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Chiesa di San Tommaso Apostolo

Chiesa di San Tommaso Apostolo
StatoIT
Divisione 1Basilicata
LocalitàChiaromonte
ReligioneCattolica
TitolareSan Tommaso
DiocesiTursi-Lagonegro
ConsacrazioneAntecedente al 1226

Nella parte superiore dell'abitato di Chiaromonte, strettamente connesse tra loro, sorgono il Castello dei Sanseverino e la Collegiata di San Tommaso Apostolo. Questa era da tempo beneficio della famiglia comitale dei Sanseverino: eretta in parrocchia nel 1723 col riconoscimento di un proprio territorio e di un fonte battesimale, diversi studiosi la ritengono fondazione di Margherita, moglie del conte Giacomo Sanseverino, ma è probabile la preesistenza già al XIV sec. d.C., soprattutto se si riconosce validità ad un documento del 1226 che ne attribuiva la paternità ad Ugo il Vecchio (detto “Monocolo”)(VITALE 2015, pp. 43-74).

Secondo l'Ughelli, la chiesa fu fondata dalla contessa Margherita Chiaromonte agli inizi del 1300, mentre nel fascicolo di carte del 1739 si legge che nella seconda metà dell’anno Mille essa fu eretta a Collegiata insigne ma non fondata da Ugo Monocolo primo conte di Chiaromonte, perché egli la trovò già eretta. (nota Ibidem.)

Come nel caso della Matrice, anche le condizioni della chiesa di San Tommaso nel XVII sec. d.C. si rivelano attraverso l’Apprezzo del Gallarano: “... accanto la casa baronale vi è l’altra chiesa sotto titolo di Santo Tommase consistente in una nave coverta a fitte, in testa del quale è il Mast’arco, ove è l’Altae Maggiore con una cona dell’Imagine di Santo Tomase d’Aquino da un lato e l’altro di detta nave vi sono cinque Cappelle sotto diversi titoli, dietro di detto altare maggiore è il Choro con un poco di sacrestia ove si conservano alcuni apparamenti per la celebrazione delle Sante Messe, vi è il campanaro a due ordini con due campane, viene governata detta Chiesa da tre sacerdoti canonici e tre clerici...” . (nota Stigliano 1996, p. 135).

La planimetria della Collegiata fa riferimento a quella che è la descrizione di Gallarano, con una navata e cinque cappelle laterali. Lungo la facciata e su parte del prospetto meridionale, corre un portico inquadrato su entrambi i lati rispettivamente da quattro e da tre arcate a tutto sesto, con le ghiere costruite con l’impiego di laterizi. Esiste una stretta connessione tra la residenza comitale e la chiesa di San Tommaso Apostolo, tuttora fisicamente legate da un passaggio sopraelevato che le mette in comunicazione (VITALE 2015, pp. 43-74).

L’edificio potrebbe essere assimilato alla chiesa palaziale della famiglia Clermont e successivamente della famiglia Sanseverino. Il campanile, dalla forma parallelepipeda, conserva probabilmente almeno una delle due campane originarie censite al momento in cui venne stilato l’apprezzo del Gallarano. La posizione di rilevanza, e l’immediato rapporto di contiguità rispetto all’edificio del potere temporale, farebbero propendere verso esempi di fondazioni ecclesiastiche riferibili all’XI-XII sec. d.C., ampiamente attestati in ambito archeologico.

Anche lo schema planimetrico dell’abitato medievale riprende modelli fortificati d’altura databili allo stesso periodo.( NotaVitale 2014 pag.230).

A Chiaromonte lo stesso sistema difensivo si accresce grazie allo sviluppo di almeno tre cinte murarie, fissando l’ultima fase insediativa sotto la reggenza della famiglia Sanseverino: in particolare, un primo baluardo è costituito da una cortina muraria che protegge il lato Nord del versante occidentale nell’area c.d. della Torre della Spiga; una seconda cingeva l’abitato e gli edifici di culto (chiesa dell’Immacolata e chiesa di San Giovanni Battista); sulla sommità, infine, si trova il recinto fortificato che cingeva l’area residenziale del dominus, culminante nell’edificazione sul versante orientale della residenza fortificata e della chiesa palaziale di San Tommaso. 

Architettura interna

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Altare centrale

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L’interno conserva lo splendido altare maggiore cinquecentesco proveniente dall’abbazia cistercense del Sagittario, come rileverebbe la presenza di due stemmi raffiguranti la ‘S’ attraversata da una freccia su insegne vescovili con la raffigurazione del cappello bicuspidale e del bastone, presenti su ambedue i lati della parte inferiore. L’altare, in marmi policromi, poggia su tre gradini anch’essi in marmo e presenta nel paliotto un motivo a volute spezzate e foglie d’acanto in rilievo finemente realizzate, concludendosi nel medaglione centrale in marmo verde con croce raggiata in marmi policromi elegantemente ornata. Sul postergale e sui cantonali è ripreso il motivo a volute del paliotto. Il tabernacolo, fulcro della composizione, è sormontato da una colomba con ali spiegate che poggia su una nuvola. Significative sono le tracce di trapanazione, che definiscono finemente le forme del volatile e della nuvola sottostante, cesellati sapientemente da mani molto esperte. La piccola porta del tabernacolo è arricchita dal rilievo a sbalzo di tre cherubini alati − pregni di particolari nell’incarnato del volto − in adorazione nei riguardi del sacro cuore di Cristo avvolto nella corona di spine e sormontato da una piccola croce. I capialtari terminano con due volute e foglie d’acanto in marmo bianco ricavati da un unico blocco, mentre ai lati dei pilastrini due volute fasciate completano la decorazione d’insieme.Il paliotto è decorato da un motivo a volute in rilievo che culmina nel medaglione centrale (nota VITALE 2015, pp. 43-74). Da notare anche l’altare della cappella laterale, opera elegante e sobria nella sua composizione di linee e marmi.

L’altare maggiore è sormontato attualmente da uno crocefisso. Tutta la figura, tranne le braccia, è ottenuta da un unico massello, mentre la croce originale risulta dispersa. Prima del restauro, il crocefisso si presentava ricoperto da uno strato di vernice settecentesca. La figura piuttosto allungata e dalle gambe quasi tese ha il suo punto di forza nella grande testa incorniciata da folti capelli, lunga barba e una grande corona di spine. Il perizoma mostra un lembo ripiegato che fuoriesce scivolando sulla gamba destra, con un bordo a sinuose pieghe. Ad emergere è sicuramente l’influenza della scuola tedesca e nella definizione dei dettagli sono tratti della scuola franco/fiamminga.(nota Ibidem, p. 234.)

Fonte Battesimale

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La Collegiata di San Tommaso conserva, inoltre, un fonte battesimale in calcare locale datato al 1574, realizzato sulla falsariga di quello scolpito nella chiesa cattedrale della Santissima Annunziata a Tursi (MT), datato anch’esso al 1574, è opera di Giovanni Francesco da Tursi.(nota VITALE 2015, pp. 43-74). 

Alto poco più di un metro, presenta una vasca decorata esternamente con un motivo a palmette su due registri, sostenuta da una colonna circolare rigonfia al centro e rastremante in direzione della vasca stessa; il tutto poggia su una base quadrangolare decorata e abbellita sulle quattro facce laterali e sulle quattro superiori negli angoli con un motivo a girali. Una delle facce del basamento conserva un’epigrafe; questa, distribuita su un registro costituito da tre righe, che riporta il seguente testo:

M. IOE. F. B. D.

TURSI. M.F.

A.D.1.5.7.4.

La faccia opposta a questa presenta in rilievo la rappresentazione dello stemma della Contea di Chiaromonte, ovvero i cinque colli sormontati sui due lati rispettivamente da due stelle. La stessa rappresentazione dello stemma della Contea chiaromontese, riportato nella copertina di questo volume, è scolpito sul portale della chiesa di San Francesco di Assisi presso Senise (PZ).