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Ballerini con i tipici costumi

Il carnevale di Bagolino ha origini molto antiche ed è conosciuto per alcuni suoi aspetti particolari come per esempio il fatto di avere mantenuto alcune caratteristiche antiche grazie alla posizione isolata del paese. Oggi è un carnevale molto conosciuto non solo nelle zone limitrofe ma in tutto il territorio bresciano. Queste caratteristiche particolari hanno attirando anche l’attenzione di studiosi di etnologia. La festa si articola in due manifestazioni distinte, animate rispettivamente dalle eleganti figure dei Balarì (ballerini e suonatori) e dalle figure grottesche dei Maschér (maschere).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il carnevale di Bagolino (o carnevale Bagosso) risale almeno al XVI secolo, come documentato da scritti conservati nell’archivio comunale. Una deliberazione comunale del 1518 disponeva di ricompensare con una forma di formaggio la Compagnia di Laveno che era intervenuta a rallegrare la festa di carnevale. Elemento centrale di questo carnevale è la compagnia dei ballerini[1] che si esibisce per le vie del paese e soltanto nelle giornate di lunedì e martedì grasso secondo un percorso concordato di anno in anno. Il lunedì la visita è destinata alle zone periferiche del paese. Ponte Caffaro è situato nel cosiddetto “Pian Doneda” sulla sponda settentrionale del lago d'idro. La tradizione del carnevale è stata negli anni mantenuta con alterne vicende anche se in forma più ridotta rispetto al più ricco capoluogo Bagolino. Ancora oggi ci sono a Ponte Caffaro valenti costruttori di strumenti musicali. Costruire da sé gli strumenti è stata per molto tempo una usanza molto diffusa. L'occasione per provarne sonorità e timbro degli strumenti costruiti è offerta dai giovedì che precedono il carnevale nei momenti in cui i suonatori si incontrano nei bar del paese per provare il repertorio musicale dei balli. L'attesa e la preparazione del carnevale non è circoscritta solamente ai giovedì di prova ma coinvolge la comunità di fatto tutto l'anno.

I Balarì[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione dei Balarì, rappresenta l’aspetto più spettacolare del Carnevale Bagosso; essa si è imposta alla attenzione degli studi etnografici per la originalità delle musiche e per la elegante complessità delle danze che vengono eseguite nelle strade e nelle piazze del paese. Leggiamo in uno studio dedicato a tale tradizione folklorica:

«[Le musiche e le danze costituiscono] un fenomeno unico in italia e con pochi equivalenti in tutta Europa e fornisce un esempio impressionante del livello di complessità cui può giungere una civiltà musicale popolare...»

La danza dei ballerini

Il costume[modifica | modifica wikitesto]

Costume riguardanei il carnevale di Bagolino e Ponte Caffaro

La preparazione del costume è affidata alle donne delle varie famiglie e attualmente un singolo ballerino può disporre di diversi costumi. Cambiare in continuazione l'abbigliamento non soltanto complica il gioco della riconoscibilità ma conferisce ulteriore prestigio. Nei periodi più economicamente più difficili durante il carnevale veniva sfruttato il vestito utilizzato durante le ricorrenze, per questo motivo non poteva essere ricamato quindi venivano applicate delle decorazioni non definitive che venivano tolte al termine del carnevale.

Maschera e cappello[modifica | modifica wikitesto]

Cappello e maschera riguardanti il carnevale di Bagolino e Ponte Caffaro

Uno degli elementi più importanti del costume è la maschera che è di fabbricazione locale e che vengono realizzate nei ritagli di tempo da alcuni membri della compagnia dei ballerini ma l'elemento forse più importante del costume è il copricapo. Il detto locale “vestire il cappello” è un'operazione lunga e complessa, eseguita tradizionalmente dalle donne di famiglia. Per vestire un cappello sono mediamente necessari 80 metri di spighetta(nastro utilizzato per ricoprire tutta la struttura del cappello). Per vestire un cappello sono necessari dai 120 ai 160 metri di nastro che viene disposto su 14 file in relazione alle dimensioni del copricapo e alle ambizioni del ballerino. Per impedire che i fiocchi attualmente di nylon e un tempo di seta si sciupino e si schiaccino vengono smontati ogni anno al termine del carnevale per essere nuovamente rimontati l'anno successivo. La costruzione completa di un singolo cappello può richiedere quasi un mese di lavoro.

Il cappello, la maschera, i guanti e il vestito sono elementi indispensabili per identificare il ballerino come membro della compagnia e i singoli elementi del costume, oltre a distinguerlo dalle generiche maschere di carnevale, hanno una grande importanza coreografica. Il cappello, soprattutto con il suo notevole peso, costringe il danzatore a modificare la sua postura naturale, talvolta utilizzando le braccia per meglio bilanciarsi e saltare, irrigidendo le articolazioni. Tutto ciò richiama in un certo senso le movenze di una marionetta. Il costume di carnevale e la maschera rendono irriconoscibile il ballerino, come membro della compagnia perde l'identità individuale per assumerne una cerimoniale. Entrare a far parte della compagnia è ancora oggi un evento rituale ed esclusivo; possono essere ammessi solo maschi al di sopra del quattordicesimo anno di età. Chi non ne fa parte può prenotare l'esecuzione di una o più suonate per poi assistere al ballo, non potrà comunque di norma prendere parte attiva alla danza. All'inizio di ogni esecuzione i ballerini si dispongono a schiera fronteggiandosi, oppure a cerchio chiuso, come nel ballo finale che in gergo viene chiamato “ ariosa” [2] (Si parte tutti in cerchio, alternati uno si uno no, incominciano a girare e a ballare con un altro ballerino, ricordandosi di saltarne sempre uno) delimitando lo spazio di ballo e chiudendo di fatto la visuale agli spettatori.

Il violino è lo strumento che detta la melodia conduttrice dei vari brani che compongono l’ampio repertorio musicale che accompagna i balli. Sui ritmi delle musiche si può osservare che:

«Il singolare “neniare” degli strumenti porta ad assaporare, in un’alternanza strumentale caratteristica, belle suonate che sono accompagnate dalla tradizionale arte interpretativa, unica nel suo genere, di solito a tre voci: una bassa e due alte. Il suono si ottiene per lo più “pizzicando” le prime due corde mi-la, meno la terza, mai la quarta.»

Molto caratteristici sono i costumi dei ballerini, a cominciare dal cappello in feltro interamente ricoperto da un lungo nastro rosso sapientemente ripiegato, ornato di ricami, di monili e di fettucce multicolori che formano un grande fiocco.Sulla fettuccia rossa sono cuciti accuratamente monili d'oro (catene, spille, orecchini, anelli etc...) di famiglia o presi in prestito. Per questo motivo, i "balarì" non si sibiscono all'aperto in caso di pioggia. Il filo bagnato, sollecitato dai salti e dai movimenti dei ballerini, rischierebbe di cedere, con grave rischio di perdere l'oro prestato. Il volto è nascosto da una maschera priva di espressione di color avorio, un tempo di tela e spalmata all'interno di cera (perché il sudore del ballerino non la bagnasse). Formano inoltre il costume un'ampia fascia di seta, posta a tracolla sulla spalla sinistra, che reca sontuosi ricami di fiori,passamanerie o inserti di pizzo all'uncinettoche. Essa scende sul vestito scuro, con giacca e pantaloni ai ginocchi; sulle spalle è posto un grande scialle a frange che cade lungo la schiena e viene fissato sotto le spalline ( questo particolare è apparso dopo il 1915). Completano il costume i guanti bianchi, le calze (anch'esse bianche, lavorate a mano con i 4 ferri, con motivi tutti differenti di trafori, nocciole, trecce e fermate al polpaccio da una passamaneria tessuta al telaio in loco) e le scarpe nere.

Il paiàsso[modifica | modifica wikitesto]

In passato una figura precisa, “il paiàsso” recentemente reintrodotta a Caffaro aveva il compito di tutelare la compagnia, mantenendo la separazione degli spazi tra i ballerini e gli spettatori prevenendo così i disordini che a volte potevano verificarsi.

I Maschér[modifica | modifica wikitesto]

Costume riguardante il carnevale di Bagolino e Ponte Caffaro

La tradizione delle maschere ha carattere più popolano, riferendosi alla tradizione della burla carnevalesca consumata sempre mantenendo incognita la propria identità [3]. I personaggi si muovono disordinatamente tra la folla, con maschere grottesche o paurose e zoccoli di legno che producono frastuono sul selciato delle vie; prendono di mira le persone che vogliono canzonare toccandole nei genitali, usanza che ricorda antichi rituali di fertilità. Indossano i costumi, sia maschili che femminili, tipici della tradizione bagossa: di solito si muovono in coppia travestiti da vecio e vecia. A nascondere la identità dei Maschér deve contribuire anche la goffa postura, la camminata strascicata e l’uso di una voce in falsetto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ galleria fotografica ballerini]
  2. ^ video ariosa]
  3. ^ La tradizione vuole che nei tempi antichi le burle avessero come bersaglio polemici persino i Conti di Lodron, spesso invisi alla gente di Bagolino

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesca Cappelletto, Il carnevale : organizzazione sociale e pratiche cerimoniali a Bagolino, Brescia, Grafo, 1995, p. 238, ISBN 9788873852704.
  • Nerio Richiedei, Il Carnevale di Bagolino in Val Sabbia, in Luca Giarelli (a cura di), Carnevali e folclore delle Alpi. Riti, suoni e tradizioni popolari delle vallate europee, 2012, p. 69, ISBN 978-88-66189-48-0.
  • Italo Sordi Il Carnevale di Bagolino, in Roberto Leydi-Bruno Pianta, “Brescia e il suo territorio, Il Mondo popolare in Lombardia”, vol.III, Milano, Silvana, pp. 25-43, 1976.


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