Utente:Euridice25~itwiki/Sandbox

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Joë Bousquet (1897-1950), nacque in una ricca famiglia di proprietari terrieri a Narbonne. Dopo un'infanzia difficile ed un'adolescenza ribelle, in cui fece anche uso di droghe, partì come volontario per la guerra nel 1916. Due anni dopo restò gravemente ferito da un proiettile insinuatosi nella spina dorsale, questo incidente lo constrinse in un letto fino al giorno della sua morte. Paralizzato per più di trent'anni in una piccola stanza, Buosquet cercò di esplorare l’immensità dello spazio interiore.

Tradotto dal silenzio è il titolo con cui Jean Paulhan riunì nel 1941 tutti i pensieri scritti di getto da Bousquet, senza una datazione regolare, ma dalle poche indicazioni presenti negli scritti si può stabilire il tempo della loro stesura in un arco di tempo che va dall’ autunno del 1935 all'autunno del 1936.

Nelle pagine si incontra la grande solitudine, il sogno, l'arte poetica, la separazione dal mondo, e l'"assenza" di un uomo che con le sue parole è riuscito a dar voce al silenzio del suo corpo e della sua anima.

"Con questo immenso grido di bestia ferita" Bousquet riuscirà a comunicare l’incomunicabile. Il suo silenzio non sarà un limite della comunicazione verbale, ma sarà l’uso profondo del linguaggio.

  • adoravo questa ragazza. Il suo volto era la coscienza del suo sguardo.
  • essere solo non sarebbe nient’altro che una magnifica vittoria sulla paura di essere al di fuori di tutto e anche di me stesso.
  • Siamo tutti così, la notte ci mette al mondo, ma non vi trasporta che la nostra immagine e i nostri occhi, dove tutte le luci bengono a fecondarla. La notte che portiamo in noi è il focolare di ciò che avremmo preferito di noi stessi.
  • indovinare quello che si è e poi scoprire che non si poteva essere null’ altro.
  • L’uomo è in se stesso più grande e più forte di tutto ciò che è. E’ la grandezza, il divenire e la morte della verità e delle cose, di cui è anche la sorgente.
  • La vita è predestinazione, tutti gli uomini sono eletti. Dovunque li aspetta il loro essere con ciò che è nel loro cuore. Devono unicamente cedere alla forza interiore che li eleva, lì cresce, dà loro fin dall’ infanzia e in forma d’ amore tutto quello che saranno.
  • il mio amore mi sprofonda in un mondo che è più al mondo. Dall’altra parte del mio amore vi è qualcosa di implacabile di cui la sua bellezza è un riflesso. Da quando amo mo sento felice, ma allo stesso tempo perduto.
  • Senza saperlo gli amanti, loro malgrado, non hanno mai desiderato altro che la morte. Ma qual è il modo di interpretazione che giunge alla morte il mistero che sottrae all’ amore? E’ la volontà della morte, la passione attiva della notte che detta loro la risoluzione finale.
  • Porto in me un essere irrivelato. Mi conosce, ma non so nulla di lui, tranne che la mia persona è la sua ombra con i suoi aspetti inconfessabili e il suo bisogno di segreto.
  • Trascina intorno alla tua vita il tuo grido immenso di bestia ferita.
  • Spingi nella notte il lamento immenso in cui tutto il tuo spirito si ottenebra. A forza di essere solo un facitore di romanze trova in te le parole di verità, una canzone sufficientemente penetrante per risvegliare l’anima dalla carne assopita. L’anima non si sveglia che a pezzi.
  • Che la mia volontà non conceda mai più all’ essere che sono anche una sola occasione per dimettersi. Voglio essere interamente presente in ognuno di questi istanti che potrebbe essere quello della morte.
  • A pochissime anime è dato di scoprire l’ esistenza degli esseri e delle cose.
  • L’ anima anteriore al suo proprio essere è stata la mia culla; con i miei atti e il caso ho creato la culla dove potrà raggiungere l’essere diventando la foce dei miei giorni e l’ estuario della loro chiarezza.
  • Ciò che vuole essere, è in noi come un vuoto, e comanda a tutto ciò che è.
  • Fini a quando non si mette in gioco la propria vita si manca della forza necessaria per trarre dall’ ombra il tratto fondamentale del carattere. Si sa d’ istinto da che verso occorre afferrare una verità capace di salvarci dalla disperazione.
  • Al di qua di tutto ciò che sono, il mio essere in seno al mondo come una piaga che non ho potuto suturare senza ferire me stesso.
  • Scrivi per aprire con la solitudine un largo cammino verso gli altri.
  • Sei venuto in questo mondo per acuire la tua vita, che non può finire, a rischio di annientarla.
  • Non voglio essere rigenerato dalle circostanze! Che la mia ferita trovi in me un soccorso e che io l’ aiuti a purificare la mia vita dall’ umano!”