Utente:DedaloNur/Sandbox8

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Riti funerari e riti di culto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sardus Pater e Tempio di Antas.

Descrizione delle tombe e delle sepolture[modifica | modifica wikitesto]

Malgrado Monte Prama sia soprattutto un sito funerario, i rituali mortuari non sono stati dettagliatamente studiati. Alcuni studiosi, sebbene nelle tombe più antiche non siano stati trovati reperti orientali, ipotizzano influenze Fenice e Villanoviane, per spiegare la comparsa della tipica tomba della necropoli di Monte Prama;[1] esse sono costituite da tombe a pozzetto semplice e a cista o semicista. Le tombe a pozzo semplice sono costituite da una semplice fossa circolare, probabilmente ricoperte da un mucchio di pietre, visibile in superficie, come ad Antas; le tombe della fase successiva, sono collocate, nel settore Bedini e Tronchetti, provviste di parete in pietra (cista o semicista) e lastrone di copertura.

Le sepolture sono uniformi, presentando tutte l'individuo solitamente in postura seduta, con le gambe flesse ed unite al torace.i defunti erano stati deposti seduti sul fondo di pozzetti individuali, generalmente con le spalle rivolte a Est, tranne poche eccezioni (es: pozzetto J).[2]

E' prevalente l'idea tra gli studiosi che si tratti di sepolture primarie; tuttavia alcuni autori non escludono la presenza di sepolture anche secondarie, in ragione della forte frammentarietà dei resti scheletrici.[3]

Simili tombe ed identiche sepolture sono presenti in Europa, e nella medesima epoca delle sepolture più antiche di Prama, nel Bacino Parigino (XV-X sec a.C.);[4] in Sardegna tale peculiare rituale trova confronti in altre necropoli, tra le quali spicca quella di Antas, posta al di sotto del tempio del Sardus Pater e poco distante dal santuario Nuragico delle acque ipogee, della grotta de Su Mannau; presso una delle tombe di Antas, fu ritrovata una statuina raffigurante un personaggio in nudità rituale armato di lancia, per alcuni studiosi, tra le più antiche raffigurazioni del dio Sardus. Le tombe di Antas non sono state datate al C-14, pertanto sono convenzionalmente attribuite nel IX sec. a.C.[5]

Il costume funerario con postura assisa di Monte Prama, fu rinvenuto da Taramelli, nelle Allé couverts di Bopitos; da tali monumenti discendono le Tombe di Giganti; il rituale della postura assisa potrebbe dunque derivare dal retaggio delle tradizioni megalitiche europee, dove è attestato sin dal Mesolitico.[6]

Status aristocratico degli inumati[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli aspetti rituali di Monte Prama, vi era la selezione a monte, di coloro che potevano essere seppelliti presso tale necropoli. Sono infatti assenti bambini ed anziani, ed in generale, anche le donne (solo un caso certo). Lo studio dei resti scheletrici dimostra che la sepoltura presso Monte Prama, fosse garantita solo agli individui giovani di sesso maschile; tali individui erano solitamente dotati di una forte muscolatura, probabilmente dovuta ad intensi "esercizi"; questo dato unito alla iconologia della statuaria, qualifica coloro che furono inumati a Monte Prama, come appartenenti al ceto aristocratico e guerriero della Sardegna Nuragica.[7]


analogie tra rituali funerari di Monte Prama e delle Tombe di Giganti[modifica | modifica wikitesto]

Le pratiche religiose osservabili a Mont'e Prama sono riconducibili sia ad attività di culto come a riti funebri risalenti alle più antiche tradizioni dell'età del Bronzo Medio nuragico (1600 -1400 a.C.).

Tali riti funebri rispecchiano le più arcaiche tradizioni riscontrabili presso le tombe dei giganti. Sia nel settore scavato dall'archeologo Carlo Tronchetti[8], ma soprattutto nell'area denominata Bedini furono rinvenute semplici fosse, adiacenti alle sepolture, dotate di cista o a pozzetto. Le fosse presentano delle deposizioni variegate: in talune furono rinvenute solo ceramiche, mentre altre sembrano contenere parte di un corpo, in particolare ossa disarticolate.[9] Quest'ultimo tipo di deposizione si riscontra anche presso la tomba isodoma di Iloi a Sedilo (1500 a.C), nella quale le fossette presentavano frammenti di ossa frammiste a ceramica. Fossette adiacenti al vano funerario sono state individuate presso numerose tombe dei giganti e contenevano per lo più frammenti ceramici; esse proverebbero l'uso del riutilizzo costante dalla tomba, prelevando le ossa delle inumazioni più antiche, al fine di creare spazio nel vano funerario per nuove inumazioni. La mancanza di ossa nelle altre fosse documentate presso le tombe di giganti è probabilmente causata dall'acidità del terreno sardo.[10]

Le fosse con sola ceramica presenti a Mont'e Prama potrebbero essere di tipo esclusivamente votivo, risultando in tal caso analoghe alle fosse votive rinvenute nella capanna centotrentacinque del nuraghe di Barumini datata alla fase più antica del Bronzo finale[11]

Un altra analogia è la presenza del frammento di spada votiva, proveniente dalla tomba N.25 del settore Tronchetti; questo particolare manufatto, integro o ridotto in frammenti più o meno grandi è stato rinvenuto ain alcunealtre tombe di Giganti, tra le quali spicca la c..d Tomba della spada presso il Nuraghe Arrubiu.

Un altra analogia, è la presenza di numerose corna litiche rinvenute presso Monte Prama; un recente esperimento, sembra indicare che esse fossero inserite negli incavi dei c.d. Betili Oragiana; corna litiche furono rinvenute nei pressi della esedra della Tomba di Giganti Grutti e Acqua.

Il più forte indizio di continuità religiosa tra i rituali funerari delle tombe di Giganti e di Monte Prama è costituito dal rinvenimento di numerosi betili "oragiana" con incavi, retagio dunque di una tradizione risalente al 1500 a.C. Date le peculiarità dei betili di Mont'e Prama, essi appaiono scolpiti appositamente per la necropoli del Sinis.[12]

Un altra pratica del tutto simile tra Monte Prama e tombe di Giganti è il riscontro di vasi in miniatura; ceramiche votive in miniatura furono rinvenute all'interno di alcune tombe dei giganti, e risalgono generalmente - quando si tratta di vasetti a colletto - all'Età del Bronzo recente e del Bronzo finale.[13]

Infine, tanto nelle Tombe di Giganti, quanto nella quasi totalità delle tombe di Prama, in generale si registra l'assenza di qualsiasi corredo.

Moneta del Sardus Pater con corona piumata e lancia; fu fatta coniare da M. Azio Balbo, pretore della Sardegna nel 59 a.C.

Ravvisando alcune analogie con altri importanti santuari nuragici, tra cui Serra Niedda presso Sorso, quello di Santa Anastasia a Sardara e quello di Antas a Fluminimaggiore, alcuni studiosi ravvisano oltre alla ritualità funeraria anche un'attività di culto, pure questa rimontante alle più antiche fasi del Bronzo recente e finale nuragico.

Indizi in tal senso attestano un modello di nuraghe dotato di una concavità nella parte superiore rinvenuto a Mont'e Prama. L'esemplare del Sinis è confrontabile con altri ritrovati nei santuari di Serra Niedda e Santa Anastasia, entrambi attivi tra il Bronzo recente e la gran parte dell'Età del Ferro.[14] Nell'esemplare scultoreo di Sardara tale concavità risulta annerita ed untuosa al tatto a distanza di secoli, fatto che attesterebbe l'uso di bruciarvi ritualmente essenze profumate.

  1. ^ R. Zucca, Mont’ Prama le tombe e le sculture, Carlo Delfino, 2015, p. 99, DOI:8871388895.
  2. ^ Fonzo, Pacciani ­, Gli inumati della campagna di scavo 2015. Mont'e Prama ­ Cabras, in Quaderni, n. 27/2016.
  3. ^ Leonelli, I Modelli di Nuraghe e altri elementi scultorei da Mont’E Prama, :Le sculture di Mont'e Prama-Contesto, scavi e materiali, 2014, p. 270.
  4. ^ Danilo Macioccu, L'assenza della fase orientalizzante presso Monte Prama e il rituale della deposizione asisa in Sardegna ed in Europa, pp. 32 ss.
  5. ^ Zucca, il tempio di Antas, Carlo Delfino, 1989.
  6. ^ L'assenza della fase Orientalizzante.
  7. ^ Zucca, Rubino, Carenti, Identità biologica e identità culturale dei Morti di Mont'e Prama, Cabras, riassunto espanso, in Roma Arché, III incontro di Archeologia e Antropologi della Morte, 2015.
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Tronchetti 2005 p. 2
  9. ^ Bedini-Tronchetti-Ugas-Zucca (2012) p. 199
  10. ^ Tanda (2003), p. 33 ss
  11. ^ Paglietti (2011)
  12. ^ Campus-Leonelli (2012)
  13. ^ L.Usai (1995), p. 175 ss.
  14. ^ Campus-Leonelli (2012), p. 147-154