Utente:Elisa Pilia/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Graziana Del Guercio Barbato (Basilea, 1933) è un'architetta e docente italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Graziana Del Guercio Si laurea presso la Facoltà di architettura di Roma (1957-58) e inizia il suo percorso nel mondo del restauro dei beni architettonici sotto la guida del professore Apolloni (titolare della cattedra di Restauro), con la stesura del progetto di restauro della Chiesa di San Sebastiano a Ronciglione. Durante il suo periodo di formazione lavora con gli ingegneri Mandolesi (1956-1959) e Papa (1957-1959), iniziando a sperimentare la professione. Nel 1959 si qualifica al primo posto tra gli idonei nel concorso da Architetto aggiunto nel ruolo dell’Amministrazione delle Antichità e Belle Arti e lo stesso viene chiamata presso la Soprintendenza ai Monumenti di Napoli, occupandosi della tutela paesistica e monumentale delle province di Napoli e Caserta, nella quale viene confermata stabile nel ruolo dal 1960 e due anni dopo promossa ad architetto e poi ad architetto principale. In questi anni si occupa di importanti restauri quali la chiesa di Santa Maria dell’Incoronata a Napoli, le fontane del parco della Reggia di Caserta, il Borgo medievale e la cattedrale a Caserta Vecchia, la chiesa di Sant’Angelo in Formis a Capua, la Cattedrale di Carinola e il portale Maschio Angioino a Napoli.

Nel 1965 si traferisce alla Soprintendenza alle antichità di Roma I, occupandosi della tutela monumentale di vari beni architettonici. Si avvicina al mondo accademico nuovamente nel 1965, quando frequenta il corso di perfezionamento biennale in restauro tenuto dal professore De Angelis D’Ossat dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e iniza a svolgere attività di assistenza volontaria nella facoltà nella medesima Università sotto la guida di Pier Maria Lugli negli anni 1967- 61. Parallelamente svolge ricerca sulla tutela e il restauro dei centri storici del territorio prenestino e del relativo paesaggio agricolo. Nel 1970 diventa Direttore presso la Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti e inizia la sua attività di tutela con numerosi collaudi di lavori di consolidamento e restauro, nonché l’apposizione di vincoli in numerose zone archeologiche quali il piano organico di revisione dei vincoli archeologici di Siracusa (1969-79); zona di rispetto di Pompei (1970) con l’esame dei problemi architettonici connessi con la sistemazione del Museo Nazionale di Sassari (1971).

Un ulteriore avanzamento di carriera avviene nel 1973 quando diventa Soprintendente ai Monumenti e Gallerie dell’Abruzzo, svolgendo il suo lavoro in maniera attiva e cooperativa. In questo periodo di sottolinea il suo contributo sul piano metodologico. Infatti, proprio in qualità di Soprintendente e in stretta collaborazione tra Università degli studi dell’Aquila[1], a partire dallo stesso anno, porta avanti una rigorosa e sistematica schedatura dei centri storici della regione abruzzese attraverso la codifica di una metodologia volta ad investigarne i valori globali intesi come sommatoria di fattori espressi in punteggio da 1 a 10 (infrastrutturale, socio-economico, dei servizi del centro, di conservazione, naturalistico e di richiamo). Tale sperimentazione propone quindi, non solo di leggere in maniera diretta le cause atte a modificare il valore del centro, ma anche di avere una visione complessiva della realtà presente nonché passata. La codifica di tali valori viene intesa in una visione “dinamica e relazionata”[2] in cui si vanno ricercate le relazioni interconnesse tra i singoli centri in una visione di “storicità complessiva del territorio”[3]. Il valore non è quindi relativo ad un singolo oggetto, bensì ad un contesto territoriale più ampio, e inteso nel suo spontaneo inserimento nel divenire della realtà contemporanea. In tale lavoro la Barbato esplicita chiaramente la volontà non solo di preservare, ma valorizzare i valori umani di questo territorio evitando gli errori commessi in altre regioni[4]. Numerose sono le sue partecipazioni a Conferenze.

Si trasferisce nuovamente a Roma nel 1977, in qualità di Ispettore centrale nel ruolo degli architetti e successivamente nel 1981 passa all’Ufficio centrale per i Beni Architettonici Archeologi Artistici Ambientali e Storici del Ministero Beni Culturali e Ambientali, occupandosi di valutare progetti paesaggistici e ambientali. Nel 1982 si qualifica come Dirigente superiore terminando la sua attività lavorativa l’anno seguente.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Barbato, A. Del Bufalo, L’Abruzzo e i centri storici della provincia dell’Aquila: schedatura dei comuni e frazioni di interesse storico artistico con bibliografia e cronologia degli Abruzzi dal IV sec. a.C. al 1978, M. Ferri, L’Aquila 1978.
  • G. Barbato, L’opera svolta dalle Soprintendenze, in L’architettura in Abruzzo e nel Molise dall’antichità alla fine del secolo XVIII, Atti del XIX Congresso di Storia dell’architettura (L’Aquila, 15-21 settembre 1975), 2 voll., M. Ferri, L’Aquila 1980, pp. 575-578.
  • G. Barbato, ll restauro della Chiesa di Santa Maria dell’incoronata, in «Partenope n.1», (1961), pp. 29-41.
  • G. Barbato, presentazione, in G. Marinelli (a cura di), Manifestazioni in onore del maestro Remo Brindisi, L’Aquila, 21 Dicembre, 1974.

Note[modifica | modifica wikitesto]

[1] Nello specifico, in collaborazione con la cattedra di Storia dell’Architettura erogata dal Prof. Alessandro Del Bufalo della facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi dell’Aquila.

[2] G. Barbato, A. Del Bufalo, L’Abruzzo e i centri storici della provincia dell’Aquila: schedatura dei comuni e frazioni di interesse storico artistico con bibliografia e cronologia degli Abruzzi dal IV sec. a.C. al 1978, M. Ferri, L’Aquila 1978, p.405.

[3] ibidem.

[4] ivi, p.14.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Natalucci, Graziana Barbato, in Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee, Centro studi per la storia del lavoro e delle comunità territoriali (a cura di), Dizionario biografico dei soprintendenti architetti, 1904-1974, Bononia university press, Bologna 2011, pp. 70-73.