Utente:Giovanni Camporeale/Progetto/Glioblastoma

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La neoplasia cerebrale denominata Glioblastoma secondo la Classificazione dei tumori del sistema nervoso centrale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS/WHO) del 2007 (WHO-2007) è anche conosciuta come Astrocitoma di grado IV, Glioblastoma Multiforme ovvero con l'acronimo GBM.

eventuale classificazione

Cenni storici[modifica | modifica wikitesto]

Identificato nel 1863 da

Epidemiologia[modifica | modifica wikitesto]

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

............ (Se m. genetica, indicare il locus e le mutazioni se note o l'associazione con varianti alleliche. Se m. infettiva idicare anche vie di trasmissione)) si sviluppa come ex novo oppure come evoluzione di un astrocitoma di G più basso.

Patogenesi[modifica | modifica wikitesto]

generalità......

Complicanze[modifica | modifica wikitesto]

Anatomia patologica[modifica | modifica wikitesto]

esame macro e microscopico

Il glioblastoma è costituito principalmente da astrociti o da cellule della serie gliale. Si tratta di un tumore intra-assiale, ossia che insorge all'interno del nevrasse; il colore e i limiti della massa neoplastica sono sfumati e spesso indistinguibili rispetto al cervello sano. Aree emorragiche all'interno del tumore non sono infrequenti; una grossa area necrotica centrale, visibile anche alle neuroimmagini, è tipica di questa neoplasia ed è dovuta ad una proliferazione cellulare troppo rapida rispetto alla neo-vascolarizzazione, caratteristica che provoca inevitabilmente la morte delle cellule nella porzione centrale.

Il glioblastoma può localizzarsi virtualmente in qualsiasi area del cervello, ma insorge più frequentemente nella porzione sovratentoriale, in particolare negli strati profondi della sostanza grigia.

Al microscopio le cellule del glioblastoma mostrano notevole attività mitotica, pleomorfismo nucleare, necrosi e fenomeni di neoangiogenesi. La presenza anche di tre di queste caratteristiche definisce il glioma di IV grado o glioblastoma multiforme ed è sufficiente per la diagnosi differenziale con l'astrocitoma anaplastico (di grado III) nella maggior parte delle classificazioni oggi seguite. Di fatto, nel glioblastoma questi aspetti sono solitamente tutti presenti. Le cellule neoplastiche si dispongono solitamente a palizzata attorno alle aree di necrosi.

Possibili varianti sono:

  • glioblastoma a cellule giganti - presenta, oltre agli aspetti sovraelencati, una nutrita popolazione di cellule giganti e multinucleate;
  • gliosarcoma - mostra un pattern misto di tessuto gliale e sarcomatoso.

Clinica[modifica | modifica wikitesto]

Segni e sintomi[modifica | modifica wikitesto]

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Esami di laboratorio e strumentali[modifica | modifica wikitesto]

Diagnosi differenziale[modifica | modifica wikitesto]

DIAGNOSI
La diagnosi di glioblastoma è possibile solo con le neuroimmagini.

Alla TC il glioblastoma si presenta solitamente (ma non sempre) come un'area ipointensa; dopo la somministrazione di mezzo di contrasto si assiste ad un potenziamento disomogeneo alla periferia del tumore, dovuto alla intensa vascolarizzazione, mentre l'area di necrosi centrale rimane solitamente ipodensa.

La RM è tuttavia l'esame migliore per la diagnosi; oltre ad una maggiore risoluzione, con la RM è possibile identificare con maggiore precisione i limiti del tumore rispetto alla sostanza grigia e alla sostanza bianca sottocorticale. La risonanza magnetica funzionale può inoltre essere utilizzata per verificare l'attivazione delle cosiddette aree eloquenti e per la pianificazione della neuronavigazione, tutte tecniche che permettono di pianificare l'intervento chirurgico al fine di eseguire una resezione il più possibile ampia ma al tempo stesso di preservare aree del cervello fondamentali. Va precisato, tuttavia, che la risonanza magnetica funzionale è ancora una tecnica con un notevole margine di errore, utilizzata per cui solo in via sperimentale. Alla risonanza il glioblastoma si presenta come una massa con una grande area necrotica centrale, con un anello di potenziamento dopo mezzo di contrasto. L'edema perilesionale può essere presente ma solitamente è minimo.

La diagnosi differenziale con lesioni dall'aspetto simile (come l'ascesso) è possibile tramite la spettroscopia, che evidenzia un aumento significativo della colina, indice di proliferazione cellulare attiva, e una diminuzione del N-acetil-aspartato (NAA), prodotto del metabolismo e neuronale.

Diagnosi precoce[modifica | modifica wikitesto]

Risvolti psicologici[modifica | modifica wikitesto]

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

Chirurgico[modifica | modifica wikitesto]

Chirurgia[modifica | modifica wikitesto]

La chirurgia rappresenta il primo passo del trattamento del Glioblastoma. L’operazione (craniotomia), una volta escisso il tumore (nella sua parte visibile dal chirurgo), permette di alleviare i sintomi dovuti alla pressione endocranica causata dalla moltiplicazione cellulare della neoformazione e quindi dall’aumentare della sua massa. Sempre tramite operazione chirurgica si può effettuare un secondo intervento, in caso di recidiva dopo radioterapia e chemioterapia, permettendo così di aumentare la sopravvivenza del paziente.

Radioterapia[modifica | modifica wikitesto]

La radioterapia, che normalmente viene effettuata dopo l’operazione chirurgica, riguarda la parte di encefalo interessata dall’intervento oltre a un leggero margine esterno, e ha lo scopo di danneggiare il DNA di eventuali cellule tumorali rimaste dopo l’operazione e sfuggite al chirurgo perché non visibili al microscopio (in quanto infiltratesi più o meno distanti dalla zona dell’operazione). Se la radioterapia riesce a danneggiare tali cellule in modo che esse non abbiano la possibilità di riparare il DNA e di riprendere la moltiplicazione cellulare, il paziente ne guadagna in sopravvivenza.

Farmacologico[modifica | modifica wikitesto]

CHEMIOTERAPIA Anche la chemioterapia ha lo scopo di danneggiare il DNA delle cellule tumorali, eventualmente rimaste dopo l'operazione chirurgica e sfuggite alla radioterapia. Se il chemioterapico riesce a scardinare l'organizzazione del DNA, la cellula tumorale passa in fase di "suicidio programmato" (apoptosi).
Il trattamento chemioterapico standard normalmente utilizzato, che si è dimostrato dare i migliori risultati in termini di sopravvivenza, prevede l’utilizzo del farmaco Temozolomide in contemporanea e immediatamente dopo la radioterapia[1].

Prognosi[modifica | modifica wikitesto]

I glioblastomi sono fra le neoplasie umane più maligne, e senza terapia la sopravvivenza non va oltre i 3 mesi. Pazienti trattati con terapie ottimali, inclusa la resezione chirurgica, la radioterapia e la chemioterapia, hanno una mediana di sopravvivenza di circa 12 mesi, con meno del 25% dei pazienti sopravvissuti oltre i 24 mesi e meno del 10% dei pazienti sopravvissuti oltre i 5 anni.
Uno studio più volte citato su 279 pazienti che avevano ricevuto radioterapia e chemioterapia aggressive, riporta che solamente 5 di essi (l'1,8%) sono sopravvissuti oltre i 3 anni.[2]
Una informazione molto importante per i pazienti, per aiutarli a continuare la loro battaglia contro la malattia, deriva da uno studio di Lin e altri del 2003. La probabilità condizionale di sopravvivere per un altro anno, essendo già sopravvissuti di 1 anno, 2 anni, 3 anni, 4 anni, o 5 anni dopo la craniotomia è, rispettivamente, del 64,8%, 58,7%, 85,7%, 80,0%, 75,0%.[3] [4]

Postumi e Follow up[modifica | modifica wikitesto]

Prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stupp R, Mason WP, van den Bent MJ, et al (2005).
    Radiotherapy plus Concomitant and Adjuvant Temozolomide for Glioblastoma. NEJM, Volume=352, Issue=10, pages=987-996.
  2. ^ (EN) Scott JN, Rewcastle NB, Brasher PM, Fulton D, Hagen NA, MacKinnon JA, Sutherland G, Cairncross JG, Forsyth P (1998).
    Long-term glioblastoma multiforme survivors: a population-based study Can J Neurol Sci. 1998 Aug;25(3):197-201.
  3. ^ (EN) Lin CL, Lieu AS, Lee KS, Yang YH, Kuo TH, Hung MH, Loh JK, Yen CP, Chang CZ, Howng SL, Hwang SL (2003). The conditional probabilities of survival in patients with anaplastic astrocytoma or glioblastoma multiforme. Surg Neurol. 2003 Nov;60(5):402-6. PMID 14572960
  4. ^ Tra i casi italiani di lunga sopravvivenza è la signora E. Mancini Camporeale. Diagnosi di GBM nel 1999, due operazioni, varie terapie, anche sperimentali, è attualmente (Luglio 2008) editor di un noto database di letteratura medica sui tumori cerebrali.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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