Utente:Libero A. Ganeri/Il futuro del web

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Il futuro del web: etica, diritto, decentramento

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L'opera, divisa in due parti, muove da un'indagine sulla capacità evolutiva del diritto in rapporto alla rivoluzione tecnologica ed informatica in atto, giungendo poi ad analizzare la relazione tra giurisprudenza e tecnologia, ponendo particolare attenzione al concetto di potere, quindi alla sua distribuzione ed alla logica cui tale distribuzione obbedisce, definita logica del decentramento.

Tecnica ed etica del computer: l'evoluzione del diritto nell'era della rivoluzione tecnologica

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La tecnologia, accrescendo le possibilità dell'uomo, ne muta la natura, la capacità di rappresentarsi e di relazionarsi all'ambiente, dando luogo a vuoti concettuali e normativi che obbligano la riflessione giuridica a ripensare le proprie categorie ed indagare sulle nuove, possibili, scelte di valore. Da queste premesse nasce, attorno agli anni '70, la computer ethics, così definita da Walter Maner. Questo nuovo ambito di riflessione si è nel tempo sviluppato, mostrando particolare attenzione al fenomeno delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e, dall'opera di diverse personalità, è stato promosso lo sviluppo di un ulteriore settore dell'etica, autonomo e complementare, l'etica dell'informazione. La ricerca in questi nuovi ambiti dell'etica, che ha per oggetto la trasformazione del mondo e dell'uomo attraverso la tecnologia, si mostra essa stessa capace di trasformare la realtà giuridica e sociale, traducendo, di caso in caso, i propri risultati in proposte normative. Nello specifico, l'etica del computer designa un settore dell'etica applicata ed è caratterizzata da tre aspetti:

  • etico in senso proprio, inteso a definire norme comportamentali,
  • epistemologico, inteso ad analizzare l'impatto della tecnologia sul mondo e sulla formazione della conoscenza,
  • metaetico, inteso a fondare filosoficamente l'etica del computer.

L'aspetto metaetico, in particolare, è stato approfondito dalla riflessione di Luciano Floridi che ha offerto la definizione di un nuovo concetto di spazio in cui valutare i problemi etici determinati dallo sviluppo tecnologico, l'infosfera. L'infosfera è definita come "ecosistema semantico, proprio della società dell'informazione, costituito dalla totalità dei documenti, degli agenti e delle loro operazioni"[1]. James Moor afferma la possibilità di esaminare le "condizioni e forze che generano i problemi etici relativi alla tecnologia del computer"[2] attraverso l'identificazione dei caratteri che spiegano tale rivoluzione tecnologica:

  • pervasività della diffusione, il computer, diventando parte integrante dei compiti che è chiamato a realizzare, trasforma la percezione del compito cui si applica,
  • novità tecnologica, sottolinea la velocità con cui l'applicazione delle nuove tecnologie trasforma il mondo rispetto a qualsiasi altra modalità di rappresentazione (es. diritto),
  • malleabilità logica del computer, indica la sua capacità di essere conformato alla realizzazione di nuove attività attraverso modificazioni ed aggiornamenti hardware e software,
  • invisibilità delle operazioni del computer, determina il sorgere di rischi o imprevisti non percepibili o regolabili.

Viene rilevato il ruolo, del diritto, di mediare tra reale e virtuale identificando le tre macro-aree che racchiudono la maggior parte dei problemi determinati dall'applicazione delle tecnologie basate sul computer:

  1. Computer Crimes, reati specificamente realizzati tramite computer ovvero reati già esistenti cui il computer ha aggiunto nuove possibilità di realizzazione, qui viene in gioco il carattere problematico dell'invisibilità delle operazioni realizzate tramite computer.
  2. Privacy, la tutela dei dati personali si scontra alla loro condivisione e circolazione in rete.
  3. Responsabilità, principio cui spetta il compito di misurare l'impatto di un'operazione, realizzata tramite computer, fuori dal proprio ambito di applicazione. Assume rilievo, in tale contesto, l'analisi della nozione di moral agency come capacità di rispondere del proprio comportamento in riferimento ad azioni poste in essere da agenti artificiali.

La riflessione sul particolare modello topologico della rete muove dall'analisi dai suoi caratteri di a-territorialità, come spazio privo di confini, fluido, il cui contenuto è in divenire, decentramento, come spazio dominato dall'idea di connessione, secondo un modello "molti a molti"[3] in cui ogni utente può essere sia destinatario che generatore di contenuti, e multiculturalismo, ed arriva a permettere di riflettere sul concetto di democrazia alla luce delle nuove possibilità offerte dalla tecnologia del computer. In modo particolare l'attenzione è concentrata sulla circolazione di informazioni che, secondo il sistema di simmetria informazionale, muovono dai cittadini alla parte governante e viceversa, permettendo una più immediata e consapevole partecipazione al processo di decisione politica.

Logiche del decentramento: dalla sussidiarietà digitale all'economia dell'informazione in rete

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La riflessione circa la logica del decentramento, caratterizzante lo sviluppo del web, è introdotta da Marvin Minsky attraverso la sua definizione di informatica, "quella disciplina che studia le interazioni tra le parti secondo una logica che consente a tali interazioni di produrre un risultato che le parti non avrebbero ottenuto da sole"[4]. Si definiscono tre aspetti principali che caratterizzano la logica del decentramento:

  1. l'individualità della parte contribuente,
  2. l'autonomia della parte contribuente rispetto ad autorità ovvero centri organizzativi,
  3. il surplus risultante dall'interazione dei contributi individuali, resi autonomamente, che le parti non avrebbero prodotto da sole.

In rete il confine tra concetti come personale ed impersonale, complice l'attività di agenti software le cui azioni non sono volontarie ma risposte automatiche a determinate interazioni, viene a sfumarsi, rendendo necessaria la sua ridefinizione. L'obiettivo è quello di riconoscere, all'interno di uno spazio decentrato come quello della rete, un'idea di centralità, centri d'imputazione che consentano un certo grado di controllo e tutela degli utenti da parte del diritto. In tale contesto assumono rilievo i concetti di rilevanza ed attendibilità che devono caratterizzare un'informazione, perché su di essa gli utenti possano legittimamente assumere decisioni e tenere comportamenti. Tali centri si riconoscono nei nodi della rete, in cui l'informazione è percepita come rilevante ed affidabile. La modalità di produzione dell'informazione in rete è definita orizzontale. La capacità, di tale modalità di produzione, di garantire informazioni rilevanti ed attendibili è strettamente legata alla libera attività degli agenti in rete, al loro essere direttamente consapevoli di partecipare alla realizzazione di un'opera comune ovvero inconsapevolmente, apportando modifiche all'opera iniziata da altri, secondo il principio di sussidiarietà digitale. Il processo di produzione orizzontale è diviso in tre fasi:

  1. enunciazione, produzione di un enunciato significante
  2. collocazione, inserimento dell'enunciato, contenuto informativo, in una trama conoscitiva (la rilevanza e l'attendibilità di un enunciato sono, in parte, determinate dal contesto in cui è inserito).
  3. distribuzione, diffusione del contenuto informativo ai destinatari dell'informazione, giudici della sua rilevanza ed attendibilità.

Il giurista Lawrence Lessig, partendo da una riflessione circa il copyright, giunge a definire il rapporto tra tecnica e diritto nei termini di un conflitto tra forme di potere, tra un'istanza che tende a distribuire potere (caratterizzata da una struttura orizzontale priva di autorità regolatrici) ed una che tende a concentrarlo (caratterizzata da una struttura verticale in cui ogni livello è regolato da quello superiore). Da questo punto di vista, considerando gli effetti che la distribuzione di potere produce in termini di creatività e progresso, Lessig rileva la necessità di un contemperamento delle due istanze, definito dal grado di libertà da concedere ai soggetti perché non risulti ridotta la loro capacità contributiva e creativa ed allo stesso tempo perché la logica del decentramento non produca esiti anarchici, uno spazio privo di ogni controllo o tutela. L'informazione condivisa in rete, rilevante ed attendibile, è fondamento delle decisioni e delle azioni degli individui, la somma di informazioni produce conoscenza e definisce un'immagine del mondo. Yochai Benkler muove da questa considerazione dell'informazione, come bene immateriale della realtà virtuale, e dalla peculiarità del modello produttivo di informazione in rete, per affermare lo sviluppo di una nuova forma di economia, l'economia dell'informazione. L'economia dell'informazione, caratterizzata da una produzione non-commerciale e non-proprietaria, rende possibile la produzione di contenuti ovvero beni informazionali, che non sarebbe stato possibile produrre entro una logica commerciale e proprietaria.

Riferimenti bibliografici

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  • Benkler Y., "La ricchezza della rete. La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà", tr. it. di A. Delfanti, introduzione di F. Cardini, Egea Università Bocconi Editore, Milano, 2007.
  • Berners-Lee T., "L'architettura del nuovo web. Dall'inventore della rete il progetto di una comunicazione democratica, interattiva e intercreativa", tr. it. di G. Carlotti, Feltrinelli, Milano, 2001.
  • Durante M., "Il futuro del web: etica, diritto, decentramento. Dalla sussidiarietà digitale all'economia dell'informazione in rete", G. Giappichelli Editore, Torino, 2007.
  • Lessig L., "Cultura libera. Un equilibrio fra anarchia e controllo, contro l'estremismo della proprietà intellettuale", tr. it. di B. Parrella, Apogeo, Milano, 2005.
  • Maner W., "Starter Kit on Teaching Computer Ethics", Helvetia Press, New Haven CT, 1978.
  • Minsky M., "La società della mente", tr. it. di G. Longo, Adelphi, Milano, 1989.
  • Sartor G., "Intelligenza artificiale e diritto: un'introduzione", Giuffrè, Milano, 1996
  • Sartor G., "L'intenzionalità dei sistemi informatici e il diritto", in Rivista Trimestrale di Diritto e Procedura Civile, n. 1, 2003, pp. 23 - 51.
  1. ^ G.M. Greco - G. Paronitti - M. Taddeo - L. Floridi, "Etica informatica", cit., pp.1 - 2.
  2. ^ J. Moor, "What is computer ethics?", cit., p. 269.
  3. ^ T. Berners-Lee, "L'architettura del nuovo Web", cit., p. 18
  4. ^ M. Minsky, "La società della mente", cit., p. 652