Utente:Lelosa41/Sandbox/pagina3

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I Portici Ercolani sono uno degli elementi urbanistici che più caratterizzano la città di Senigallia.

Progettati, per volontà di papa Benedetto XIV, da monsignore Giuseppe Ercolani(1677-1759) si sviluppano per 126 maestose arcate che seguono la linea curva che compie il fiume Misa, fino ad arrivare al Foro Annonario.

Veduta portici Ercolani dall'interno

Costruiti in un periodo di grande splendore (tra il XVIII e il XIX secolo) per i commerci di Senigallia per accogliere le botteghe destinate ai mercanti sempre più attratti dalla fiorente fiera della Maddalena.

Il progetto originale sembrava voler unire architettonicamente la città vecchia e quella nuova anpliazione che ingloba il rione del porto, sostituendo alle mura dell'antica fortezza, che non aveva più ragione di esistere, il simbolo della nuova città-mercato più consona al periodo settecentesco.

I primi tre edifici, finanziati dal comune, vennero costruiti rapidamente, nel corso della fine del XVIII secolo, quando i commerci erano ancora prosperosi per via della crescente fiera della Maddalena.

Fiera della Maddalena

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Essa trasformava Senigallia, seppure per pochi giorni, in un "gigantesco bazar orientale" in cui si poteva reperire ogni genere di prodotto.

Intorno alla metà del settecento tutte le strade cittadine diventavano luogo di esposizione per le merci. Oltre tutto in questi anni cominciava l'uso del "tendato". Esso convertiva le vie cittadine "in un unica immensa galleria", sotto la quale erano disposte le merci, raggruppate in settori.

Centro dei generi di lusso della fiera era il Corso dove si potevano ammirare tessuti pregiati provenienti da tutta Europa. Nella galleria trovavano posto i lavori in oro degli orafi fiorentini e metalli pregiati, le perle provenienti dall'Oriente. Nel primo porticato, aveva luogo il commercio dei cristalli di Murano e di Boemia, mentre artistici mobili, provenienti da Venezia o prodotti dell'artigianato locale, trovavano spazio sotto i rimanenti portici.

Polemiche sui lavori

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Mentre i primi edifici sorgevano rapidamente, secondo il progetto della prima anpliazione, costruiti a spese del comune, gli altri hanno una storia più tormentata. Infatti "la fabbrica" venne interrotta per un ventennio, fino a quando, nel 1772, il nobile Gianbattista Monti fu il primo a chiedere di costruire un passaggio sul lungofiume, addossandosi la spesa ingente della prosecuzione dei portici. L'amministrazione, del canto suo, cercò di agevolare coloro che volevano seguire questo esempio, con il concedere le aree a bassissimo prezzo e, talvolta, gratuitamente. Inoltre vennero dilazionati di molto i tempi di costruzione. L'inizio dei lavori venne ritardato anche da polemiche sulla direzione da dare al nuovo porticato: alcuni sostenevano che esso avrebbe dovuto proseguire in linea retta rispetto a quello già costruito; altri che avrebbe dovuto seguire il corso del fiume facendo una curva. Alla fine l'architetto anconetano Filippo Marchionni indicò la soluzione: un porticato composto da due segmenti che si incontrano idealmente in un ampio angolo ottuso, all'inizio dell'attuale Via Fratelli Bandiera dando l'illusione di una curva che accompagna il letto del Misa. Sbloccata la questione, i nobili, fratelli Monti, Francesco Fantoni e Francesco Cherubini, chiesero di poter costruire, addossandosi la spesa del portico sottostante alle abitazioni, sicché i Portici Ercolani, così chiamati in onore dell' omonimo cardinale, che, come si è detto, li progettò, sono dovuti parte all'impegno della comunità cittadina e parte all'iniziativa privata. Del resto, va anche detto che questa non era una spesa "morta", poiché l'affitto di botteghe e della stessa area pavimentale del portico rendeva molto bene durante la fiera.

Terremoto del '30

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Senigallia venne colpita da un fortissimo terremoto il 30 ottobre 1930, i cui danni furono ingenti in particolare per la città compresi i Portici Ercolani: in particolare, l'albergo Roma, posto al primo piano del Primo Porticato, subì gravi danni e in seguito ad una ristrutturazione ospitò il Liceo-Ginnasio "Perticari"; inoltre crollò parte dell' interno del Seminario Vecchio ospitato nel Terzo Porticato,che dopo diverse precarie sistemazioni nel 1957 si inaugurò in Seminario Nuovo sulla collinetta adiacente Via B. Cellini.

Dopo i necessari lavori di ristrutturazione, in seguito al terremoto del '30, i Portici sono tutt'ora utilizzati per ospitare fiere e, con cadenza settimanale, il mercato di Giovedì.

-Ritmo ed una razionale sobrietà, già preludio, in anticipo sul tempo, a concezione neoclassica- Busiri Vici.

Una delle opere più significative delle ampliazioni Senigalliesi, testimonianza di squisita eleganza, ordine, chiarezza e ritmo, tipici caratteri di un Neoclassicismo, già operante in larga parte d'Europa.

Marinella Bonvini Mazzanti, Senigallia, Urbino, Quattro venti, 1998

Paolo Taus, Emergenze, vuoti, limiti della città storica di Senigallia, Ancona, Clua, 1989

Guida turistica di Senigallia, Camillo Nardini