Utente:Caffa49/Sandbox1

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Accademia degli Incamminati di Modigliana[modifica | modifica wikitesto]

L'Accademia degli Incamminati di Modigliana, secondo lo storico Michele Maylender, è una delle quattro Accademie che in Ialia si possono fregiare del termine Incamminati. [1]

Nella sua opera, con il termine "Incamminati", sono citate:

- l'Accademia degli Incamminati di Bologna, risalente al 1590, istituita dai fratelli Carracci;

- l'Accademia di Conegliano (Treviso), istituita nel 1587 ed estinta nel 1590;

- l'Accademia di Roma, istituita intorno alla metà del XVIII secolo;

- l'Accademia degli Incamminati di Modigliana.

La Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

L'anno di fondazione dell'istituzione, fissato nel 1660 a Modigliana, è confermato dai propri documenti d'archivio e dagli atti della Segreteria di Stato del Granducato di Toscana [2], di cui la cittadina faceva parte. Su iniziativa e sollecitazione del sacerdote Bartolomeo Campi, alcuni eruditi ed amanti della prosa e della poesia cominciarono a darsi frequenti appuntamenti sugli argini del torrente Marzeno, che nasce nelle vicinanze di Modigliana, per acclamare e recitare le loro prose e poesie. I partecipanti agli incontri si dettero il nome di "Pastori del Marzeno", mentre gli abitanti di Modigliana iniziarono a chiamarli "gli incamminati", in virtù del loro continuo camminare. L'istituzione fu attiva fino al 1720, quando cessò l'attività per un lungo periodo fino al 1775.

La prima rinascita[modifica | modifica wikitesto]

L'Accademia riprese vita su iniziativa del padre cappuccino e storico modiglianese Gabriele Sacchini, con l'obiettivo primario di "promuovere interesse ed amore alle buone e belle lettere" e la rinascità ebbe piena formalizzazione il 27 ottobre del 1755, con la stesura delle regole statutarie, denominate "Costituzioni" [3]. La rinascita ebbe il beneplacito della Segreteria di Stato di Firenze, che emise un semplice atto di "riassunzione", in quanto ufficialmente la precedente Accademia non era mai stata cancellata. Il registro delle Costituzioni dettava le principali norme che dovevano reggere l'accademia, prescrivendo la nomina di sette "dignità reggenti", che dovevano essere confermate o rinnovate ogni anno con votazione segreta, e la prescrizione di convocare annualmente anche una riunione accademica celebrativa, denominata "Tornata".

L'Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Lo spirito prevalentemente cattolico e ortodosso, che da sempre aveva caratterizzato l'Accademia, nel corso del XIX secolo va progressivamente attenuandosi. Nel corpo istituzionale aumenta lentamente ma con continuità il numero dei laici iscritti, inoltre Modigliana risente sempre di più dello spirito più aperto e progressista di Firenze, a cui appartiene, pur situandosi praticamente sulla linea di confine con lo Stato della Chiesa. La posizione di confine porta Modigliana a facili e frequenti contatti con personaggi dallo spirito libero e figure risorgimentali in fuga, come Giuseppe Garibaldi, che nel 1949 fu aiutato da Don Giovanni Verità a sfuggire all'inseguimento degli austriaci. Sotto la presidenza di Francesco Verità, dal 1925 al 1938, il cambiamento di profilo dell'Accademia ebbe un'autentica accelerazione. Francesco Verità, che aveva prestato servizio militare nell'armata napoleonica per circa vent'anni, aveva in qualche modo assorbito il vento liberista e nazionalista di Napoleone, rafforzando in sè idee molto progressiste che, durante la sua presidenza, cercò di trasferire con tenacia all'istituzione accademica. Come ufficiale napoleonico a Genova, Verità aveva conosciuto Ugo Foscolo, la cui amicizia continuò a curare anche dopo il ritorno a Modigliana. Intrattenne forti rapporti di amicizia con tantissimi personaggi laici e di valore, come lo scrittore-editore Giovan Pietro Viesseux, i patrioti romagnoli Domenico Farini e il nipote Luigi Carlo Farini, tutti e tre invitati a iscriversi all'accademia. Con Francesco Verità presidente, nel 1853 entra a far parte dell'Accademia il pittore Silvestro Lega, modiglianese di nascita ma residente a Firenze. Nel 1835 l'Accademia accolse come socio anche il figlio di Verità, il sacerdote Don Giovanni Verità. Indubbiamente con la presenza dei Verità, padre e figlio, lo spirito che animava l'Accademia cambiò radicalmente e le caratteristiche cattolico confessionali, tipiche del periodo di fondazione e della prima rinascita, voluta dal padre cappuccino Gabriele Sacchini, lasciarono il posto a idee laiche e di grande apertura. Le argomentazioni letterarie e morali furono progressivamente sostituite da discussioni e approfondimenti inerenti il sociale, la salute, l'economia e la politica. Nel 1857 il corpo accademico fu sospeso nelle sue totali funzioni dal Granduca di Toscana, Leopoldo II d'Asburgo - Lorena, per manifesti orientamenti a favore dell'unità d'Italia. Dopo l'allontanamento di Leopoldo II, il Governo provvisorio toscano, con il decreto del 13 dicembre del 1859, dichiarò la riabilitazione totale dell'Accademia degli Incamminati di Modigliana e la riappropriazione delle piene funzioni da parte di tutti gli organi del corpo accademico. Il 18 luglio 1861 il Governo Nazionale classificò l'istituzione come "Regia Accademia degli Incamminati".

Il Fascismo e la seconda rinascita[modifica | modifica wikitesto]

Con l'avvento del Fascismo e con l'obblicgo per tutte le associazioni culturali di esprimersi nell'ambito degli "Istituto fascista di cultura", nel 1925 l'Accademia decise di cessare ogni attività e qualsiasi impegno culturale. L'istituzione riprese le sue funzioni nel 1946, con il ritorno della democrazia in Italia, provvedendo all'elezione delle cariche istitutive e adeguando l'ultimo "Statuto", risalente al 1903, alla nuova realtà sociale, ma l'attività fu comunque molto contenuta, per motivi organizzativi e soprattutto finanziari.

Gli anni '60[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni '60 si possono definire gli anni di massimo splendore per l'Accademia degli Incamminati di Modigliana. Il 31 marzo del 1962, l'assemblea degli accademici nominò presidente il Dott. Gilberto Bernabei, illustre modiglianese e consigliere di stato che, oltre a stimolare svariate iniziative sociali e culturali, ebbe il merito di rinnovare e adeguare lo statuto e riprendere la tradizionale abitudine di convocare ogni anno le Tornate accademiche, durante le quali venivano discussi argomenti di grande interesse nazionale, con la partecipazione di importanti studiosi. Con Gilberto Bernabei presidente, la struttura dell'accademia si modificò numericamente e qualitativamente, anche perchè su sua iniziativa furono inseriti nell'Albo degli accademici iscritti numerosi esponenti di primo piano in svariati settori pubblici e privati e eccellenti studiosi, residenti in Italia e all'estero. Durante la gestione Bernabei, le tornate diventarono due, una primaverile e una autunnale.

L'età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Bernabei nel 1990 fu vittima di un gravissimo incidente stradale, che lo costrinse paralizzato a letto e lo portò alla morte nel 1991. Venne invitato ed eletto presidente onorario l'on Pierferdinando Casini, che espresse il desiderio di essere affiancato nella gestione operativa dall'avvocato e storico fiorentino Natale Graziani. Assieme, oltre a mantenere la frequenza annuale delle Tornate, si prodigarono per invitare come relatori personaggi di grande prestigio, come ministri in carica, parlamentari, giornalisti, storici e vari studiosi di importanza internazionale. Le tornate ebbero sempre notevole successo, richiamando un pubblico sempre molto numeroso (400-500 persone) da ogni parte d'Italia. Nel 1997 Pierferdinando Casini, notevolmente impegnato nell'atività politica, lasciò la presidenza, sostituito nella pienezza dei poteri da Natale Graziani, che nel corso degli anni si prodigò per intensificare l'attività accademica. Sotto la sua presidenza, l'Accademia ha istituito, dal 1996, il Vincastro d'argento, premio a una vita, e la pubblicazione della rivista Noi-Caffè Michelangiolo. Il premio Vincastro d'argento, attribuito la prima volta all'economista Franco Modigliani, viene assegnato ogni anno a personaggi illustri che si sono distinti durante la vita in vari settori professionali. La rivista prende il nome dallo storico Caffe Michelangiolo, che dalla seconda metà dell'ottocento venne scelto come punto di ritrovo da molti patrioti, intellettuali, letterati ed artisti fiorentini. L'Accademia degli incamminati di Modigliana ha ricevuto l'attestato di personalità giuridica con il D.P.R 27 luglio 1972 n. 753. In data 11 Settembre 2004 è stato approvato un nuovo Statuto, in relazione al quale il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha deliberato parere favorevole il 6/12/2004.

Lo stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma che caratterizza l'Accademia degli Incamminati di Modigliana mette in rilievo:

- in alto il motto "MONSTRAT ITER ", letteralmente "MOSTRA IL CAMMINO";

- al centro, sullo sfondo della Rocca dei Conti Guidi, signori della città, tre aquile che volano alte nel cielo;

- in basso le scritte "Pastori del Marzeno" e "gli Incamminati";

- in basso a destra, il vincastro, il bastone-guida caratteristico dei pastori.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michele Maylender, Storia delle accademie d'Italia, Arnaldo Farni, [197-?], OCLC 606406283. URL consultato il 30 dicembre 2018.
  2. ^ Archivio di Stato Firenze, Segreteria di Stato 1313.
  3. ^ Registro Primo della Imperiale e Reale Accademia degli Incamminati.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Natale Graziani, Romagna toscana, Storia e civiltà di una terra di confine, Ed. Le Lettere, Firenze 2001

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

- http://www.accademiaincamminati.it