Utente:LucaGomy/Sandbox3

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Mary Henderson Eastman (Warrenton, Virginia, 24 febbraio 1818Washington, D.C., 24 febbraio 1887) è stata una scrittrice e storica statunitense.

Nota per i suoi lavori sulla vita dei nativi americani, è stata anche una sostenitrice della schiavitù negli Stati Uniti. In risposta al racconto abolizionista La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe, scrisse un romanzo dal titolo Aunt Phillis's Cabin; or, Southern Life as It Is (La capanna della zia Phillis, o la vera vita nel Sud), che la portò alla fama.[1] É stata moglie dell'illustratore e ufficiale dell'esercito Seth Eastman.

Eastman è nata il 24 febbraio 1818, in Virginia, stato del Sud degli Stati uniti, all'epoca ancora convintamente schiavista. Quest'ambiente influenzò profondamente la giovane Eastman, che percepiva anche il peso di essere discendente di una delle famiglie fondatrici dello stato. Era infatti nipote di un importante ufficiale della guerra d'Indipendenza, Thomas Truxtun. Durante la sua giovinezza, la famiglia si trasferì a Washington, quando il padre venne nominato chirurgo dell'esercito. È dunque probabile che abbia ricevuto la sua educazione a Washington.[2]

Nel 1835 sposò Seth Eastman, ufficiale dell'esercito ed ingegnere topografico, che era in precedenza stato sposato con una nativa americana della tribù Dakota. All'epoca del matrimonio, Seth era trentacinquenne, mentre Mary solo diciassettenne. Nel 1841, il marito assunse il comando di Fort Snelling (Minnesota), ruolo che mantenne fino al 1848.[3] Nel corso di questi anni, Mary ebbe diversi contatti con le tribù native che vivevano nell'area del forte, ed ebbe l'occasione di apprendere la lingua Sioux, e di studiarne dunque i costumi e la tradizione.[2][4]

Finito il periodo di permanenza a Fort Snelling, lei e il marito si trasferirono nuovamente a Washington, dove divenne un'attivista per la Southern slaveholding society (Società degli schiavisti sudisti). In seguito cambiò la sua posizione in materia, e durante la guerra si schierò con gli unionisti.[5] Morì il giorno del suo compleanno dell'anno 1887 a Washington e venne sepolta al cimitero di Oak Hill.

Sulla vita dei nativi americani

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Quando suo marito venne nominato comandante di Fort Snelling, l'autrice approfittò della vicinanza con la popolazione nativa per studiare e registrale la loro cultura. Un prodotto notevole di questo periodo è Dacotah, or Life and Legends of the Sioux Around Fort Snelling (Dacotah, ossia vita e leggende dei Sioux nell'area di Fort Snelling), del 1849.[4] Il libro racconta in maniera piuttosto romanzata alcune tradizioni Sioux, ed è basato sul racconto di una donna della tribù di nome Nuvola a scacchi. Il libro, illustrato dal marito, che era anche un pittore amatoriale, è notevole anche in quanto documenta la difficile situazione delle donne Sioux, tormentate dai mariti violenti e dai loro trattamenti ingiusti.

Tra le leggende che Eastman avrebbe raccolto tra i nativi americani, è presente un racconto sulla morte di Winona, la figlia del capo Ala Rossa dei Dakota. Questa versione però è di dubbia autenticità in quanto il nome "Winona" all'epoca non era ancora in uso, e i Dakota non adoperavano titoli in stile europeo. Ciononostante, il libro venne inviato al Congresso nel 1849.

L'autrice inoltre pubblicò diversi libri che criticavano il trattamento dei nativi americani da parte dei bianchi. Tra questi, Chicora and Other Regions of the Conquerors and the Conquered (Chicora, e altre regioni dei conquistatori e dei conquistati) del 1854[6], nel quale esprimeva la sua rabbia nei confronti dei conquistatori militari e dei missionari per i loro comportamenti nei confronti delle tribù indiane.

La capanna della zia Phillis, o la vera vita nel Sud[7]

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L'opera più famosa dell'autrice è sicuramente Aunt Phillis's cabin; or, southern life as it is, il cui titolo è traducibile in italiano come La capanna della zia Phillis, o la vera vita nel Sud. Pubblicato nel 1852 in risposta al famoso romanzo antischiavista di Harriet Beecher Stowe, La capanna dello zio Tom, assumeva una prospettiva di difesa della schiavitù, e rientrava in un filone letterario diffuso all'epoca, basato sul racconto della questione della schiavitù assumendo l'uno o l'alto punto di vista.

(EN)

«Slavery, authorized by God, permitted by Jesus Christ, sanctioned by the apostles, maintained by good men of all ages, is still existing in a portion of our beloved country. [...] I do not intend to give a history of Abolition. Born in fanaticism, nurtured in violence and disorder, it exists too. Turning aside the institutions and commands of God, treading under foot the love of country, despising the laws of nature and the nation, it is dead to every feeling of patriotism and brotherly kindness.»

(IT)

«La schiavitù, autorizzata da Dio, permessa da Gesù Cristo, sanzionata dagli apostoli, mantenuta dai buoni uomini di tutte le età, esiste ancora in una parte della nostra amata nazione. [...] Non intendo fare una storia dell'abolizionismo. Nato nel fanatismo, cresciuto nella violenza e nel disordine, esiste anch'esso. Ribaltando le istituzioni e i comandamenti di Dio, calpestando l'amor patrio, rifiutando le leggi della natura e la nazione, è odioso a qualsiasi sentimento di patriottismo e di gentilezza fraterna.»


Il romanzo di Eastman si rivelò essere una delle produzioni del filone "anti-Tom" (ossia filo-schiavista) più di successo, vendendo tra le venti e le trentamila copie.[8]

Negli anni successivi, influenzata anche dal marito e dall'arruolamento dei propri figli nell'esercito dell'Unione, la scrittrice cambiò posizione a riguardo. Nel 1864 scrisse Jennie Wade of Gettysburg (Jennie Wade di Gettysburg) per celebrare l'omonima eroina unionista.

Pubblicazioni

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  • Mary Henderson Eastman, Dacotah, or life and legends of the Sioux around Fort Snelling, New York, J. Wiley, 1849.
  • Mary Henderson Eastman, Aunt's Phillis's cabin; or, southern life as it is, Philadelphia, Lippincott, Grambo & co., 1852.
  • Mary Henderson Eastman, Romance of indian life: with other tales, selections form the Iris, an illuminated souvenir, Philadelphia, Lippincott, Grambo & Co, 1853.
  • Mary Henderson Eastman, The American Aboriginal Portfolio, Philadelphia, J. B. Lippincott, 1853.
  • Mary Henderson Eastman, Chicora and Other Regions of the Conquerors and the Conquered, Philadelphia, J. B. Lippincott, 1854.
  1. ^ J.D. Wells, A house divided: the Civil war and ninetheenth-century America, Oxon, Routledge, 2016.
  2. ^ a b Biografia di Mary Henderson Eastman, Enciclopedia Britannica, su britannica.com (archiviato il 23/5/2024).
  3. ^ P. Springer, Propaganda from the American Civil War, Santa Barbara, ABC-CLIO, 2019, p. 17.
  4. ^ a b Mary Henderson Eastman, Dahcotah, Or, Life and Legends of the Sioux Around Fort Snelling, su archive.org, 1849.
  5. ^ L. Sonneborn, Harriet Beecher Stowe, New York, Infobase publishing, 2009, p. 59.
  6. ^ Mary Henderson Eastman, Chicóra: And Other Regions of the Conquerors and the Conquered, su books.google.com.sb, 1854 (archiviato il 17 aprile 2024).
  7. ^ Mary Henderson Eastman, Aunt Phillis's Cabin; or, Southern Life As It Is, su gutenberg.org, Lippincott, Grambo & Co, Philadelphia, 1852 (archiviato il 17 aprile 2024).
  8. ^ A. L. Brophy, "Over and above there broods a portentious shadow - the shadow of law.", Harriet Beecher Stowe's critique of slave law in Uncle Tom's cabin, in Journal of law and religion, n. 12, 1995.