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Emanuele Grassi

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Pittore e grafico italiano.

Emanuele Grassi (Venezia, 23 giugno 1932Grottaferrata, maggio 2007) è stato un pittore italiano.

Emanuele Grassi nasce a Venezia il 23 giugno del 1932. Trascorre l'infanzia in Svizzera, dove i genitori si trasferiscono durante la guerra, ed a Palermo e Firenze gli anni dell'adolescenza.

Ventiduenne si trasferisce a periodi alterni in Austria, seguendo nel 1957 e nel 1958 i corsi di Oscar Kokoschka a Salisburgo. [1]

Tale esperienza ha un profondo impatto sulla sua formazione artistica e ne influenzerà i lavori negli anni a venire. Le opere di questo periodo, prevalentemente figurative, sono infatti caratterizzate da un intenso cromatismo ed un profondo studio dell'aspetto psicologico del protagonista, studio che Grassi non abbandonerà più e che diverrà tematica di fondo di gran parte della sua futura produzione. Il colore, spesso declinato nelle tonalità del blu, prevale fino a scalzare la componente del disegno che prende forma con pennellate nervose volte unicamente a far emergere dalla tela un inconscio intriso di solitudine, malinconia. Ecco, allora, che le sue figure non sono altro che maschere “smascherate” da un vedere e rappresentare non più guidato dall'aspetto esteriore che, anzi, viene ad essere spesso deformato, svilito, abbrutito, bensì dall'indagine psicologica e del dramma umano condotta dall'autore.

Negli anni seguenti questa metodica e, ancor più, l'autoanalisi guideranno il suo percorso artistico ed umano; trascurerà, invece, ogni uso del colore - trovando nel segno e nella grafica modulati sui toni del bianco e nero il suo più congeniale mezzo espressivo - e darà vita ad un'arte volta a scandagliare i meandri dell'inconscio, un'arte dell'interiorità che varrà le definizione di “speleologo della psiche” e “psiconauta” per lui coniate dalla critica del tempo (G. Di Genova-J. Minervini).[2]

Ritratto di donna di Emanuele Grassi
Ritratto di donna di Emanuele Grassi


Ritratto di ragazzo di Emanuele Grasso
Ritratto di ragazzo di Emanuele Grassi

Prosegue la sua esperienza mittel-europea in Germania, dove diviene membro della Lega degli artisti delle arti figurative Nordrhein-Westfalen e lavora a quattro esposizioni personali:


  • 1958 Francoforte, Die Neue Galerie


  • 1960 Munster, Die Brucke


  • 1961 Bielefeld, Galleria Comunale


  • 1962 Colonia, Biblioteca Burkart

Lo studio dell'aspetto psicologico dei soggetti ritratti viene evidenziato nelle recensioni dell'epoca che ravvisano nei suoi dipinti lo scontro con i problemi spirituali e formali del tempo e come i volti siano un “paese distrutto”, scavato dallo spirito e dall'animo, resi unendo la forma monumentale alla forte espressività dei mezzi con grandi contrasti del chiaroscuro e linee ampie, similmente ad Edvard Munch. [3]

La Grecia e il Monte Athos

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Nei primi anni '60 intraprende una serie di viaggi in Grecia, soggiornando, anche per lunghi periodi, sul Monte Athos dove, grazie a eccezionali permessi, ha la possibilità di condividere la quotidianità delle antiche comunità religiose del luogo, divenendo tra i primi testimoni occidentali dell'ortodossia cristiana. Al fianco dei monaci ortodossi sperimentò un'intensa vita ascetica e di iniziazione alla pittura bizantina, studiando e praticando il restauro delle icone e degli antichi affreschi. Tale esperienza confluì nel volume “Monte Athos – Itinerario alla montagna degli asceti”, di cui curò testi ed immagini, edito in tre lingue da Mondatori nel 1981 [4] e lo portò a tenere, negli anni seguenti, cicli di conferenze e seminari sull'arte bizantina e sulla vita monastica orientale in tutta Italia.

Gli anni a Roma

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Il decennio 1970-80 rappresenta il periodo più fecondo della sua produzione e l'apice della maturità artistica. Dopo un periodo di lavoro nello studio di Corrado Cagli, apre in Via Benedetta n. 4 il proprio studio-laboratorio. Qui tiene seminari sull'arte ed incontra i propri amici, tra cui esponenti dell'ambiente artistico di tendenza, quali Pasolini, Fellini e Bellocchio.

E' in questo contesto che Grassi da forma compiuta al suo discorso narrativo, convogliando in oltre duecento opere grafiche tutti gli elementi della intera sua attività culturale e di ricerca interiore. I miti classici, l'esperienza anacoretica, i contatti con la cultura orientale,l'interesse per il racconto biblico e, soprattutto, l'avventura nei meandri dell'inconscio trovano espressione in una grafica elaborata e intrisa di valori simbolici; la Luna, l'Albero, la Spirale ed il Labirinto divengono i temi ricorrenti del suo personale discorso artistico. In questo periodo espone in numerose collettive e personali. Di particolare pregio, la mostra “Viaggio nel Sud” organizzata a Chieti nel 1970 dal CIDAC, di cui è conservato un cortometraggio dell'Istituto Luce LINK, e la prima antologica del 1972 a Palazzo Braschi di Roma, con introduzione in catalogo di Bruno Corà. [5]


Il ritorno in Grecia e gli ultimi anni

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Nei primi anni Ottanta ritorna in Grecia dove trascorre molti anni tra Atene, Tinos e Delfi. In Italia ritorna raramente, rifugiandosi presso gli eremi camaldolesi. L'indole schiva e la tendenza all'isolamento hanno su di lui il sopravvento. Come nella testimonianza del Maestro Cagli “è nell'indole schiva e introversa del Grassi che va ricercata la ragione del suo isolamento o meglio della sua solitudine se questi termini possono celare i sensi di una intensa vicenda spirituale, che qui non intendo toccare...... Direi che il Grassi, nell'ambito della pittura attuale si è mosso calcando le orme del poeta eremita tibetano sempre più allontanandosi da quei percorsi occidentali che la società odierna indica solitamente ai meno vocati”. [6]

Pur continuando a produrre, si allontana definitivamente dal mondo dell'arte e delle gallerie e dedica gli ultimi anni della sua vita a comunità di recupero per tossicodipendenti in Puglia e Basilicata dove realizza per i ragazzi laboratori di pittura e grafica. Trascorre l'ultimo periodo della sua vita nel Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata dove muore nel 2007. Nel 2013 La Sapienza Università di Roma e nel 2015 l'Istituto Italiano di Cultura di Atene gli dedicano un Convegno di Studi e una Mostra di opere del suo ultimo periodo. [7]

L'ARTE DI GRASSI, UNO “SPELEOLOGO DELLA PSICHE”

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Sotto l'aspetto prettamente stilistico, la peculiarità di Grassi risiede nell'uso del segno. Egli si inserisce, infatti, in quelle avanguardie che all'immagine hanno anteposto il segno. Il segno serpentino, la linea fratturata, la svirgolatura sincopata, il modulo vermicolare, il cellularismo segnico, l'incastro tissutale, l 'arabesco favoloso concorronono ora separatamente, ora unitamente ad articolarne il variatissimo discorso. [8] E così, il suo disegno esterna grovigli, ragnatele, ghirigori sfuggenti di linee che si attorcigliano in spirali, in moto ondoso, curve sinuose.[9] Al riguardo, Lorenza Trucchi ha osservato: “Grassi è soprattutto un grafico; almeno sino ad oggi non ha infatti trovato in pittura un linguaggio che gli permetta, come accade invece con il segno, di seguitare ad interrogarsi in un diario aperto e concentrato, divagante e ossessivo. Inevitabile per questi bellissimi disegni il riferimento all'informale e alla sua poetica del continuo: il circuito chiuso e febbrile tra sensazione e gesto, fra pensiero e azione, tra coscienza e automatismo”. [10]

Da un punto di vista concettuale, è lo stesso Grassi a fornire in una intervista del 1983 una chiave di lettura delle proprie opere, definendo la propria pittura un “processo conoscitivo dal profondo verso il visibile” [11], ossia un mezzo per scandagliare il proprio inconscio e portare alla luce ciò che vi dimora. Per Grassi l'introspezione psichica si dimostra, quindi, una necessità di vita prima ancora che di arte; egli non indaga nei meandri della sua coscienza per pura curiosità o soddisfazione estetica, ma per scoprire e svelare se stesso a se stesso, per arrivare a conoscere i più nascosti recessi di se stesso in modo da capire ciò che lo fa essere così com'è, attuando una sorta di autopsicoterapia liberatoria per la via del disegno. Quel che ne sorte è un diario del profondo che ha valore d'arte. [12]

La critica ha più volte sottolineato questo suo particolare utilizzo dell'arte quale strumento di autoanalisi: “Nei fogli recenti si possono ritrovare le folgorazioni, le estasi, le illuminazioni e le visioni del sottosuolo psichico, visto ora come firmamento della coscienza ed ora come labirinti dell'inconscio; non stupirà, allora, il fatto che da oltre quindici anni vada portando avanti con identica costanza e tenacia quella che nel 1970, in un testo di presentazione per una sua personale romana, ebbi a definire “sorta di speleologia della psiche", riconoscendo tale metodo come il più idoneo per lui a riscoprire la ricchezza interiore della sua coscienza e a far riemergere i più riposti moduli primigeni, i più sedimentati simboli aviti, i più misteriosi segni ancestrali” (così Giorgio Di Genova nell'articolo “La spirale mistica di Emanuele Grassi” sul Notiziario del Centro Morandi del 14 aprile1979). Josè Minervini scrisse di lui: “Grassi, ovvero l'arte dell'interiorità, dell'alta marea ... Su queste coordinate si sviluppa l'arte del pittore veneziano, arte surreale o, meglio, sub-reale perché arte del subconscio interpretato con parametri junghiani; i mostri, i simulacra, gli idoli affiorano dalla psiche nel sortilegio dell'evocazione artistica, ma, nello scavo della psiche, nei labirinti dedalici del pensiero, si scoprono, come gemme sepolte, i valori, le idee universali, gli archetipi, quei millenari miti teoretici che diventano, nella poetica di Grassi, anche miti estetici .. …. Questo psiconauta, come definito in altre occasioni, ha l'affabilità narrativa dei favolist, il fascino dei maghi d'Oriente, il potere degli esorcisti. Grassi è dentro la sua anima, distaccato con un po' di ribrezzo dal materialismo e dalla corruzione dei tempi, dall'inciviltà che nasce dalla trascuratezza o, peggio, dall'ignoranza dei valori spirituali”. [13]

Per Battino, egli disegna ed intarsia con la matita ed al suo polso affida il compito non certo facile di descrivere la psiche, gli slanci, i sogni dell'uomo, il suo rapporto ancestrale con la deità, i suoi smarrimenti. [14]

Convergente l'analisi di Pietro Lucchese, secondo il quale: “Questo suo addentrarsi nelle profondità dell'animo umano, per scoprirne le più riposte sensazioni, ha indotto la critica a definire Grassi "lo speleologo della psiche" e a situare la sua grafica entro le coordinate di una nuova possibilità di rappresentazione della realtà”. [15]

  • Die Wahrsagerin
  • Der Boshafte
  • Der Hoffende
  • Die Enttauschte
  • Der Mitleidige
  • Alte Frau
  • Die Neuegierige
  • Adam
  • Eva
  • Qualvolle Erinnerung
  • Der Nachdenkliche
  • Memoria dell'Egeo
  • De-composizione
  • Autunno
  • Dissoluzione della rosa
  • Ritratto di Andrea Bambino
  • Pianta di Troia
  • La farfalla di luce
  • Il magma e la luna
  • Conflagrazione cosmica
  • Alta marea
  • Vortice
  • La foresta incantata
  • Viaggio fantastico
  • Eden
  • Labirinto aereo
  • Maternità
  • Memoria maia
  • Incontri agli inferi
  • Vento a Tindari
  • Bosco delfico
  • Guerriero
  • La Luna contempla la morte
  • Risveglio della Sfinge

LA FIRMA DELL'ARTISTA

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La firma del pittore Emanuele Grassi
La firma del pittore Emanuele Grassi


MOSTRE PERSONALI

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  • Francoforte, Die Neue Galerie
  • Munster, Die Brucke
  • Bielefeld, Galleria Comunale
  • Colonia, Biblioteca Burkart
  • Rovigo, ar./T Galleria d'arte,
  • Chieti, Bottega d'Arte di Chieti, “Viaggio nel Sud” promossa dal CIDAC, presentazione a cura di Corrado Cagli.
  • Roma, Galleria Aldina, introduzione in catalogo di Giorgio Di Genova.
  • Latina, Galleria del Corso
  • Chieti, Galleria Comunale
  • Roma, Palazzo Braschi, “Mostra Antologica”, introduzione in catalogo di Bruno Corà
  • Roma, Centro Morandi
  • Roma, Studio S-Arte Contemporanea
  • Taranto, Galleria Cassano, introduzione in catalogo di Piero Mandrillo e Pietro Lucchese
  • Roma, Galleria La Pigna, “Catabasi, Anabasi e metamorfosi, Mostra Antologica”
  • Poschiavo, Galleria Pro Grigioni Italiano
  • Roma, La Sapienza Università di Roma,“Sfida alla Linea tra Grecia e Italia”
  • Atene, Istituto Italiano di Cultura di Atene, “Sfida alla Linea tra Grecia e Italia”

COLLETTIVE

  • Roma, Il Calderone, con Victor Pimentel Gurmendi e Amedeo Ruggiero
  • Firenze, Galleria Privata Bueno De Mesquita, con Horst Sobotta
  • Roma, Galleria Due Mondi, Esposizione itinerante a Rovigo, Ferrara, Milano, atr..
  • Roma, Galleria d'Arte Nuovo Carpine
  • Roma, Galleria La Margherita

GRASSI NEI MUSEI

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MAGI '900

  1. ^ Bruno Corà, Introduzione in catalogo Emanuele Grassi, Palazzo Braschi, 1971
  2. ^ Giorgio Di Genova, Uno speleologo della psiche in Presentazione della mostra personale presso la Galleria d'arte ar./T di Rovigo, 1970; Josè Minervini, Una bellezza che è ritmo in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 4 novembre 1983.
  3. ^ Grossman, Gesichter unserer entseelten Zeit in “Der Spiegel”, dicembre 1958; Steinhart, Wege der grossen Form in “Frankfurter Allgemeine” del 5 dicembre 1958.
  4. ^ Emanuele Grassi, Monte Athos Itinerario alla montagna degli asceti, A. Mondadori, 1981.
  5. ^ [1] Bruno Corà, Introduzione in catalogo Emanuele Grassi, Palazzo Braschi, 1971.
  6. ^ Corrado Cagli, Testimonianza del Maestro per Emanuele Grassi in Presentazione della mostra personale “Viaggio nel Sud”, Chieti, 1970.
  7. ^ Giorgio Di Genova et al., Panorama dell'arte contemporanea in Italia, Rubbettino, 2019.
  8. ^ Giorgio Di Genova, Uno speleologo della psiche in Presentazione della mostra personale presso la Galleria d'arte ar./T di Rovigo, 1970.
  9. ^ Josè Minervini, Una bellezza che è ritmo in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 4 novembre 1983.
  10. ^ Lorenza Trucchi, Personale di Emanuele Grassi a Palazzo Braschi, in “Momento Sera” del 14 gennaio 1972.
  11. ^ Pierino Fragnelli, A colloquio con Emanuele Grassi in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 28 ottobre 1983.
  12. ^ Giorgio Di Genova, Uno speleologo della psiche in Presentazione della mostra personale presso la Galleria Aldina di Roma, 1971.
  13. ^ Josè Minervini, Un pittore al mese – Emanuele Grassi in “Il Giornale di Martina” del 15 gennaio 1984.
  14. ^ Giacomo Battino, Dal gran bestiario umano le aspirazioni e i crolli in “Quotidiano di Taranto” del 29 ottobre 1983.
  15. ^ Pietro Lucchese, Arte figlia del silenzio in “Meridiano Sud”, Bari, 5 novembre 1983.
  • Grossman, Gesichter unserer entseelten Zeit in “Der Spiegel”, dicembre 1958.
  • Steinhart, Wege der grossen Form in “Frankfurter Allgemeine” del 5 dicembre 1958.
  • Corrado Cagli, Testimonianza del Maestro per Emanuele Grassi in Presentazione della mostra personale “Viaggio nel Sud”, Chieti, 1970.
  • Giorgio Di Genova, Uno speleologo della psiche in Presentazione della mostra personale presso la Galleria d'Arte ar./T di Rovigo, 1970.
  • Giorgio Di Genova, Presentazione della Mostra Collettiva “L'immaginazione lirica” presso la Galleria La Margherita di Roma, 1973.
  • Giorgio Di Genova, La spirale mistica di Emanuele Grassi in “Notiziario del Centro Morandi” del 14 aprile1979.
  • Giacomo Battino, Dal gran bestiario umano le aspirazioni e i crolli in “Quotidiano di Taranto” del 29 ottobre 1983.
  • Pietro Lucchese, Arte figlia del silenzio in “Meridiano Sud”, Bari, 5 novembre 1983.
  • Piero Mandrillo e Pietro Lucchese, Introduzione in catalogo della mostra personale presso la Galleria Cassano di Taranto, 1983.
  • Mario Spinosa, Dalla meditazione alla speleologia in “Corriere del Giorno” del 26 ottobre 1983.
  • Silvano Trevisani, L'assoluto attraverso l'incognito in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 28 ottobre 1983.
  • Pierino Fragnelli, A colloquio con Emanuele Grassi in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 28 ottobre 1983.
  • Josè Minervini, Una bellezza che è ritmo in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 4 novembre 1983.
  • Giancarlo Magno, L'altra dimensione in “Nuovo Dialogo”, Taranto, 11 novembre 1983.
  • Josè Minervini, Un pittore al mese – Emanuele Grassi in “Il Giornale di Martina” del 15 gennaio 1984.
  • Flavio Mucciante, Mostra Antologica di Emanuele Grassi in “Avvenire” del 5 aprile 1987.
  • Giorgio Di Genova, Storia dell'arte italiana del '900: Generazione anni Trenta, 2000.

Collegamenti esterni

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