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RICCIO - FAMIGLIA ASTIGIANA

Di sangue anscarico, essendo un ramo dei signori di Solbrito, i quali derivano dai signori di Stoerda e Serralunga, conti questi ultimi Palatini e discendenti a loro volta dai visconti di Asti. l Riccio, salvo pochissime eccezioni, tennero a parte guelfa e furono per la maggior parte vittime del sacco d'Asti del 1162. Vestirono l'abito di Malta. Appartengono a questa famiglia Filippo, cronista d'Asti (1003); Giordano di Musanza, che nel 1151 si accorda con Anselmo, vescovo d'Asti, riguardo alle pe[1]rsone di un certo Asberto e dei suoi figli, cui concede alcuni privilegi di pesca e di pascolo nel suo feudo di Solbrito ; Anselmo e Bulgaro col suddetto Giordano, testi in atti dell'anno 1162, in uno dei quali i fratelli Guido e Guglielmo danno al vescovo Anselmo la loro parte del castello di Montenatale e nell'altro Rolando del fu Abellonio (da cui discendono i Malabaila) e i suoi nipoti ripigliano in fendo dopo averli ceduti allo stesso vescovo quanto posseggono in Serralunga e in Musanza, feudi questi che avevano in comune con essi Anselmo, Bulgaro e Giordano, come anscarici ; Oberto, feudatario in Quarto nel 1134 ; Azzone, Oberto, Rogerio e lacopo, del ramo dei signori di Curia, consoli d'Asti negli anni 1152, 1161, 1173 e 1188; Guglielmo e Nazario, pure signori feudali il primo in Serata e Montiglieto, il secondo soltanto in Montiglieto, come risulta da carte del 1196, 1204 e 1212, conservate nell'Arch. Capitolare d'Asti ; Rido, arciprete di Dusino, che con-ferma nel 1201 la donazione fatta da Bonifacio, vescovo d'Asti, della chiesa di S. Andrea di Valfenera ai canonici di S. Pietro di Cuzaneo ; Andrea, capitano di fanti alla crociata di Federico II indetta dal papa Innocenzo III; Bone, che trovasi tra la lista dei signori che giurarono nel 1224 di pagare annona al vescovo d' Asti ; Tomaso, del ramo di Curia, chiavaro d' Asti nel 1227 ; Bressano, del Gran Consiglio di Mondovì nel 1257 ; Giacomo ed Opizzone, podestà di Fossano, il primo nel 1258, il secondo nel 1269; Arie-colò, dottore di leggi, che nel 1265 complimentò Beatrice, moglie di Carlo d'Angiò; Tebaldo e Manuele, castellani di Solbrito nel 1235 e nei 1297 ; Simone, ucciso e Lorenzo fatto prigioniero nella sortita del capitano Comen-tina contro l'imperatore Federico 11; Ugo, giudice e notaio astese nel 1277; Oberto, consigliere d'Asti nel 1291 in una pace coi conti di Biandrate; Antonio, credendario di Mondovì nel 1293; Bartolomeo, signore di S. Paolo, magnificus vir, nobile d'Ospizio sedente a destra, credendario della repubblica, che figura quale teste nel 1292 della confermazione di cittadinatico fatta da alcuni marchesi d'Incisa, e, secondo una carta del 1309 dell' Arch. d'Asti, deputato e munito dei più ampi poteri per passar procura ad Amedeo e Filippo di Savoia e a Filippo d'Acaia per trattare la pace colle potenze straniere, capostipite di tutti i Riccio che vennero di poi; Giorgio, Prevosto, Richetto, Galvagno e Bartolomeo, quest'ultimo forse da identificarsi col sopra nominato Bartolomeo, et omnes de eorum progenie et assendentes et dessendentes ab eis » i quali furono proscritti, come ghibellini, nel 1313 ; Secondo, consignore di S. Paolo, ed Andreone, Perotto e Pellono, fratelli e consignori di S. Michele, testi nel 1377 all'atto di pace tra i Visconti e il Marchese di Monferrato ; Bernardo, consignore di S. Paolo, nobile d'Ospizio della Repubblica d'Asti (def. 1376); Bernardino, ucciso verso il 1370 a tradimento nel castello di Corveglia, dove era stato invitato a pranzo da Clemente Ferrari, che, con altri manigoldi, occupava quel luogo, fatto « emporio delle loro scelleratezze » come ricorda il papa Niccolò V in una' sua 'bolla del 1447; Gioannino, suo figlio; che vendica il padre, conquistando Corveglia e mettendo a morte l'assassino ed è poi investito di tutto quel feudo dal duca Carlo d'Orléans nel 1423, teste nel 1388 all'atto di alleanza tra i Montafia e Valentina Visconti, e nel 1405 alla pacificazione tra gli stessi Montalia e altri castellani .vicini; Andreone, suo figlio, che riceve dal sopranominato papa Niccolò V regolare investitura di Corveglia nel 1447, fu uno degli eletti per la riforma degli Statuti d'Asti nel 1379 e sedeva nel Consiglio dei Nobili de hospitio; Bernardo, castellano pel duca di Savoia nel 1417, e poi ai servizi del duca di Milano nel 1440; Margherita, sua moglie, che ottiene con bolle dello stesso pontefice dell'anno 1453 e del papa Calisto 111 del 1456 protezione contro i cognati, che le contestavano le sue parti del feudo di Corveglia ; Violante, moglie a Sebastiano Orsini di Rivalta (1409-1437); Luchino, governatore di Normandia nel 1469 e capitano di 4030 uomini di truppa francese ; Marchetto, signore di tutta San Michele, ambasciatore della Repubblica d'Asti al convegno di Chieri nei 1411, a Francesco Sforza, il 19 sett. 1438, e tra i guerrieri del principe d'Acaia delegati a conferire coi rappresentanti del marchese di Monferrato nel castello di Gassino nel 1394; Andrea, nuovo ambasciatore del Comune a lesi presso lo stesso Sforza, il 23 dicembre dello stesso anno ; Menzia, gentildonna alla corte della marchesa Margherita di Saluzzo e poi moglie del gran Cancelliere del marchesato, Valeriano di Saluzzo, figlio di Tommaso III, ed uno dei reggenti dello Stato durante la minorità dei giovane Lodovico di Saluzzo, nei primi anni del 1400; Francesco, che riceve nel 1400 in pegno per 7746 scudi d'oro il luogo di Poirino dal conte Amedeo di Savoia, che lo aveva tolto ad Aimonetto Roero, perchè questi gli negava fedeltà ; Antonio, castellano di Moncalieri nel 1407 per Ludovico, principe d'Acaia ;. Micheletto e Bertetto, che si divisero nel 1471 il castello di Cellarengo coi Garretti ; Giovanni, che, come procuratore dei marchesi di Cravanzana, fu investito d'esso luogo nel 1472 ; Taddeo, banchiere astese in Léan (1465-1472); Giacomo, vicario di Chieri nel 1476; altro Giovanni, vicario generale del vescovo d' Asti nel 1490 ; Luchino e Giovannino, fratelli, investiti nel 1518 di Cellarengo da Antonio Trivulzio, vescovo di Asti ; Livia, in Scarampi, celebre poetessa verso il 1530; Pietro, figlio di Giovannino suddetto, soprannominato Aunide, consignore di Cellarengo, magnificus vir, che servì negli eserciti di Carlo V e di Filippo II di Spagna, sotto il marchese di Varembon, e sposò in Borgogna Maria de La Tournelle, figlia di Gio. Claudio, gran scudiere, ciò che lo stabilì in Bresse, provincia allora appartenente ai duchi di Savoia, e che fu il capo-stipite dei Riccio di Francia, che resero francese il loro nome in de Riccé, morto a Dòle nel 1559; Gio. Giacomo, suo fratello, signore di San Paolo, capostipite dí tutti i rami oggi esistenti ; Tomaso, uomo d'armi, capitano ai servizi del duca di Savoia e podestà di Villanova d'Asti (1570); Davide celebre suonatore di liuto, famigliare del duca Emanuele Filiberto, che, giunto col suo signore in Iscozia, divenne ministro di Maria Stuarda e fu ucciso mentre pranzava con lei per ordine di Darnley, suo secondo marito, il 9 marzo 1567 ; Marcantonio, suo figlio, creato conte di Solbrito, il 12 giugno 1623 ; Pietro, abbate benedettino dei SS. Pietro e Paolo presso Asti (1602); Margherita, elettissima castellana, sposa al marchese aleramico Gio. Francesco di Ceva ; Alberto, paggio del principe di Piemonte nel 1620 e investito da Carlo Emanuele I col fratello Luca Emilio della signoria di Dusino ; Luca-Emilio, che seguì lo stesso duca in tutte le sue guerre contro la Spagna e il Monferrato e pei suoi servizi fu, con LL. PP. 29 aprile 1623, creato conte di San Paolo, feudo fino dai tempi immemoriali posseduto dalla sua famiglia come signoria, percettore dell'Ordine Gerosolimitano dipendente dal Gran Priorato di Lombardia ; altro Gio. Giacomo e Donato; fratelli, confondatori del beneficio-cappellania di Santo Spirito nel 1618; Gio. Battista, medico-fisico, investito di Solbrito il 15 sett. 1663 col genero conte Carlo Ant. Blancardi di Cicala, decapitato quest'ultimo il 7 marzo 1676, e marito, come si disse, dell' unica figlia di quegli, la Presidentessa Agnese ; Pietro Andrea, generale dei monaci Cistercensi, luminare dell'Ordine dei Riformati di S. Bernardo, morto in Roma in odore di santità nel 1718; altro Gio. Battista, fondatore del beneficio-cappellania di S. Giuseppe nel 1713 ; Paolo Giuseppe, erede pel suo matrimonio colla nobile damigella Elisabetta Travo, ultima di sua famiglia, del rescritto di Anna d' Orléans, pei quale si « aveva la ragione et facoltà di eleggere in perpetuo li sindaci della Comunità di Villanova d'Asti » (1725); Vincenzo-Agostino, religioso dell'Ordine dei Predicatori (1760) ; Alessandro, agostiniano scalzo, quaresimalista di grido (1797) ; Saverio, che abbracciate le nuove dottrine di Francia, rifiutò asilo al futuro re Vittorio Emanuele I e alla sua consorte, allora duchi di Aosta, fuggiaschi in Sardegna, ospitò il generale Bonaparte e patì esilio e persecuzioni alla caduta di questi, ma, riconciliato colla Chiesa, costituì l’ eredità pel Seminario di Asti e l'opera Migliavacca ; Ilario, suo figlio, giureconsulto di fama, che salì ai più alti gradi della magistratura (1828-1904) ; Giuseppe, capitano, morto verso il 1825 che lasciò tutta la sua cospicua sostanza al Santuario della Madonna d'Oropa, ove gli fu eretto un monumento ; Silvio, intrepido ufficiale, che pel suo grande coraggio dimostrato nel reprimere il brigantaggio, fu creato cavaliere a 19 anni e fregiato della medaglia al valore militare ; Camillo, celebre architetto, a cui Torino deve oltre a numerose opere edilizie, il piano delle fortunate esposizioni del 1884 e del 1898 e I' Italia i disegni per quella di Anversa,- Commendatore della Corona d'Italia, dei SS. Maurizio e Lazzaro e di San Leopoldo del Belgio, professore dell'Università di Torino, assessore a vita di questo Comune, Consigliere comunale contemporaneamente di Montafia, di Cortazzone e di Roatto, cittadino onorario di Montà d'Alba e di Mondovì, Presidente della Società degli Ing. e degli architetti di Torino, ecc. (1838-99). Il ramo francese di questa famiglia, creato dal sopra ricordato Pietro, ha dato inoltre i seguenti personaggi: Marco Aurelio, che portò le armi pel duca di Savoia, capitano del reggimento del marchese di Treffort, tenente della Compagnia dei gendarmi del marchese di Balancon, tenente colonnello nel reggimento d'Attignat, dopo la cessione della Bresse a Enrico IV nel 1601, il quale figura fra i gentiluomini che giurarono, per questo principe; servendolo nelle sue armate e in quelle di Luigi XIII, e sposa. Giovanna de Pollia, signora de Lespiney ; Davide, cavaliere, signore dell'Oise, di Cornaton e Lespinay (1626); Cristoforo, signore de la Moutonnière ; altro Cristoforo, eletto nel 1662 sindaco venerale della nobiltà di Bresse; Carlo, conte di Bereins, signore deIl'Oise, Cornaton e Lespinay, prima capitano nel reggimento Thouy, poi, dopo esser stato eletto sindaco della nobiltà di Bresse, scelto per comandare il bando di Borgogna nel 1657 ; un altro Cri-stoforo, capitano del reggimento d'Angoulmois e maggiore dei granatieri del reggimento di Nizza, creato cavaliere di S. Luigi ; Marco-Ilario, ufficiale nel reggimento di Thouy ; Claudio Melchiorre-Baldassarre, capitano nel reggimento de la Mark (def. 1726) ; altro Marco-Ilario, maggiore nel reggimento di Nizza, poi comandante pel Re a Sarreguemines, in Lorena tedesca, conosciuto nel servizio, pe! suo grande valore, col nome di “chevalier de l'Oise” (def. 1747); Francesco-Maria, morto in minorità, essendo, per diritto di nascita, capitano aiutante maggiore nel reggimento del Re ; Carlo-Maria, conte de Riccé, cavaliere, signore de l’Oise, St-Cvr-sur Menthon, Lisle-Tourna, etc., cavaliere dell' “Ordre Royale et militaire de St. Maurice de Savoye”, antico capitano al Reggimento d'Anjou, fanteria, sindaco generale della nobiltà di Bresse, e, dal 1764, Gran Balì di spada della stessa provincia, per la quale carica gli spettava il diritto esclusivo di tenere in nome del Re gli Stati Generali di questa provincia, che si convocavano ogni tre anni in Borgogna ; Gabriele-Maria, visconte de Riccé, primo paggio del Re, nella piccola scuderia, e poi ufficiale nel reggimento dei dragoni di Condé (1778); Maria-Paolina-Giuseppina, canonichessa-contessa dei Capitolo di Neuville in Bresse (1775), nel cui nobile ordine altre numerose donzelle di questa famiglia erano entrate.

Titoli : conti di San Paolo e Solbrito ; conti di Bereins; signori di Cellarengo, Menabò, Dusino, San Michele e Corveglia ; signori dell'Oise, di Cornaton, Lespinay, de la Montonnière, etc. I Ricci avevano case-forti e palazzi in Asti in borgo San Marco (1), a porta Torre e a porta Calmi (2) e forse altra torre all'angolo delle vie Cattedrale e Natta; ed in una di esse nei 1292 il podestà Lambertini di Bologna autenticò il libro verde del Comune. Le loro sepolture erano nelle chiese di S. Martino e di .S. Pietro di Supponito in Villanova d'Asti, e nella Parrocchiale di S. Paolo. Come casanieri ebbero in Léan dal 1465 al 1472 la concessione del banco per 16 anni, dietro pagamento di 20 lire di grossi di Fiandra. Arma: D'argento a tre ricci di castagno, di verde, fogliati dello stesso, due ed uno, col capo dell'Impero. Cimiero : un grifone nascente d'oro. Motto : MELIORA LATENT. Arma del ramo francese : D'argent à trois chataignes hérissées de sinople, tigées du méme. Cimier : un griffon d'or ; supports : deux griffons d'or. Devise : QUAE SUNT CAESARIS CAESARI ; QUAE SUNT DEI DEO.


(1) Le case e i palazzi dei nobili erano tutti racchiusi nell'antica cerchia di Asti, detta il “Recinto dei nobili”, per distinguerlo dalla seconda cerchia, chiamata il “Recinto dei borghigiani”. Però alcuni nobili, per l'amenità del sito, cominciarono e stabilirsi anche quivi, specie nel borgo di S. Marco, che era il più ridente ed ameno di tutti. Vedi in proposito N. Gabiani, op. cit. p. 10. (2) Cfr. Q. Sella e Vayra. Del Codice d'Asti, pp. CCVI, ove, tra l'altro, leggesi : “il 15 luglio 1344 venne stipulata nel castello di San Paolo di loro proprietà la divisione definitiva... tra Giacobino de Riciis ed i tre figli del suo fratello Manuele... Nel lotto di Giacobino de Riciis cadono : In Asti un palazzo con cortile ed edilizi annessi ; la metà di altro palazzo, cortile e case attigue ; tre case ed edifizl dipendenti in borgo S. Marco ; una casa in altro punto ; metà di altre case e sedimi, e d'un orto. In San Paolo, la torricella e metà del gran palazzo ; il castello vecchio; metà della piazza del castello nuovo ; un forno comune ; la metà del ricetto ubi stant masuarii… Nel lotto dei figli del fu Manuele de Riciis cadono : in Asti, un palazzo con cortile con edifizi annessi ; la metà del palazzo di cui sopra ; una casa a porta Torre ; case e giardino a porta Calmi ; una casa in altro punto ; la metà. di altre case, sedimi ed orto di cui sopra”.

  1. ^ Augusto Riccio di San Paolo e Solbrito, Un curioso "Libro d'Oro Astese", in Collegio Araldico, n. 1916.