Utente:Gimuzzar/Sandbox

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Don Luigi Lenzini


Don Luigi Lenzini (Fiumalbo 28 maggio 1881 – Crocette di Pavullo 21 luglio 1945) è stato un sacerdote italiano, ucciso da partigiani comunisti nel clima di odio antireligioso nel periodo successivo alla Liberazione.


Biografia

Nacque il 28 maggio 1881 a Fiumalbo, sull’alto Appennino modenese, in una famiglia permeata da valori profondamente cristiani. Fin da fanciullo avvertì la chiamata al sacerdozio e nel seminario di Fiumalbo potè compiere gli studi ginnasiali come alunno esterno. Completò gli studi a Firenze, nel Collegio della Quercia gestito dai Padri Barnabiti dove aveva la funzione di sottoprefetto. Questo incarico gli permetteva di continuare gli studi senza gravare sul magro bilancio della sua famiglia. Il 19 marzo 1904, non ancora ventitreenne, venne ordinato sacerdote nel Duomo di Modena dall’Arcivescovo Mons. Natale Bruni. I primi incarichi pastorali furono svolti nelle parrocchie di Casinalbo (due anni) e Finale Emilia (sei anni). Dal 1912 all’aprile del 1921 don Lenzini fu rettore della piccola frazione di Roncoscaglia (Sestola). L’11 luglio 1921 divenne parroco di Montecuccolo (Pavullo). Alla fine del 1937, rinunciò alla parrocchia di Montecuccolo e si trasferì a Roma presso i Padri Redentoristi. Fu però un’esperienza breve. A motivo dell’età avanzata e della salute fu richiamato in diocesi e fu dapprima impegnato nell’assistenza spirituale dei degenti del sanatorio di Gaiato (frazione di Pavullo nel Frignano). Nel corso del 1940 si rese vacante la vicina parrocchia di Crocette. I locali capifamiglia scelsero, fra i partecipanti al concorso, proprio don Luigi Lenzini, che il 14 gennaio 1941 venne solennemente nominato parroco. Dopo l’8 settembre 1943 la situazione politica diventò incandescente in una lotta senza esclusione di colpi tra tedeschi, fascisti e partigiani. Don Lenzini consigliava apertamente i giovani a non arruolarsi nell’esercito della Repubblica sociale e si adoperò per nascondere partigiani e renitenti alla leva fornendo loro anche del cibo . Ciò tuttavia non fu sufficiente a metterlo al riparo dal clima di odio e di intimidazione verso il clero che serpeggiava tra i ranghi del movimento partigiano comunista e che esplose dopo la Liberazione soprattutto in Emilia-Romagna, in quello che diventerà famoso come il “Triangolo della morte”. Infatti, in Emilia-Romagna tra il 1945 ed il 1946 furono assassinati 15 sacerdoti . Qualche tempo prima della fine, la domestica Angiolina Flori aveva informato un suo cugino, che don Luigi si esponeva a gravi pericoli, dal momento che in chiesa condannava apertamente i “metodi estremisti di far fuori la gente”. Di conseguenza il congiunto aveva consigliato il sacerdote di essere più prudente nel predicare. Ma don Luigi aveva risposto che lui era il parroco e non poteva non fare il suo dovere . La notte del 21 luglio 1945, verso le due, don Lenzini venne svegliato con il pretesto di portare i sacramenti ad un moribondo; intuendo che si trattava di un espediente, poiché aveva visitato l’ammalato la stessa sera, il sacerdote non uscì. Gli assalitori, però, dopo una nutrita sparatoria contro la canonica, servendosi di una scala a pioli penetrarono all’interno da una finestra lasciata aperta. Il sacerdote tentò di salvarsi rifugiandosi nel campanile e suonando la campana a martello, ma gli assalitori, che conoscevano la disposizione della canonica e del campanile, trascinarono giù il sacerdote in camicia da notte, e si avviarono con lui lungo un sentiero nel bosco. Il suo corpo, semisepolto, fu rinvenuto una settimana dopo in una vigna. Lo stato del cadavere fece chiaramente capire che gli assassini avevano brutalmente infierito sul sacerdote . Il delitto suscitò enorme impressione ed i carabinieri cominciarono alacremente le indagini ed in breve molte decine di testimoni vennero interrogati. Solo nel 1949 però si arrivò ad un processo a carico di sei persone davanti alla Corte di Assise di Modena. Il dibattimento non riservò alcuna sorpresa: “chi disse smentì; chi disse poco in istruttoria, disse anche meno all’udienza; chi fu deciso, apparve, per varie ragioni, sospetto”, scrissero i giudici nella sentenza. Il pubblico ministero, che denunciò “il clima di paura che era nell’aria a Crocette”, chiese l’assoluzione per insufficienza di prove per gli imputanti, pur con un “dubbio che rappresenta il 99 per cento della certezza”. Il 18 luglio la Corte assolse alcuni imputati per non aver commesso il fatto ed altri per insufficienza di prove . Nel corso dei decenni la memoria della morte di don Lenzini ha continuato ad essere ben vivo nella comunità locale. Il Comune di Pavullo ha intitolato una strada a suo nome ed è stato eretto un busto in bronzo davanti alla sua chiesa di Crocette, con una lapide che ricorda la sua uccisione ad opera di “individui spinti da efferato odio di parte” che “volevano spegnere un assertore intrepido della verità e della giustizia, che egli proclamava in nome di Cristo”. Nel giugno del 2011 è giunta l’apertura del processo diocesano di beatificazione per il “servo di Dio” don Luigi Lenzini, con la presenza del vescovo di Modena mons. Antonio Lanfranchi . Don Lenzini è il secondo religioso, dopo il seminarista quattordicenne Rolando Rivi - ucciso presso Monchio di Palagano nell’aprile 1945 anch’egli per mano di partigiani comunisti - per il quale la diocesi di Modena ha promosso la causa di beatificazione.


Bibliografia

  • Cleto Patelli, Luciano Bergonzoni, Preti nella tormenta, Bologna, Abes, 1946.
  • Don Lorenzo Bedeschi, L’Emilia ammazza i preti, Abes, Bologna, 1951
  • Don Mino Martelli, Una guerra e due resistenze 1940-1946, Bari, Paoline, 1976.
  • Casimiro Bettelli, I preti uccisi, Modena, Teic, 1985
  • Giovanni Fantozzi, Vittime dell’odio. L’ordine pubblico a Modena dopo la Liberazione (1943-1946), Bologna, Europrom, 1990
  • Giorgio Lenzini, Don Luigi Lenzini martire di un atroce odio anticlericale, Pavullo, 1995
  • Roberto Beretta, Storia dei preti uccisi dai partigiani, Casale Monferrato, Paoline, 2005.
  • Don Lenzini: inizia il processo diocesano, Nostro Tempo, 12 giugno 2011
  • Giovanni Fantozzi, Quel parroco mite vittima dell’odio, L’lnformazione


Voci correlate


Collegamenti esterni


--Gimuzzar (msg) 18:49, 4 gen 2012 (CET)