nomina dei membri della nuova Assemblea Costituente si tennero il 24 aprile 1921. In previsione della vittoria zanelliana, i fascisti di Fiume, guidati da Giovanni_Host-Venturi e dal sindaco Riccardo Gigante da poco dimissionario, entrarono nell’aula del tribunale dove si procedeva allo spoglio delle schede, per impossessarsi delle urne ed incendiarle, così da invalidare le elezioni.

I verbali furono messi in salvo e sulla loro base Zanella, prevalendo sul blocco nazionale, risultò il vincitore delle elezioni.»

[3]

«Il 3 marzo 1922 il fascio fiumano mosse, forte di duecento uomini, all’assalto del governo zanelliano.

Dinanzi alle cannonate fasciste contro il palazzo del municipio, le forze garanti dell’ordine pubblico rimasero indifferenti (22).

Zanella, costretto a firmare due lettere di dimissioni, si rifugiò a Portorè con altri membri della costituente, e non volle avere alcun contatto con i rivoluzionari, sostenendo che il solo organo costituzionale legale era l’assemblea votata il 24 aprile.»

[4]

Le conseguenze portavano, a differenza del fascio dannunziano, repressioni, uccisioni e vessazioni a danno delle minoranze croate e slave. Tale nazionalismo esasperato portò anche difficoltà dal punto di vista economico per le minoranze e la popolazione in generale: infatti iniziò a calare il commercio a Trieste e a Fiume, i porti afflitti da minor carico di lavoro registravano un crescente aumento della disoccupazione.

Elio Apih, uno fra i massimi storici triestini (1922-2005) ha descritto in Italia, fascismo e antifascismo nella Venezia Giulia 1918-1943, due episodi indicativi per i livelli esasperati di nazionalfascismo a cui si pervenne:

  1. Il 12 aprile 1931 giovani fascisti di Trieste incontrano un gruppetto di ragazzi slavi, li identificano come sovversivi e li aggrediscono: uno muore, mentre successivamente tutto il gruppo si rivela essere invece di ottimi fascisti[5].
  2. Il questore di Fiume, con documento del giugno 1931, chiede l'internamento in una casa di correzione per un quattordicenne che, a detta di un insegnante, aveva dimostrato in un componimento tendenze anti-italiane

Con la stabilizzazione del fascismo aumentarono le persecuzioni che da caso sporadico assunsero l'aspetto della sistematicità . Intellettuali, sacerdoti e capi politici sloveni e croati saranno confinati durante la seconda guerra mondiale e fino alla Liberazione nelle isole Lipari. Nelle scuole venne imposta quale unica lingua quella italiana; case editrici slave e croate vennero chiuse, così come quelle italiane che non volevano uniformarsi al regime fascista. Si costituì il tribunale militare straordinario per i cosiddetti terroristi slavi (fra i giudicati si ricordano Vladimir Gortan,[6] a cui verrà intitolata una brigata partigiana e che diventerà uno dei simboli della resistenza croata in Istria, e l'italiano Antonio Sema [7] Sema, Paolo.).

«La famiglia a cui apparteneva Leo Valiani si chiamava Weizen («frumento»),cognome obbligatoriamente italianizzato in epoca fascista,»

[8] Furono italianizzati anche i nomi di coloro che, pur portando un nome slavo, avevano identità italiana, distruggendo in tal modo una cultura multietnica di convivenza pacifica quale era allora quella della zona fiumana. Furono soppressi i moti nazionalisti e socialisti slavi e croati e l'odio accumulato e la possibilità di vendetta si concretizzarono nel tragico periodo delle foibe.

«Dal fascismo alla pulizia etnica P.N.F. - Comando Squadristi - Dignano Attenzione! Si proibisce nel modo più assoluto che nei ritrovi pubblici e per le strade di Dignano si canti o si parli in lingua slava. Anche nei negozi di qualsiasi genere deve essere una buona volta adoperata SOLO LA LINGUA ITALIANA Noi Squadristi, con metodi persuasivi, faremo rispettare il presente ordine gli Squadristi»

[9]

Nel proseguio della seconda guerra modiale, in Jugoslavia, diversi reparti alpini passarono nel 1943 a combattere i nazifascisti prendendo contatto con gli ex nemici partigiani jugosvavi.

A Podgorica il 13 settembre ci fu l'ultima riunione dei comandati del Corpo d'Armata che decise di prendere tempo. Il 14 settembre una colonna di 8.000 soldati della Taurinense cercò di dirigersi dall’interno del Montenegro verso le Bocche del Cattaro perché la Divisione “Emilia” aveva, unilateralmente combattere i tedeschi portandola però all'annientamento. La colonna della Taurinense fu però respinta dall’esercito tedesco vicino a Cettigne, attaccata a Ledenice, accerchiata nei pressi di Grahovo. Dopo circa 15 giorni la Taurinense, che aveva perso nei combattimenti circa 6.000 uomini, tutte le armi pesanti e tutti i viveri, riprese la via delle montagne e il comando di Divisione prese contatti con gli ex nemici del comando partigiano.

Come comandante del Gruppo Aosta partecipò alla spontanea rivolta contro i nazisti. Successivamente comandò la Brigata partigiana Aosta e alla fine lo Stato Maggiore del nuovo Esercito Italiano lo nominò, con il grado di maggiore, a guidare l'intera Divisione dal 2 luglio 1944 fino al rientro in Italia avvenuto l' 8 marzo 1945.

La situazione geopolitica instauratasi nel primo dopoguerra avrebbe influito non poco sulle tragedie del dopoguerra che ebbero come vittime molti italiani compresi comunisti ritenuti seguaci di Stalin , ormai avverso alla politica di indipenza nazionale portata avanti da Tito , prima che quest'ultimo (con azioni violente all'interno del partito comunista jugoslavo stesso) riuscisse a staccare la sua politica dalle dipendenze di Mosca.

riveduto specifico fascistizzazione di Fiume[modifica | modifica wikitesto]

«Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani".Benito Mussolini, 1920»

[10]



Con il il Natale di sangue e la conseguente sconfitta dei Legionari di Gabriele D'annunzio negli ultimi giorni del 1920 ebbe fine l’esperienza della cosiddetta Reggenza_Italiana_del_Carnaro. Subito dopo iniziò la fagocitazione da parte del fascismo dell'Impresa_di_Fiume.

«Emilio Lussu scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea… Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani!… Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” enascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell’esperienza Fiumana? E’ semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un’ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l’esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria…»

[11]

Alcuni notabili appartenenti alla classe dirigente [12]di Fiume sollecitarono i gerarchi fascisti a prendere provvedimenti affinché si potessero svolgere pacificamente le normali attività sociali: nella pratica, l'intendimento era quello di reprimere il dannunzianesimo considerato non consono all'abito del regime che si stava consolidando. Il 29 agosto 1924 nasce così il secondo fascio fiumano di combattimento, strutturato in uno schema rigido simile a quello del fascio di Trieste: il fascismo dannunziano di patre dei legionari si trasformava in squadrismo di cittadini volontari, che secondo le finalità del movimento, erano dediti soprattutto alla repressione in chiave anticomunista e razzista, inizia il periodo della cosiddetta fascistizzazione di Fiume. Di conseguenza su ebbero repressioni, uccisioni e vessazioni a danno delle minoranze croate e slave, manifestazioni non conosciute nel periodo dell' Impresa di Fiume. Tale nazionalismo esasperato cerò difficoltà dal punto di vista economico per le minoranze e la popolazione in generale: infatti iniziò a calare il commercio a Trieste e a Fiume, i cui porti afflitti per un minor movimento di merci registrarono un crescente aumento della disoccupazione. Elio Apih, uno fra i massimi storici triestini (1922-2005) ha descritto in Italia, fascismo e antifascismo nella Venezia Giulia 1918-1943, due episodi indicativi per i livelli esasperati di nazionalfascismo a cui si pervenne:

  • Il 12 aprile 1931 giovani fascisti di Trieste incontrano un gruppetto di ragazzi slavi, li identificano come sovversivi e li aggrediscono: uno muore, mentre successivamente tutto il

gruppo si rivela essere invece di ottimi fascisti[13].

  • Il questore di Fiume, con documento del giugno 1931, chiede l'internamento in una casa di correzione per un quattordicenne che, a detta di un insegnante, aveva dimostrato in un componimento tendenze anti-italiane

Con la stabilizzazione del fascismo aumentarono le persecuzioni che da caso sporadico assunsero l'aspetto della sistematicità. Intellettuali, sacerdoti e capi politici sloveni e croati saranno confinati durante la seconda guerra mondiale e fino alla Liberazione nelle isole Lipari. Nelle scuole venne imposta quale unica lingua quella italiana; case editrici slave e croate vennero chiuse, così come quelle italiane che non volevano uniformarsi al regime fascista. Si costituì il tribunale militare straordinario per i cosiddetti terroristi slavi (fra i giudicati si ricordano Vladimir Gortan, a cui verrà intitolata una brigata partigiana e che diventerà uno dei simboli della resistenza croata in Istria, e l'italiano Antonio Sema). Furono italianizzati anche i nomi di coloro che, pur portando un nome slavo, avevano identità italiana, distruggendo in tal modo una cultura multietnica di convivenza pacifica quale era allora quella della zona fiumana. Furono ferocemente perseguitati nazionalisti e socialisti slavi e croati e l'odio accumulato la cui sete di vendetta si concretizzò nel tragico periodo delle foibe. Prima della Liberazione da parte delle brigate partigiane di Josip Broz Tito con la formazione della Repubblica Sociale Italiana, le truppe italo-tedesco presero possesso del litorale adriatico, che fu però annesso al Reich tedesco, denominato Adriatisches Küstenland,. Qui alla ferocia degli italiani si unì quella dei nazisti, efferatezze e massacri si intensificarono (per gli storici l'onore dell'esercito italiano fu in parte salvato dai reduci dalla Russia della Brigata Alpina Julia che passarono a combattere con l'esercito di Liberazione titino. La situazione geopolitica avrebbe influito non poco sulle tragedie del dopoguerra che ebbero come vittime molti italiani, prima che Tito (con azioni violente all'interno del partito comunista jugoslavo stesso) modificasse la sua politica dalle dipendenze di Mosca instaurando in tal modo un lungo periodo di pace per la federazione dell'ex-Jugoslavia.


«Dal fascismo alla pulizia etnica P.N.F. - Comando Squadristi - Dignano Attenzione! Si proibisce nel modo più assoluto che nei ritrovi pubblici e per le strade di Dignano si canti o si parli in lingua slava. Anche nei negozi di qualsiasi genere deve essere una buona volta adoperata SOLO LA LINGUA ITALIANA Noi Squadristi, con metodi persuasivi, faremo rispettare il presente ordine gli Squadristi»

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collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


NUOVA SEZIONE:

DEDICATA A GIUSEPPE DI VITTORIO COMANDANTE DEGLI ARDITI DEL POPOLO DI BARI DA FABIO SALANDRA:BARI ROCCAFORTE DEI RIVOLTOSI. EDIZIONI RED STAREXPRESS: PAROLE DI GIUSEPPE DI VITTORIO IN OCCASIONE DEL TRENTENNALE DELLE GIORNATE DEL 1922: SE ALMENO MEZZA ITALIA AVESSE POTUTO RESISTERE,LOTTARE E VINCERE COME BARI ,COME PARMA,COME ROMA ED ALTRE CITTA',IL FASCISMO NON SAREBBE MAI ARRIVATO AL POTERE IN ITALIA.ALLA NOSTRA PATRIA SAREBBERO STATI RISPARMIATI IL DANNO E LA VERGOGNA DI VENTI ANNI DI TIRANNIA E I DOLORI E LA CATASTROFE DETERMINATI DA UNA GUERRA INGIUSTA E NON VOLUTA DAL POPOLO SEMPRE DAL LIBRO DI FABIO SALANDRA SI ESTRAE CHE AL TEMPO GIUSEPPE DI VITTORIO ERA ANARCHICO,DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE FU INTERVENTISTA DI SINISTRA,A BARI GIUSEPPE DI VITTORIO ERA IL COMAN DANTE DEI BATTAGLIONI D'ASSALTO ANTIFASCISTI DENOMINATI ARDITI DEL POPOLO,A LUI SI PRESENTARONO UFFICIALI EX LEGIONARI FIUMANI CON I LEGIONARI AL LORO COMANDO,E SI MISERO AL COMANDO DI GIUSEPPE DI VITTORIO CON QUESTA MOTIVAZIONE(IN SEGUITO LA MATTERO' MENO APPROSSIMATIVA COME CITAZIONE NECCESSARIA ADESO NON RICORDO COME SI INSERISCE):LEI COMANDANTE SA CHE NOI SIAMO NAZIONALISTI MA I FASCISTI DISTRUGGONO LA NOSTRA PATRIA PER CHIEDIAMO DI ESSERE POSTI AL SUO COMANDO

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I rapporti Mussolini D'Annunzio e la costituzione del fascio di combattimento a Fiume P. ALATRI op. cit. nota a p. 59. sito Rigodicamerano
  2. ^ Rapporto Fascismo - D'Annunzio A. ERCOLANI op. cit. p. 79. La fondazione del Fascio di Combattimento a Fiume, tra Mussolini e D'Annunzio. Bonacci Editore
  3. ^ Fiume dal 1919 alla seconda guerra mondiale.
  4. ^ Fiume dal 1919 alla seconda guerra mondiale.
  5. ^ articolo su La Porta orientale
  6. ^ Vladimir Gortan
  7. ^ El Mestro d Piran. Ricordando Antonio Sema, la vita, la famiglia, l'insegnamento tra l'Istria e Trieste a cavallo di due guerre.di Paolo Sema ,senatore comunista padre di Antonio Sema che porta il nome del nonno, Aviani editore
  8. ^ [http://www.diegodecastro.it/ilpiccolo/decastro_ilpiccolo_190999.pdf GLI ANNI DELL’UNIVERSITA’, GLI AMICI,I PRIMI SENTIMENTI ANTIFASCISTI ERA CON NOI IL “TRIESTINO DI ROMA”IL COGNOME ORIGINALE, FIUMANO, ERA WEIZEN: "FRUMENTO”]
  9. ^ le foibe e la questione di Trieste
  10. ^ La verità sulle foibe di Marco Ottanelli
  11. ^ da intervista diIvan Tagiaferri autore di morte alla morte, libro, fra gli altri dell'autore, sulla storia degli Arditi del Popolo
  12. ^ h[ttp://www.unionesegrate.it/ante1.html "Foibe" e "Deportazioni": gli antefatti]
  13. ^ articolo su La Porta orientale
  14. ^ le foibe e la questione di Trieste