Utente:LorManLor/Shirabyoshi

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Un dipinto di Katsushika Hokusai della shirabyōshi più famosa, Shizuka Gozen (Lady Shizuka), che era l'amante di Minamoto no Yoshitsune . [1]

Shirabyōshi 白拍子?, Shirabyōshi è il nome dato alle ballerine che nei periodi Heian e Kamakura si esibivano per la nobiltà e durante le celebrazioni con canzoni e danze tradizionali giapponesi (chiamate anche "shirabyōshi"), vestite con abiti maschili.[2] La professione di shirabyōshi divenne popolare nel XII secolo.

In Occidente a volte venivano chiamate cortigiane, ma il termine, riferito a prostitute di alta classe, non si addice alla loro attività di artiste, sebbene alcune shirabyōshi abbiano avuto rapporti sessuali con nobili e da queste relazioni siano nati dei figli.

Le shirabyōshi più conosciute erano Shizuka Gozen, Giō e Hotoke, citate nell' Heike monogatari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le Shirabyōshi apparvero verso la fine del periodo Heian (794–1185), un periodo in cui era in atto un sostanziale cambiamento politico e sociale, da un sistema nobiliare basato su clan legati all'imperatore, ad un sistema feudale basato su clan guerrieri e sulla legge del più forte. In questo contesto, per evitare la povertà in cui diverse famiglie nobili erano cadute, l'unica soluzione per le donne era lavorare intrattenendo i clienti con danze e poesie. In quanto donne istruite e colte, le Shirabyōshi diventarono un gruppo superiore di intrattenitrici: erano artiste di talento, note per la loro abilità nel canto, nella danza, nella poesia. La loro conoscenza era avanzata in tutte le arti.[3]

Il nome shirabyōshi può essere interpretato come "battito bianco" o "ritmo semplice"; potrebbe riferirsi alla veste bianca suikan che indossavano, o in alternativa al ritmo (拍子?, hyōshi) imayō delle canzoni che cantavano e ballavano, eseguite anche da asobi. [4] [5] (?, Shira) significa "bianco", anche se gli studiosi ritengono che debba essere interpretato come "plain" ("plain" (? pronunciato anche shira); in questa interpretazione shirabyōshi si riferisce quindi alla mancanza di accompagnamento musicale oltre alle percussioni ritmiche hyōshi.[6]

Il nome shirabyōshi significa "ritmo bianco", in parte a causa del suo trucco. Una shirabyōshi era sempre una donna che vestiva con abiti da uomo.[7] Erano popolari nel tardo periodo Heian e all'inizio del periodo Kamakura nel XII secolo, ma durante il XIII secolo il loro status declinò.[2][8]

È stato detto  che la cultura shirabyōshi influenzò notevolmente il dramma Noh producendo kusemai, una forma di danza non ortodossa, e introducendola nel Noh.

Abbigliamento e aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Le Shirabyōshi erano riconoscibili per i loro vestiti, di ispirazione shintoista. Si trattava di un abbigliamento maschile, composto da:[9]

  • un tate-eboshi , cappello indossato dai samurai
  • un tachi (太刀), la spada del samurai
  • una hakama rossa (袴), indossata principalmente dagli uomini
  • un suikan bianco e un suikan rosso, usati dagli shintoisti maschi
  • un ventaglio kawahori, indossato dagli uomini

Le shirabyōshi presentavano come caratteristica notevole l'oshiroi, il trucco bianco delle Geishe che copriva completamente il viso e il collo. Le sopracciglia venivano dipinte più in alto sulla fronte (hikimayu). I loro capelli erano portati semplicemente, lasciati lunghi, a volte quasi fino al pavimento, e raccolti all'indietro in una coda di cavallo sciolta fissata con un nastro chiamato takeaga .

Il cappello tate-eboshi e la spada erano indossati solo dagli shirabyōshi nel primo periodo, e in epoche successive ballavano solo nei suikan bianchi, il che ha dato origine alla convinzione che shirabyōshi prendessero il nome dalla veste che indossavano. [10]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Le canzoni delle Shirabyōshi erano per lo più basate su preghiere buddiste ed erano solitamente lente e ritmate, con un grande significato nelle parole. Cantavano anche canzoni imayō, poesie che utilizzavano immagini della natura per trasmettere il significato delle circostanze della loro vita. Queste canzoni avevano tipicamente versi di sette e cinque sillabe.[11] La caratteristica distintiva della loro musica includeva le loro voci, lo tsuzumi (tamburo) e il fue (flauto).

Famose shirabyōshi[modifica | modifica wikitesto]

Shizuka[modifica | modifica wikitesto]

Shizuka, comunemente chiamata Shizuka Gozen, era la concubina e amante del samurai Minamoto no Yoshitsune (源義経), eroe tragico di molte leggende popolari. Probabilmente nacque nel 1168 e, insieme a Yoshitsune, è popolare nelle leggende tradizionali giapponesi. Lei e Yoshitsune si sono incontrati e si sono innamorati, ma quando lei rimase incinta, Yoshitsune stava fuggendo da Kyoto con la sua famiglia dal fratellastro Minamoto no Yoritomo (源頼朝), che, geloso di lui, lo aveva accusato di tradimento. Shizuka fu catturata e portata da Yoritomo a Kamakura, dove diede alla luce un figlio che, secondo alcune versioni dei racconti, fu prontamente ucciso da suo zio Yoritomo,[7] ma sopravvisse in altre.

In alcuni racconti, Shizuka fu poi costretta a eseguire una danza per Yoritomo e sua moglie Hōjō Masako (北条政子) durante una celebrazione al tempio, dove cantò una canzone di lode per il suo amante Yoshitsune. Yoritomo, completamente infuriato, pensò di ucciderla, ma ciò fu evitato grazie alle suppliche della moglie. Successivamente fu liberata e cercò di seguire Yoshitsune, ma presto venne a sapere della morte del suo amante. Decise così di intraprendere la vita di monaca buddista e morì nel 1189.[7] La sua canzone è famosa ed è cantata ancora oggi dalle geishe .

Gio e Hotoke[modifica | modifica wikitesto]

La storia di Gio e Hotoke, descritta nell'Heike Heike Monogatari, è lunga e contorta; racconta la storia della più famosa shirabyōshi, Giō, che aveva conquistato il cuore di Taira no Kiyomori (平清盛), ma che fu messa da parte da una shirabyōshi più giovane e talentuosa di nome Hotoke, che Gio aveva presentato a Kiyomori. Quest'ultimo mandò via crudelmente Gio, causandogli grandi sofferenze e facendo sentire in colpa Hotoke, che forte del suo inaspettato successo, lottò perché Giō non perdesse i suoi privilegi. Kiyomori tuttavia, per umiliarla, un anno dopo la costrinse ad eseguire una danza per Hotoke. Il dolore e l'umiliazione provati furono tali che, incapace di uccidersi, insieme alla madre e alla sorella si rasò la testa e divenne monaca buddista. Dopo qualche anno, a causa del grande senso di colpa provato, anche Hotoke, prese la stessa drastica decisione di Gio. Chiese perdono a Giō, che la perdonò volentieri e le quattro donne vissero il resto dei loro giorni in preghiera. [12]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • Asobi (ancient Japan)
  • Gheisha

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Shirabyoshi. Heian Court Performer, su book-navi.com. URL consultato il 27 marzo 2024.
  2. ^ a b Strippoli, pp. 26-30
  3. ^ (EN) Cecilia Segawa Seigle, Yoshiwara: The Glittering World of the Japanese Courtesan, University of Hawaii Press, 1993, p. 6, ISBN 978-0824814885, OCLC 26723631.
  4. ^ (EN) Kelly M. Foreman, The Gei of Geisha: Music, Identity and Meaning, Ashgate Publishing, 2008, p. 42, ISBN 9781351544092.
  5. ^ Salz
  6. ^ Strippoli, p. 29
  7. ^ a b c (EN) Shizuka-Gozen 1168?-1189, su geocities.com. URL consultato il 27 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2009).
  8. ^ (EN) Karl F. Friday (a cura di), Routledge Handbook of Premodern Japanese History, London, Routledge, 2017, p. 305, ISBN 9781315170473, OCLC 967919674.
  9. ^ (ENJA) Shirabyoshi dancer or a woman dance in male attire; with the eboshi cap and a sword., su iz2.or.jp. URL consultato il 27 marzo 2024.
  10. ^ (EN) Kurt Singer, The Life of Ancient Japan: Selected Contemporary Texts Illustrating Social Life and Ideals before the Era of Seclusion, Routledge, 2002, p. 147, ISBN 978-1903350010.
  11. ^ Salz
  12. ^ (EN) The story of Gio, su sacred-texts.com. URL consultato il 27 marzo 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]