Utente:Kamo/Bozze

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Mordechai Vanunu (riedizione della pagina)[modifica | modifica wikitesto]

Mordechai Vanunu (מרדכי ואנונו) nato il 13 ottobre del 1954, a Marrakech, in Marocco, era un tecnico nucleare israeliano, che lavorava alla centrale atomica di Dimona. Nel 1986 rivelò al Sunday Times, il programma di armamento nucleare israeliano, che già all'epoca avrebbe posseduto 200 testate nucleari. In seguito alle sue dichiarazioni alla stampa inglese Mordechai Vanunu fu rapito in Italia da agenti del Mossad e portato in Israele dove fu processato per tradimento.

Mordechai Vanunu ha passato 18 anni in carcere, di cui 11 in isolamento. È stato scarcerato nel 2004 ma con molte restrizioni alla sua libertà individuale, non può uscire dal paese e rilasciare interviste a giornali esteri. Da allora più volte arrestato per violazione a queste restrizioni. Nel 2007 è stato condannato a sei mesi di prigione per violazione delle restrizioni. Anche se il pubblico ministero aveva chiesto la sospensione condizionale della pena. Amnesty International ha pubblicato un comunicato stampa il 2 luglio 2007, dove affermava L'organizzazione ritiene Mordechai Vanunu un prigioniero di coscienza e ne chiedeva l'immediata scarcerazione incondizionata."[1] Vanuno è ritenuto da taluni come un denunciatore[2][3] e da altri come un traditore.[4][5][6][7] Al di fuori di Israele è donsiderato da molti come un 'eroe dell'era nucleare'[8] è stato candidato per il Premio Nobel per la Pace dal 1988 al 2004, senza mai riceverlo.

Il sequestro[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 settembre del 1986, Mordechai Vanunu, che era a Londra per affidare le sue rivelazioni al Sunday Times, venne convinto da una avvenente bionda, "Cindy", a andare con lei a Roma per un "romantico" fine settimana.

Secondo la ricostruzione della vicenda effettuata dal giornalista Stefano Chiarini, Vanunu giunto a Fiumicino alle 6,28 della sera con il volo 504 della British Airways, fu convinto da "Cindy" a seguirla in una casa alla periferia di Roma dove sarebbe stato drogato e quindi caricato su un furgone, portato a La Spezia e quindi su di una nave spia israeliana: la "Ins Noga" [9].

Lo scoop del Sunday Times[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 ottobre del 1986 il Sunday Times pubblica in due articoli le rivelazioni di Mordechai Vanunu [10] [11]. Negli articoli viene denunciata l'esistenza, accanto alla centrale nucleare di Dimona, di una vera e propria fabbrica di bombe atomiche, a 6 livelli sotterranei, in cui si producono i componenti per le armi nucleari. Vengono anche pubblicate le foto scattate dallo stesso Vanunu [12].

Le indagini in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il 18 maggio 1989 i deputati Ronchi, Lanziger, Capanna, Russo, Tamino, Vesce, Rutelli, Aglietta, Salvoldi, Crippa e Bertone presentarono una interrogazione parlamentare riassumendo la vicenda del rapimento e soffermandosi in particolare sul messaggio che lo stesso Mordechai Vanunu aveva scritto sulla sua mano durante il processo in Israele, messaggio in cui denunciava di essere stato rapito a Roma. Nella stessa interrogazione i deputati stigmatizzano il comportamento del giudice Sica a cui erano state affidate le indagini e che ne aveva proposto l'archiviazione perché riteneva che "il sequestro non sia avvenuto affatto o sia avvenuto altrove" [13].

Le indagini giornalistiche[modifica | modifica wikitesto]

Sempre secondo la ricostruzione effettuata dal giornalista Stefano Chiarini successivamente il giornale israeliano Ha'aretz pubblicò le testimonianze di alcuni marinai della "Noga" in cui confermavano di aver trasportato dall'Italia a Israele tre agenti del Mossad, tra cui una donna bionda, con un prigioniero. Inoltre un team investigativo del Sunday Times rintracciò "Cindy" a Netanya, in Israele, identificandola come Cheryl Bentov, ebrea americana di Orlando in Florida, trasferitasi in Israele dove avrebbe sposato l'ex maggiore dei servizi segreti militari israeliani Ofer Bentov.

Il processo in Israele[modifica | modifica wikitesto]

In Israele Mordechai Vanunu fu accusato di alto tradimento. Fu giudicato a porte chiuse e condannato a 18 anni di carcere, 11 dei quali passati in completo isolamento. Uscito di prigione il 21 aprile 2004, è stato sottoposto dalle autorità israeliane a notevoli restrizioni della libertà; in particolare:

Vanunu in un'intervista soggetta a censura, ha rivelato a Jeff Heinrich del Montreal Gazette, che il proprio sogno era emigrare in Canada.

Nell'estate del 2007 Vanunu è stato condannato a sei mesi di reclusione dal tribunale per la pace di Gerusalemme, decisione presa dal giudice Yoel Tzur. Interrotta la libertà vigilata, l'ex tecnico dovrà quindi tornare in carcere. La condanna arriva in seguito ad un tentativo uscire da Israele per andare a in Cisgiordania (che è sotto controllo israeliano).

La conversione[modifica | modifica wikitesto]

Dopo essere stato licenziato dalla Centrale nucleare di Dimona nel 1985 Vanunu, utilizza i soldi della liquidazione per viaggiare, visita molti paese per poi giungere in Australia. Questo paese lo trasforma, stringe molte amicizie e si converte al cristianesimo, nel seno della chiesa anglicana. Qui fa battezzare con il nome di John Crossman.

Egli dice di essere stato perseguitato dalle autorità israeliane a causa della sua conversione al cristianesimo,[14] dichiarando Voglio dire a chi mi ritiene un traditore che ho sofferto 18 anni in galera perché sono un cristiano.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Intervista a Mordechai Vanunu (novembre 2005)