Utente:Luisella Pala/Sandbox

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Castel Penede[modifica | modifica wikitesto]

Castel Penede è un castello medievale ormai in rovina che si trova a Nago, frazione del comune di Nago-Torbole in provincia di Trento.

Il suo nome deriva da un toponimo preromano *penna che vuol dire “cresta, monte, picco, roccia aspra e acuta[1], il castello fu edificato su uno sperone roccioso che domina il lato nord-est del Lago di Garda. Le prime notizie che si hanno del castello risalgono al 1210, quando si menzionano un Castrum Penne e un Locus Penne, quest’ultimo probabilmente indicava non solo il punto fortificato ma tutto il monte.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rovine di Castel Penede

Il castello fu fatto erigere da Ulrico II D’Arco, tra il 1203 e il 1207, in una posizione strategica che lo metteva in relazione con il lago di Garda e la strada di Santa Lucia verso Mori.

Fin dai secoli precedenti i traffici commerciali della zona, che partivano da Riva del Garda diretti verso est, percorrevano quel tratto di strada: le merci transitavano per Torbole e Nago per dirigersi verso Mori e l’Adige. Sia per le merci che per le persone era previsto il pagamento di un dazio e le rendite erano divise tra il vescovo e la comunità di Riva, grazie a un accordo stipulato nel 1192 che regolava i diritti di mercato e di navigazione.

Nei secoli successivi, il castello fu al centro di lotte a causa della sua posizione strategica. Fu dapprima conteso tra gli Arco e il vescovo di Trento Federico Wanga (1210), successivamente fu occupato dal conte Rizzardo di San Bonifacio dal 1243 al 1253, anno in cui gli Arco ne ripresero il possesso. La situazione cambiò quando, nel 1266, si estinse il ramo di discendenza di Ulrico II e con il testamento di Cubitosa D’Arco, con questo atto la proprietà del castello passò ai Tirolo e poi ai Castelbarco che ne furono proprietari fino al 1340.

I D’Arco non riconobbero mai la validità del testamento, continuando a rivendicare la proprietà del castello di Penede, e non misero mai da parte le loro rivendicazioni. Fu così che, nel 1340, Nicolò D’Arco con l’aiuto delle truppe di Luchino Visconti, duca di Milano, mise il castello sotto assedio. Da parte loro i Castelbarco, consapevoli di non poter sostenere l’assalto, chiesero aiuto al vescovo di Trento, con la promessa di vendere il castello alla sede vescovile. L’occupazione vescovile avvenne il 25 novembre 1340 e la compravendita fu perfezionata solo nel 1343. In questo modo i Castelbarco salvarono il proprio onore e riuscirono a non consegnare il castello ai nemici. Fu solo nel 1348 che gli Arco riuscirono a far rinunciare i Castelbarco al castello e a ottenere dal vescovado di Trento l’infeudazione di Penede e ne furono i proprietari indisturbati fino al 1438, anno in cui fu occupato dalle truppe del Gattamelata durante le guerre di Lombardia tra Venezia e Milano e iniziò il dominio veneto.

Dopo circa settant’anni di dominio veneziano, nel 1509, il castello fu occupato dalle truppe imperiali di Massimiliano I d’Asburgo durante la guerra con Venezia (Guerra della Lega di Cambrai) e venne restituito agli Arco come feudo imperiale, cosicché gli Arco potevano considerarsi signori immediati dell’Impero. Questa situazione causò dei contrasti nel corso del XVI secolo con l’imperatore Ferdinando I d’Asburgo, conte di Tirolo, perché gli Arco erano legati a vincoli feudali con la contea tirolese e soggetti al governo di Innsbruck. Ciò portò gli Arco a una serie di lotte fratricide alla metà del secolo, il governo di Innsbruck sfruttò questa situazione e, con la scusa di portare la pace, occupò il castello insediandovi i propri capitani nel 1579 e ne mantenne il possesso fino al 1614, anno in cui venne restituito agli Arco come feudo tirolese.

Gli Arco ne persero nuovamente il possesso nel 1672 a causa di una cattiva gestione del castello e successivamente venne loro restituito nel 1681. Ne erano ancora i proprietari nel 1703 quando il castello fu assediato e diroccato dalle truppe francesi durante la guerra di successione spagnola, da allora il castello non fu più ricostruito ed si trova in stato di rovina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elisa Possenti, APSAT 4 : castra, castelli e domus murate : corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo : schede 1, Società archeologica padana, 2013, p. 417, ISBN 978-88-87115-77-2, OCLC 898661793.
  2. ^ Castel Penede, su Garda Trentino. URL consultato il 21 aprile 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Elisa Possenti, Giorgia Gentilini, Walter Landi, Michela Cunaccia, Apsat 4: Castra, castelli e domus murate: corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo, 2013.