Utente:FilippoCX/Sandbox

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Bozza: La donna nell'illuminismo

Il Settecento, secolo caratterizzato da grandi cambiamenti soprattutto dal punto di vista dell’apertura mentale sia dei sovrani che dei cittadini, non riserva lo stesso atteggiamento innovativo nei confronti dei diritti civili delle donne. La donna del Settecento è argomento di grande discussione perché fa riferimento all’ormai normalizzata figura docile e condiscendente, ma al contempo non si può però ignorare l’ascesa delle stesse nel nuovo contesto sociale presentatosi. [1]

Jean-Baptiste Lesueur / Pierre-Etienne Lesueur, 1792-1794, Club patriotique de femmes

La città di Parigi[modifica | modifica wikitesto]

La metropoli di Parigi è la città per eccellenza delle donne nell’Illuminismo: esse, infatti, dalla metà del Seicento in poi, possono partecipare ai salotti, allora frequentati dai massimi intellettuali, filosofi, scienziati e aristocratici. La libertà concessa alle donne si amplia, consentendo alle giovani di frequentare anche il teatro, i ricevimenti e i concerti. Questa necessità proviene anche dall’impulso all’educazione femminile che aumenta progressivamente; le famiglie altolocate fanno istruire le figlie in convento, e per la borghesia nascono scuole dove si impara a leggere, scrivere e governare la casa. In tale orizzonte socio-culturale, l’educazione delle donne aveva la finalità di consentire al marito di una certa signora di non sfigurare nel caso ella partecipasse a una conversazione in qualsiasi luogo pubblico. Inoltre, grazie alla discendenza di sangue, alcune donne una volta acquisiti titoli importanti quali duchesse, marchese e principesse, avevano accesso alla vita politica.

Nicolas-Jean-Baptiste Raguenet, 1756, Grande galerie du Louvre, Pont-Neuf und Collège des Quatre-Nations

Le origini del femminismo letterario[modifica | modifica wikitesto]

Alcune donne pubblicano libri, come la letterata Olympe de Gouges con Le Prince philosophe (1789), romanzo che rivendica i diritti della donna, e il suo seguito “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina” (1791), che ha come fine quello di definire l’uguaglianza tra uomini e donne dal punto di vista giuridico. Anche grazie a testi come questo durante la Rivoluzione francese si raggiunsero alcuni obiettivi quali il divorzio, la comunione dei beni e l’assegno di mantenimento, che hanno come interesse comune la parità di sessi.

Alexander Kucharsky, 1748–1793, Portrait of Olympes de Gouges

Al giorno d’oggi il tema della donna nell’illuminismo è ancora discusso, per esempio Samatha Silva Flatiron, autrice contemporanea, pone al centro del proprio romanzo, intitolato “Love and Fury”, la storia della precorritrice inglese del femminismo: Mary Wollstonecraft. Mary Wollstonecraft fu una pioniera del pensiero femminista: ella non sognava la supremazia della donna sull’uomo, ma voleva che la donna potesse avere potere su stessa e usufruire di propri diritti. Tutto ciò viene affermato nel trattato “Rivendicazione dei diritti della donna” (1792). Ci fu sempre un forte dubbio e una forte indecisione sulla forza delle donne e della loro capacità anche in tempi più antichi.

John Opie, 1797, Mary Wollstonecraft

Il titolo del libro della Flatiron prende spunto dalla personalità dell’autrice, perspicace e innovativa, che riflette a tutto tondo le caratteristiche di una mente illuminista. Nel romanzo viene descritto il rapporto di Mary Shelley con alcuni intellettuali, tra i quali William Blake e Henrique Fuseli; essi infatti intrattenevano spesso lunghe conversazioni che potremmo paragonare a dei salotti, confermando così l’affermarsi di Mary, e della figura femminile, nella società illuminata.

La donna al potere[modifica | modifica wikitesto]

Stefano Chiantore, 1817, Maria Teresa d’Austria

Un celebre esempio della “riscossa sociale femminile” in periodo illuministico, ed anzi fortemente correlato con quel movimento, può essere proprio l’unica donna salita al potere nel regno d’ Austria. Maria Teresa d’Austria dall’ animo della “regina con il cuore di un uomo”, riuscì a salire al trono ed essere l’unica donna al potere asburgico; non fu un’ascesa al potere ereditario in modo semplice, visto che dovette difendere i suoi diritti emanati dalla prammatica sanzione durante la Guerra di successione. Nonostante ciò riuscì a dimostrare di essere una donna ma con l’animo da regina con il cuore di un uomo e idee forti e chiare.[2]

Fedor Rokotov, 1763, Catherine II

Un’altra donna salita al potere e che ha dimostrato le proprie competenze portando al benessere del paese fu proprio la regina di Russia. Caterina II di Russia si circondò di molti nobili e capi militari con l’ambizioso intento di colonizzare aree come la Crimea, l’Alaska, La Polonia e la Lituania. Contemporaneamente ambí a migliorare la società russa ispirandosi all’europa dell’Ovest. Viene ricordata come la despota illuminata per eccellenza, perché introdusse il proprio Paese in un concetto di modernità senza mai abbandonare il principio di autoconservazione delle tradizioni e costumi. [3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Limberti, ‘700: uno sguardo nuovo, in Focus storia, 2018/6
  2. ^ Regina, “Regina di efficienza”, in Focus Storia, 2017/8
  3. ^ Paolo Mieli, Il pentimento della Zarina, da Il corriere della sera, 6/21


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

- M. Limberti, ‘700: uno sguardo nuovo, in Focus storia, 2018/6

- Rinascimento Settecento, in Focus storia, 2016/3

- Regina, “Regina di efficienza”, in Focus Storia, 2017/8

- BBC history revealed, 2/3/2017

-BBC history revealed, 8/12/2016

— Paolo Mieli, Il pentimento della Zarina, da Il corriere della sera, 6/21

-Carole Burns, A force of nature and history, Ottawa Citizen 2021/09